tag:blogger.com,1999:blog-8154795952485286552024-03-14T11:43:43.688+01:00Go, Vale, go!Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.comBlogger222125tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-86661167962649953632021-12-21T18:53:00.000+01:002021-12-21T18:53:17.411+01:00Winter tales (Day 90)<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 18.0pt; mso-outline-level: 5;"><b><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; font-size: 11.5pt;"><i style="color: #0a7e82;">Come la semente anche
la mia anima ha bisogno del dissodamento nascosto di questa stagione (Ungaretti)</i></span></b><span style="background-color: transparent; font-family: Arial, "sans-serif";"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Sala
operatoria, gesso, tutore… Sembra sia successo un secolo fa, sono invece
trascorsi appena tre mesi da quando il primario mi mostrò le immagini del
bisturi che fendeva la mia pelle per aprire il passaggio a quel tendine da
ripulire. Otto settimane di (in)sofferenza: il piede, avvolto nella sua
corazza, sta zitto e buono. È tutto il resto che scalpita, l’animale in gabbia
che non trova pace. E che non sa quale sapore avrà quella libertà tanto
sospirata. Perché non è mica vero che, una volta dismesse le armature,
risplenderà l’arcobaleno. Al contrario: è proprio adesso che iniziano i dolori:
quelli che non si sono mai manifestati nei mesi precedenti, e che invece ora
presentano il conto. Sembrava troppo bello. Davvero credevi di uscirne indenne,
di poter riprendere a camminare come nulla fosse successo? No, certo, ma
nemmeno che facesse tanto male. Ti hanno maciullato un tallone e immobilizzato
la gamba per sessanta giorni, è normale che la ripresa del movimento sia
traumatica. Normale. Ma per quanto tempo lo sarà? Perché passano i giorni, e
non noto miglioramenti. E ciò che più angoscia è che il dolore sia esattamente
quello che mi aveva tormentato talmente tanto da convincermi a darci un taglio.
L’incubo che non dà tregua: il terrore che anche stavolta tutto sia stato
inutile, tutto ‘sto travaglio per tornare la vecchietta zoppa che ero prima. Il
chirurgo dice che è la prassi, il fisioterapista - nonché allenatore e vero
amico – mi sprona ad insistere: bisogna varcare la soglia, riacquistare la
padronanza del gesto, convincere ossa, muscoli e articolazioni che la vita è
movimento. Insomma: devi camminare! Va bene, cammino. Effettivamente,
aumentando poco poco ogni volta, le sensazioni si fanno più gradevoli – o meno
sgradevoli, dipende dall’umore. E pedala, e solleva pesi… Insomma, cerca di
rimetterti in careggiata e riconquistare quel magnifico piacere della fatica. È
la tua testa che te lo chiede: la mente che domanda e il fisico che risponde.
Sentirti bene nel tuo involucro, almeno questo: tu che non ti senti a tuo agio
in nessun luogo, appagati almeno del tuo corpo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Appagamento,
appunto. Difficile ottenerlo da una semplice passeggiata. Puoi allungare le
distanze, rallegrare il ritmo, ma manca sempre qualcosa. Ti manca l’entusiasmo
di mollare i freni e provare a raggiungere quella sagoma che procede davanti a
te. Ti mancano i minuti da abbattere, il chilometro che non finisce mai, la
sensazione di scoppiare. C’è chi ti dice che presto ritroverai tutto ciò, che
occorre solo un po’ di pazienza, ancora un po’. Vorresti crederci, e qualche
volta riesci davvero ad illuderti. Ma è sempre più difficile. Un momento sogni
il giorno in cui proverai a spiccare il volo, il momento dopo affermi che
rassegnarsi è l’unica soluzione. Brutta bestia, l’irrequietudine. Ma forse è
proprio questo fermento a tenerti a galla, a non permetterti di raggomitolarti
su te stessa. Nel freddo e nel buio che incombono, è più che mai necessario
