mercoledì 9 maggio 2018

Diario di un calcagno - Giorno 7


Una settimana fa mi trovavo in una stanza d’ospedale, a letto, con un piede avvolto da una benda insanguinata, appoggiato su una borsa del ghiaccio. Al braccio un flebo che sembrava non esaurirsi mai: appositamente tarata per gocciolare lentissimamente, contribuiva ad alimentare la mia ansia. Con questo ritmo non finirà entro domani, vuoi vedere che non mi lasceranno uscire per questo? Le TV a tutto volume, il letto scomodo, le voci fuori e dentro di me…

Dopo sette giorni, non so pronunciarmi sulla mia condizione. Certo che fa male, non dovrebbe? Cammino, sì, il più è partire: i primi passi sono decisamente critici, poi si trova una sorta di assestamento – per quanto molto precario. Vorrei muovermi di più, ma sarà il caso? Il chirurgo mi ha detto di camminare, ma non ha quantificato: da una stanza all’altra, attorno a casa, per strada? Con questo piedone, poi! Comincio a non sopportare più la fasciatura, così ingombrante e, a mio avviso, scarsamente anatomica. È fastidiosa sotto il tallone, mi chiedo se possa essere una causa del disturbo che avverto quando mi piego con la gamba tesa: sento “tirare”, difficile specificare come e cosa. Rabbrividisco al pensiero di che cosa si annidi lì sotto. Lo scoprirò tra una settimana. Attendo quel giorno con trepidazione: paura e speranza, prima l’una poi l’altra; più insidiosa la prima, più luminosa la seconda. Ho voglia di parole rassicuranti, parole che siano ferme e determinate, capaci di scavarmi dentro. Sono stanca di vacillare, mi serve forza ed equilibrio. Dovrei trovarli innanzitutto in me stessa, ma è noto quanto siano labili le mie certezze.

La toccata e fuga da Decathlon è stata benefica. Ho evitato accuratamente il reparto running, mentre mi sono soffermata tra gli articoli da bici. Speravo in qualche bazza, niente da fare. Mi provo la maglia meno costosa e comprendo la ragione di quel prezzo, non vale la spesa – mi sono già fatta fregare dai pantaloncini, che mi toccherà indossare mio malgrado (ne ho acquistati due paia, purtroppo senza provarli prima: prima una taglia S, che va bene a Jader, poi una XS, che sembra identica all’altra – cioè ci ballo dentro). Che almeno la “frazione” ciclistica sia di breve durata…



Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...