reagire. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg3MiHcATFK-_Q8uCTQwzxu5wxh7XwqMYKy1lxXft6fyva_suQjfJuEdj1DsstLTucDQ4295yibormfRBTnIIl5TW_Q41kV1YAqz4xi5f2IBdPo4ImMJHe9qMAVoTysieXBGOTM8q9SvW9BTbPo6uHMALD22qxcGJFOHVtZsKgEOk2WojGrGtVS7w7-=s4000" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2992" data-original-width="4000" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg3MiHcATFK-_Q8uCTQwzxu5wxh7XwqMYKy1lxXft6fyva_suQjfJuEdj1DsstLTucDQ4295yibormfRBTnIIl5TW_Q41kV1YAqz4xi5f2IBdPo4ImMJHe9qMAVoTysieXBGOTM8q9SvW9BTbPo6uHMALD22qxcGJFOHVtZsKgEOk2WojGrGtVS7w7-=s320" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Quattro mesi
dall’intervento, questa è stata la magica indicazione del chirurgo. Temo sia
una visione oltremodo ottimistica. Sarà comunque una data speciale, che, in
qualche modo andrà onorata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: verdana;"> </span></o:p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-68706603905746380862021-10-21T16:45:00.002+02:002021-10-21T16:45:49.141+02:00I hate fall (Day 34)<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="background: white; color: #555555; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Helvetica;">«Conto a estati, non a anni, il tempo»</span></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMjoNURDz_0cYg_W_JaD6tR6hZ2BbwbqKNsY0xeEADyPFHwkHwn_ErprD1G5IOreN6E0xFn5QRa6HWTq2ym8pWMvQ-JnI2AmxAg25xk3-1wYguOAkBAfNjxoKA0ulKdjW9dwPz36vqQIo/s600/Fall-Meme-29.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMjoNURDz_0cYg_W_JaD6tR6hZ2BbwbqKNsY0xeEADyPFHwkHwn_ErprD1G5IOreN6E0xFn5QRa6HWTq2ym8pWMvQ-JnI2AmxAg25xk3-1wYguOAkBAfNjxoKA0ulKdjW9dwPz36vqQIo/s320/Fall-Meme-29.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Siamo
sinceri: il tutore è più ingombrante del gesso. Sarà pure la sofferenza di una
settimana, durante la quale dovrò indossarlo ininterrottamente, ma questo enorme
macigno è una vera tortura. Superati i sette giorni, mi sento come quando, al
termine di un’escursione in montagna, si tolgono finalmente gli scarponi: una
goduria che non ha eguali. Il piede può finalmente respirare. Lo muovo con
cautela, senza esagerare, con molta attenzione e tanta (troppa) paura. Decido che
è giunta l’ora di mettere in moto ciò che può essere attivato: giù a terra e
via di addominali. Sempre con la “palla” al piede, che complica qualsiasi
esercizio. Ma è bene iniziare. Ed è bene anche rivolgersi anche ad un
professionista per capire come sia meglio procedere nella riabilitazione. Dapprima,
un lungo massaggio alla cicatrice per scongiurare possibili aderenze. Sensazioni
piacevoli. Pizzica un po’, ma è quella specie di fastidio che dona tanto
benessere, una sorta di risveglio dei sensi dopo un prolungato torpore. Si passa
poi ad una serie di mobilizzazioni attive: devo usare la forza, che ovviamente
scarseggia, ma spingo meno di quanto potrei, sempre per eccesso di timore. Va bene
così, il tallone e vivo e vegeto, non mostra particolari segni di sofferenza –
per quanto, ai miei occhi, la ferita appaia orripilante. D’ora in poi dovrò
sbrigarmela da sola. Comincio così a dedicare una o due ore di ogni giornata
all’esercizio fisico, con l’attrezzatura di cui dispongo: panca, pesi,
elastici. Cercando di stimolare il maggior numero possibile di gruppi
muscolari, sognando il momento in cui potrò almeno pedalare. Nostalgia della
bici, chi l’avrebbe detto? È che non oso ambire ad altro.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Se è vero che conto i giorni che mancano al
prossimo controllo, è altrettanto vero che tremo al pensiero di ciò che mi sarà
prescritto. Presumibilmente, sarò dispensata dal tutore, ma quali attività potrò
svolgere? Riuscirò ad indossare un paio di scarpe, sarò in grado di reggermi
sul piede operato: quando avrò la facoltà di camminare? E tra quanti mesi si
potrà pensare di azzardare qualche passo di corsa? Ne avrò mai il coraggio, con
i fantasmi di tutto il pregresso? Mi sto già martoriando con queste paturnie,
che senso ha? La ripresa, adesso, è pura fantascienza. Dovrei stare concentrata
sul quotidiano e accontentarmi dei segnali positivi riscontrati fino ad oggi: è
così che agirebbe una mente sana ed equilibrata. Ma un soggetto ipocondriaco e
maniaco-depressivo scalpita e ulula, scorgendo un baratro dietro ad ogni curva.
Eccomi dunque sempre qui a fremere, alternando momenti di iper-attività ad
altri di profonda inerzia. Umore perfettamente sintonizzato con la stagione: e
siamo solo all’inizio. Vorrei buttare nel fuoco stampelle e tutore: riappropriarmi
del mio corpo e delle sue minime abilità. Vorrei riuscire a sperare.<o:p></o:p></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-8354759418421315092021-10-08T14:03:00.003+02:002021-10-08T14:03:54.473+02:00Navigare a vista (Day 21)<div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><span style="color: #800180;"><i>Uno potrebbe vivere nel suo buco solo tutta la vita. Sì, certo. Ma avrebbe sempre bisogno di qualcuno per calarlo nella fossa anche se se la fosse scavata con le sue mani. Tutti lo facciamo. Solo l'uomo seppellisce i morti. Quel che colpisce subito. Seppellire i morti. Dicono che Robinson Crusoe è realistico. Bene allora lo seppellì Venerdì. Ogni Venerdì seppellisce un Giovedì a pensarci bene. <br /></i></span><i style="color: #800180;">(Joyce)</i></span></div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Giornate che scorrono tutte uguali, ma con sempre maggiore
stanchezza. Stanca di far niente, di stare scomoda in qualsiasi posizione, di
incontrare difficoltà ad ogni movimento. Sempre con la paura di farmi male, ché
è un attimo perdere l’equilibrio e moltiplicare i danni. Ormai ho maturato la
convinzione che certe imprese deve affrontarle chi possiede i mezzi appropriati
– fisici e mentali: chi può farsi beatamente assistere, chi può organizzare
opportunamente gli spazi, chi ha fiducia in se stesso e nel mondo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Vado a ripetere le analisi del sangue, ricevendo conferma
della meschinità del genere umano. Che si palesa con qualcosa che va oltre l’indifferenza:
una persona in bilico sulle stampelle viene semplicemente ignorata solo perché non
può essere subitamente abbattuta. Manca poco che mi calpestassero, per passarmi
davanti. E non va tanto meglio nemmeno là dove gli “invalidi” sono il pane
quotidiano: al Rizzoli ho dovuto zampettare lungo un infinito corridoio per
raggiungere l’ascensore che conduceva agli ambulatori. Fossi stramazzata al
suolo, non se ne sarebbe accorto nessuno. Dopo una lunga attesa, eccomi
finalmente al cospetto del mio dottore. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Come
va?</i> Che dire? Non ne posso più. Già, dovevo saperlo, devo avere pazienza…
No, questo non lo dice, me lo dico tra me e me, da momento che dovrei avere ben
memorizzato la tiritera. La rimozione dei punti è meno dolorosa di quanto mi
aspettassi, e ora pare che non ci sarà bisogno di ulteriori medicazioni. Nessun
fastidio nemmeno premendo sulla zona martoriata. Il gesso può dunque essere
sostituito dal tutore (nuovo di zecca): da indossare permanentemente per una
settimana, sempre osservando le precauzioni adottate sinora, per poi cominciare
ad appoggiare e a concedere al piede un po’ di movimento. E qui verrà il bello:
stando al referto, potrò iniziare anche <i style="mso-bidi-font-style: normal;">idrokinesiterapia
e fisioterapia per rinforzo muscolare e esercizi per il ROM.</i> A parte il
fatto che non so proprio di cosa si stia parlando, mi chiedo dove andare a
sbattere. In acqua, rabbrividisco solo al pensiero, e direi di scartare a
priori quest’opzione. Potessi nuotare, farei forse uno sforzo, ma poiché ciò non
rientra nella profilassi, opto per l’esclusione di tutte le attività al
bagnato. E la fisioterapia? Chi la paga? Se almeno sapessi quali accidenti
siano gli esercizi per il ROM, potrei pensare di svolgerli autonomamente. Certo,
proverò a documentarmi sul web. Resta in fatto che continuo a navigare a vista –
e all’orizzonte non vedo nulla di piacevole. Intanto, ho ancora una settimana di
immobilità, durante la quale riflettere e rimuginare (tanto per cambiare). </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTFgXpFCcIP7ZsVFQNF1PCfoNbTCinur9kgG2kAjEvf91xpw1uxCqEHM0lm2-lf_bA85GbkNnxtW-oDJ6nvVYsXl7B3iNG1KNx_M1YMkjV84EvCtkoWIKY8MJotPEa_-A3FBlMyJAiT84/s1024/Joseph_Mallord_William_Turner_-_Snow_Storm_-_Steam-Boat_off_a_Harbours_Mouth_-_WGA23178-1024x766.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="766" data-original-width="1024" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTFgXpFCcIP7ZsVFQNF1PCfoNbTCinur9kgG2kAjEvf91xpw1uxCqEHM0lm2-lf_bA85GbkNnxtW-oDJ6nvVYsXl7B3iNG1KNx_M1YMkjV84EvCtkoWIKY8MJotPEa_-A3FBlMyJAiT84/s320/Joseph_Mallord_William_Turner_-_Snow_Storm_-_Steam-Boat_off_a_Harbours_Mouth_-_WGA23178-1024x766.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Questa
condizione, se non altro, favorisce la lettura: ho piacevolmente riesumato tomi
che avevo abbandonato anni fa. Letture straordinarie, che evidentemente avevo
approcciato con spirito inadeguato. Ora, non so quale genere possa accarezzare
il mio stato d’animo, di certo il tempo a disposizione gioca a favore di libri
impegnativi. Ho deciso quindi di esagerare: ci riprovo con Joyce, per la terza
volta. Duecento pagine sono già andate, ormai non mi fermo più: consapevole che
per buona parte vagherò nella nebbia, sono convinta che ne valga la pena. </span><p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-26951204457525828382021-09-29T17:24:00.001+02:002021-09-29T17:24:39.175+02:00Voci e nebbie (Day 14)<p> </p><p class="MsoNormal"><span style="color: #2b00fe;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">…ti rendi nemmeno
conto che sei diventato triste. Non hai più voglia di fare granché, ecco tutto.
A forza di fare economie su tutto, per tutto, tutte le voglie ti son passate. </i>(Céline)</span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p><span style="color: #2b00fe;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNXjcyURp4chLLo3OqIblEPZASRGj40ampx_6j5jKhmpiXJejUflM21tV1xu5NzVx_Chf3sFWvglj6mYdRpASoPPkJQ8r7O2K83bmlkOsJhYt_1qil70HWon3alOUNvoAtES4P2nCbzsI/s2048/IMG_20210929_171624.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1150" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNXjcyURp4chLLo3OqIblEPZASRGj40ampx_6j5jKhmpiXJejUflM21tV1xu5NzVx_Chf3sFWvglj6mYdRpASoPPkJQ8r7O2K83bmlkOsJhYt_1qil70HWon3alOUNvoAtES4P2nCbzsI/s320/IMG_20210929_171624.jpg" width="180" /></a></div><br />Mi
soffermo di tanto in tanto a gettare lo sguardo là fuori: è un po’ come
respirare profondamente, far sì che la bellezza investa i miei sensi e calmi il
mio spirito. E cercare di convincermi che ne sia valsa la pena, che gli aspetti
positivi superino i fastidi che fatico a tollerare. Possibile che si
costruiscano case con muri di cartone? Davvero c’è chi non si cura di vivere
con i vicini in casa propria? Respira profondamente, fattene una ragione,
continua a sognare. Anche se, così facendo, permarrai in uno stato di
sospensione. Che è poi quello in cui ti trovi da sempre: da sempre in attesa di
tempi migliori, alla ricerca di un equilibrio che nemmeno tu sai se possa
esistere. Quel senso di inadeguatezza che ha caratterizzato tutte le fasi della
tua vita, sin dall’infanzia. Quella bambina dalla salute cagionevole, sempre
dentro e fuori dagli ospedali, forse non è mai diventata adulta. Di certo non ha
mai trovato una sua dimensione. Basterebbe volersi un po’ più bene, per
affrontare di petto le difficoltà. Invece continuo a mortificarmi e a rendermi
insopportabile.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Sono
trascorse due settimane. Siamo a buon punto? Non ne ho idea. Non ho ancora
capito quali saranno gli sviluppi. Martedì prossimo mi toglieranno i punti, e
poi? Le informazioni, al momento della dimissione dall’ospedale, sono state
piuttosto vaghe: e continuano ad esserlo. Il primario aveva parlato di un
periodo in cui dovrò indossare un tutore, di esercizi che dovrò svolgere: mi
auguro sarà illustrato tutto al prossimo appuntamento, perché questa incertezza
mi sta logorando. Ho i nervi a fior di pelle, me ne rendo conto, e inquino chi
mi deve sopportare. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sta andando tutto
bene, perché ti preoccupi?</i> Hai ragione, se solo riuscissi ad ascoltarti, ad
ascoltare le voci che contano. Sono poche, è vero. Ne mancano diverse, ma altre
si sono fatte sentire, più inaspettate: belle sorprese che diradano la nebbia.<o:p></o:p></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-1697736436100868922021-09-26T20:20:00.000+02:002021-09-26T20:20:16.030+02:00Distanze (Day 9)<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">L’aria
è frizzante, di prima mattina. Mi copro però più del necessario: non ho ancora
preso confidenza con le nuove temperature, né con la reazione del mio corpo
all’anomala deambulazione. Infatti, mi è sufficiente percorrere il breve
tragitto tra l’uscio e il sentiero di accesso per sentirmi oltremodo accaldata.
Un’altra delle tante complicazioni di questa vita da inferma. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Non
sono ancora le otto quando entro in pronto soccorso, e non so bene come
muovermi. Contatto così il dottore e in men che non si dica mi trovo su una
sedia a rotelle, assistita da un robusto infermiere che mi scorta fino
all’ambulatorio. Finalmente viene liberato il mio piedone. Dice che la ferita è
bellissima (ovviamente, tutto è relativo), che potrebbero essere necessarie
meno delle quattro settimane preventivate, e che tra una decina di giorni mi
toglierà i punti. Giungono quindi tre sorridenti assistenti per inscatolare
nuovamente piede e gamba con una fasciatura veramente elegante.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Dovrei
essere tranquilla, ora. Ma le lunghe ore tra queste mura, che non riesco ancora
a sentire mie, e le difficoltà nello svolgere qualsiasi piccolo gesto
quotidiano non fanno che alimentare il misero stato d’animo. Fortunatamente, uno
spicchio di sole illumina il mio grigiore: la visita di un’amica, l’unica che
abbia trovato il tempo e la voglia di interessarsi a me – sia in questa, che
nelle precedenti simili vicissitudini. Ed io, che continuo a sentirmi
irrimediabilmente orso, mi chiedo se la mia riconoscenza riesca ad esprimersi
adeguatamente. Forse sì, o forse semplicemente sono io che insisto a
martellarmi con infinite paranoie, quando sarebbe molto più salutare affrontare
la vita e il mondo con un pizzico di leggerezza. Meglio buttarsi sotto la
doccia e lasciare che i pensieri scivolino sotto il getto dell’acqua.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">È
domenica. Anche oggi Jader è uscito presto, mentre io decido di indugiare
ancora a letto. Se non altro, riesco a dormire più del solito. Ho calcolato che
tra il momento in cui mi alzo e quello in cui raggiungo il piano di sotto, con
un minimo passaggio in bagno, trascorre circa mezz’ora. Cerco quindi di allestire
qualcosa che assomigli a una colazione, nonostante la fatica di preparare anche
solo una bevanda calda faccia venire meno anche l’appetito – scarso in
condizioni normali, figurarsi adesso. Che cosa bisognerebbe mangiare quando ci
si trova in uno stato di semi immobilità, con ossa e tendini mortificati e gestualità
del tutto alterata? Vorrei tanto saperlo: conoscere cosa potrebbe giovarmi e
cosa invece sarebbe meglio evitare. Ho provato a documentarmi, ma è sempre
complicato destreggiarsi tra il proliferare d’informazioni, spesso
contrastanti. L’esperta alla quale ho chiesto aiuto si è guardata bene dal
rispondermi (avrei preferito un semplice e diretto “non ho tempo”), così mi
sforzo di buttare giù qualcosa, spinta essenzialmente dalla consapevolezza che,
nonostante l’inattività, nutrirsi resta una necessità fondamentale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpga1JeXR61BKFPZlaTjRBOu8WThlzyf_tpQn3jB4mLnoYC3DSItNJuBo5XPaE3OrgPE7f3dowztgQaTNDP2eKqyJ-rntDfz0zaMlDSUA6edqA5-y_6HKij40KmDkJJmSh_zAEKJ1sTMg/s1720/csm_BM_WebsiteGrafik_BBT_restart_1920x1080schraeg_51a53c4905.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="968" data-original-width="1720" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpga1JeXR61BKFPZlaTjRBOu8WThlzyf_tpQn3jB4mLnoYC3DSItNJuBo5XPaE3OrgPE7f3dowztgQaTNDP2eKqyJ-rntDfz0zaMlDSUA6edqA5-y_6HKij40KmDkJJmSh_zAEKJ1sTMg/s320/csm_BM_WebsiteGrafik_BBT_restart_1920x1080schraeg_51a53c4905.png" width="320" /></a></div><br />Il
clima, oggi, è la perfetta espressione del mio umore. O forse è il mio umore
che risente della pessima stagione. Non trovo pace, qualsiasi posizione risulta
scomoda, gambe e schiena gridano vendetta: ho bisogno di muovermi! Quando potrò
riprendere anche solo a svolgere qualche esercizio che non coinvolga la gamba?
Volevo chiederlo ieri, al dottore, ma mi è passato di mente. Dovrò ricordarlo
al prossimo appuntamento. E starmene zitta e buona fino allora. Devi crederci,
mi dice un amico. Ogni tanto me lo ripeto, così come stamattina, guardando sul
web la maratona di Berlino, mi sono ripromessa che tornerò a correre quella
distanza. Radichiamo l’idea, chissà che non generi i suoi frutti.<o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-32843582835317996912021-09-25T14:13:00.002+02:002021-09-25T16:48:32.263+02:00"Il mio equilibrio nasce dall'instabilità" (Day 8)<p style="text-align: justify;"> </p><div style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span face=""Verdana","sans-serif"">Impulsi, slanci, amori, intensità,
svagatezza appassionata fanno d’un uomo un malato. Quanto tempo potrò
sopportare queste percosse interiori? La parete frontale di questo corpo s’abbandonerà.
La mia vita intera che batte contro i propri limiti, e l’impeto di desideri
inibiti che ritorna in forma di veleno lancinante. Male, male, male… Frenetico,
caratteristico, estatico amore che si trasforma in male. (</span></i><i><span face=""Verdana","sans-serif"">Saul Bellow)</span></i></div>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Verdana","sans-serif"" style="font-family: verdana;">Quando
dicevo che i libri ci chiamano e ci rispondono: come non ritrovarsi in questa
irrequietudine? Potrei tappezzare le pareti con le migliori pillole di saggezza,
ma a nulla servirà indossare occhiali rosa se l’ottimismo vive altrove. È per
questo che continuo a pensare che sarebbe stato meglio lasciare le cose come
stavano: per affrontare simili situazioni occorre animo sereno, oltre a fiducia
incondizionata – fiducia negli altri ma, soprattutto, in se stessi. Caratteristiche
che, si sa, non mi appartengono. E se è vero che la testa condiziona ciò che
accade nel fisico, la vedo davvero grigia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Verdana","sans-serif"" style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimu850bhKRwTg0j0ALqM306xcXUpGG3ftNu0Z7Ap3_qjwxRbCXQwvX9f2cS9Hwp-DEVIpiliLPjMcZap08aM5A73DgFeI5z_li23-t7NGHHom2YkgbC5F6AMLGkakxhrDkr6dFhSwoYbs/s300/download+%25281%2529.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: verdana;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimu850bhKRwTg0j0ALqM306xcXUpGG3ftNu0Z7Ap3_qjwxRbCXQwvX9f2cS9Hwp-DEVIpiliLPjMcZap08aM5A73DgFeI5z_li23-t7NGHHom2YkgbC5F6AMLGkakxhrDkr6dFhSwoYbs/s0/download+%25281%2529.jpg" width="300" /></span></a></div><span style="font-family: verdana;"><br /><div style="text-align: justify;">Un’altra
giornata in solitudine, che decido di prendere di petto sin dall’inizio: mi
butto subito sotto la doccia. Ormai ci ho preso la mano, mi gestisco con
discreta disinvoltura. Sono sempre in apprensione, invece, nell’affrontare le
scale, con le stampelle da spostare e gli appoggi che non mi sembrano mai
sufficientemente sicuri. Quanto manca alla liberazione dal gesso? Meglio non
pensarci, non siamo neppure a metà. Divano, sedia; sedia, divano. La crio-magnetoterapia
scandisce le ore, mentre tv, libri e internet creano l’atmosfera. Atmosfera oggi
movimentata dal campanello, che suona più di due volte. Ho così modo di appurare
quanto sia necessario risolvere al più presto almeno un paio dei difetti di
questa abitazione: il cancello che non si chiude e il citofono che funziona
solo verso l’esterno. So che oggi dovrebbero consegnarmi due pacchi, ma chi mi
assicura che quello che suona sia il corriere? Fortunatamente dalla finestra
vedo chi si approssima alla porta, resta comunque una situazione anomala. Presumo
che il primo fattorino abbia lasciato il cancello aperto, visto che il secondo
entra senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere. Dopo qualche ora, ancora
uno squillo. Non aspetto più nessuno, chi potrà essere? Guardo fuori e vedo il
padrone di casa che vaga in giardino. Arzillo vecchietto, peccato sia già
annebbiato dalla demenza senile. Vuole a tutti i costi appiopparmi una busta
che si è ritrovato in buchetta: peccato che non riporti né i nostri nomi, né il
nostro indirizzo. Come fargli capire che non posso impossessarmene, e tantomeno
sono in grado di andarmene in giro a cercare il corretto destinatario? A forza
di insistere, riesco a liberarmene. Ma che fatica. Perché deve essere tutto
così opprimente? Perché vorrei scappare lontano ogni volta che sento i rumori
dei vicini, oggi particolarmente insopportabili? La salvezza è sull’isola:
dovrà venire quel giorno.</div></span><o:p></o:p><p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-24505514581460099252021-09-23T13:57:00.000+02:002021-09-23T13:57:34.443+02:00Big foot - Day 6<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ICKYKzbw76_289agtILnZpXeaLNUdSFHydzeFInnbTD__gvqEzU_JrkIfrYV9lEECrBkx0wiCmTtSXsgDmoz0azt0opwIhWCjU68uBvwonNy69-5xwz4mDsSMdYq4gSv3WqvflIVJ9w/s299/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="169" data-original-width="299" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ICKYKzbw76_289agtILnZpXeaLNUdSFHydzeFInnbTD__gvqEzU_JrkIfrYV9lEECrBkx0wiCmTtSXsgDmoz0azt0opwIhWCjU68uBvwonNy69-5xwz4mDsSMdYq4gSv3WqvflIVJ9w/s0/download.jpg" width="299" /></a></div><br />Insomma,
cosa si fumano alla RAI? Quale mente perversa ha considerato di mandare in onda
contemporaneamente il primo episodio della nuova serie di Coliandro e Pretty
Woman? Non si può costringere l’utente medio ad una scelta così sofferta: quel
film non si può perdere, nemmeno alla milionesima visione. E ogni volta si
piange, non si scappa. D’accordo, ho scelto l’ispettore per pure questioni
affettive (che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, visto uno visti tutti), ma
il finale su Rai1 l’ho acchiappato, giusto in tempo per “voglio la favola”: e
giù lacrime. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Una settimana
fa mi trovavo in una stanza d’ospedale, attaccata ad una flebo che instillava
nella mia vena dosi massicce di antidolorifici. Efficaci, senza dubbio. Fortunatamente,
finora non sono più stati necessari. Qualche fitta, un leggero fastidio: pressoché
nulla che non avvertissi anche prima dell’intervento. Solo stasera ho
cominciato a percepire una strana sensazione di pizzicore, una sorta di sfrigolio
nella zona operata. Non vedo l’ora di scoprire cosa stia succedendo lì, sotto a
quell’ingessatura che mi sembra già da sistemare – per non dire eliminare. Questione
di percezioni. Ciò che a me sembra enorme, e simbolo di indubbia sofferenza, ad
altri appare quasi inesistente. L’ho notato stamattina, davanti all’ingresso
del punto prelievi di Bentivoglio. Porte ancora chiuse, col guardiano a
controllare: ci si potrebbe aspettare che una persona in equilibrio su una
gamba e due stampelle fosse invitata ad accomodarsi all’interno, in attesa dell’arrivo
del personale sanitario. Col cavolo! Chissà perché mi aspetto ancora qualcosa
dalla gente, non ho ancora imparato nulla. Ho dovuto invece mettermi in coda
prima per la misurazione della temperatura, poi allo sportello di accettazione,
appoggiandomi maldestramente a qualsiasi muro o sedia fossero a portata di mano.
Solo l’infermiera che mi ha tolto il sangue si è impegnata a mettermi a mio
agio: uno su mille…<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Le temperature
si sono notevolmente abbassate, troppo per i miei gusti. Noto però che anche la
mia sensibilità al caldo e al freddo è variata: spostarmi con quegli attrezzi
infernali deve comportare un discreto dispendio energetico, considerato come mi
accaloro, specie quando zompo al piano di sopra. Sul divano, invece, in maniche
corte e piedi nudi non si può più stare. E sulle gambe? Con cotanto zampone non
riesco ad infilarmi quasi nulla, se non un pigiama che però vorrei indossare
solo a letto. Certo, ci sono problemi più gravi, ma anche a questa quisquilia dovrò
trovare una soluzione. Intanto mi godo Saul Bellow. Avevo preso in mano questo romanzo
nel 2010, abbandonandolo dopo poche pagine. Evidentemente, allora lo trovai
ostico, chissà perché. È sempre una questione di percezioni: forse non siamo
noi a scegliere i libri, ma sono essi a scegliere noi. Oggi Herzog aveva
bisogno di me – o io di lui. Lettura straordinaria, stavolta mi ci tuffo e mi
ci perdo. Un toccasana. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNNgTxODPaE265kWxlU1Y5ykgyQv74h5sgUy6h39l1rFFZLoCbgH8ZWik_Y01u9nQH2K5HFTNb66MLVDxYpx3g8vRXLBnI38ZKM8FPt2NZipH57NybU5rjFVv33AhlCq01ZNQOFrICiOo/s400/LIBRO-Romanzo-HERZOG-Saul-Bellow-2002-La-Biblioteca.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNNgTxODPaE265kWxlU1Y5ykgyQv74h5sgUy6h39l1rFFZLoCbgH8ZWik_Y01u9nQH2K5HFTNb66MLVDxYpx3g8vRXLBnI38ZKM8FPt2NZipH57NybU5rjFVv33AhlCq01ZNQOFrICiOo/s320/LIBRO-Romanzo-HERZOG-Saul-Bellow-2002-La-Biblioteca.jpg" width="240" /></a></div><br /><o:p></o:p><p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-54040139597907301372021-09-21T17:32:00.002+02:002021-09-21T17:32:33.137+02:00Surgery - Day 4<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Metto il
naso fuori di casa per la seconda volta, da quando sono stata dimessa. Può essere
che sia scarsa di tecnica, ma avanzare con una gamba e due stampelle mi procura
una notevole fatica. Temo inoltre di essere eccessivamente tesa, manco di
sicurezza: in sostanza, ho paura di cadere. Ostento tuttavia un’improbabile
spigliatezza: va tutto bene, non ho bisogno di nessuno. Ovviamente è una mezza
verità, alla quale mi aggrappo per abituarmi ai prossimi giorni, quando davvero
dovrò arrangiarmi. Sarebbe utile smettere di misurare quanto tempo sia
trascorso, essendo ancora troppo lontana la meta – e tremendamente infestato di
dubbi il tragitto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">La monotonia
delle giornate non può che alimentare il malumore. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>È vero che si fa sera sempre prima, ma le
lancette dell’orologio sembrano muoversi a rallentatore. Un po’ come me, del
resto. Col mio passo da bradipo (zoppo), sono comunque riuscita a superare brillantemente
un’ulteriore prova: ho salito le scale in completa autonomia. Mano destra sul
corrimano, sinistra sulla stampella: forza sulle braccia e salto con un piede;
sosta ogni due/tre gradini per spostare in alto la seconda stampella. Si può
fare! A questo punto provo ad esagerare. Infilo la seggiola di plastica nel box
doccia e mi ci siedo. Col gambone steso all’esterno, mi bagno, insapono e
risciacquo con immenso piacere. La parte più complicata è rialzarsi e infilarsi
l’accappatoio ma, seppur con qualche brivido, nulla è impossibile. Asciugata,
rivestita e tornata di sotto: tutto da sola. Dai, dimmi almeno che sono stata
brava.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; font-family: Verdana, sans-serif; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTEjVqqPdyLUnlfToG2ZgB-IaGeicu-KIm45l2mxs0U0x5F3ZymO1s6mqYqHk2AOosyOMCcWI6gfmSYWw2yosKIbpvPqIevbon2-Yc8KDghgkRcq0_7DS9XRtbmD1nHIqxUy1OjhHJL0/s2048/E_wOZqNUcAI0Lcc.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1150" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRTEjVqqPdyLUnlfToG2ZgB-IaGeicu-KIm45l2mxs0U0x5F3ZymO1s6mqYqHk2AOosyOMCcWI6gfmSYWw2yosKIbpvPqIevbon2-Yc8KDghgkRcq0_7DS9XRtbmD1nHIqxUy1OjhHJL0/s320/E_wOZqNUcAI0Lcc.jpg" width="180" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><div style="text-align: justify;">La sera mi ritrovo
in compagna soltanto di Cleopatra. Ci sistemiamo entrambe davanti alla tv, sono
finalmente tornati I bastardi di Pizzofalcone – ebbene sì, in un mondo drogato
di “serie”, io ne seguo solo qualcuna sulla Rai: mi risultano perciò incomprensibili
molte discussioni di tendenza, ma non ne sono affatto preoccupata. Fuori,
intanto diluvia, e Jader tarda a rientrare. Non che lo aspettassi per un
preciso orario ma, devo ammettere, speravo tornasse in tempo per aiutarmi a
salire in camera da letto. Invece, spengo tv e luci in sala e affronto
nuovamente la rampa in modalità un due tre stop. Passaggio in bagno, poi si
chiudono scuri e finestra e si sistema il piedone sul cuscino. Il sonno impiega
sempre troppo tempo a raggiungermi, temo che non mi abituerò mai ad una casa
così sorprendentemente rumorosa. Ogni volta mi chiedo quale potrebbe essere la
soluzione, restando ovviamente senza risposta. E il sogno dell’isola che
profuma di zolfo anima la mia inquietudine.</div><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><o:p> </o:p></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-24219470372318970582021-09-20T17:43:00.000+02:002021-09-20T17:43:16.003+02:00Ritorno al calcagno - Day 3<p> </p><p class="MsoNormal"><span style="background: white; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><i><span style="color: #2b00fe;">Strano, vagare nella nebbia!</span></i></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><i><span style="color: #2b00fe;"><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">È solo ogni cespuglio ed ogni pietra,</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">né gli alberi si scorgono tra loro,</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">ognuno è solo.</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Pieno di amici mi appariva il mondo</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">quando era la mia vita ancora chiara;</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">adesso che la nebbia cala</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">non ne vedo più alcuno.</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Saggio non è nessuno</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">che non conosca il buio</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">che lieve ed implacabile</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">lo separa da tutti.</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Strano, vagare nella nebbia!</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Vivere è solitudine.</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
<span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Nessun essere conosce l'altro</span></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
</span></i><span style="background: white;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><i><span style="color: #2b00fe;">ognuno è solo.</span></i></span><span style="color: #444444;"><o:p></o:p></span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: verdana;">Potrei non aggiungere altro, Hermann Hesse ha già detto tutto. I suoi
versi illustrano alla perfezione le ragioni del mio mutismo in quest’ultimo
anno. Certo, non avere mai ricevuto neppure un “come stai” fa un po’ male, ma va
bene così: nulla è più prezioso (ed eloquente) del silenzio. Questo diario ha
la pura funzione di passatempo e di pro-memoria: mi aiuta, ora, a spezzare la
monotonia delle giornate e mi servirà, in futuro, a ricordare fatti e pensieri
lontani. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: verdana;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><br /></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAWwra6yxV7Xjx8j5FjqfINCW8CAL01ZfvdUXADJr72UTxef3pOMEVzRRB-7sb50PfkYOV2ScN-VlZTMmtdfVlcWebb6xs4p4fHH-rZYPiByYcSbHgOYp9ALVq3hYI_KH0sOKLGWEbnco/s2612/IMG_20210913_122011.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1204" data-original-width="2612" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAWwra6yxV7Xjx8j5FjqfINCW8CAL01ZfvdUXADJr72UTxef3pOMEVzRRB-7sb50PfkYOV2ScN-VlZTMmtdfVlcWebb6xs4p4fHH-rZYPiByYcSbHgOYp9ALVq3hYI_KH0sOKLGWEbnco/s320/IMG_20210913_122011.jpg" width="320" /></a></div><br />Se ne avessi tenuto uno anche in passato, avrei avuto la risposta
immediata al mio interrogativo di qualche giorno fa: da quanto tempo non salivo
in cima al Corno alle Scale? Esattamente da quando, scendendo, inciampai sulle pietre
del sentiero e finii al pronto soccorso per farmi cucire il ginocchio: allora
dichiarai chiusa per sempre la mia esperienza col trekking. Peccato che non
ricordi affatto quanti anni siano trascorsi. Tanti, sicuramente: evidentemente
un numero sufficiente a ridimensionare l’accaduto e a farmi tornare sui miei
passi. Lunedì 13, una volta eseguiti gli esami preoperatori, non potevo
rinchiudermi tra quattro mura e lasciarmi infestare da cupi pensieri: portami
in montagna, ché ho bisogno di muovere le gambe e ossigenare la mente. Confesso:
mi sono emozionata a ritrovarmi al cospetto della croce, dopo aver ricevuto il
saluto di un maestoso rapace. Ho finalmente esorcizzato quel trauma: sia questo
di buon auspicio.<o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="background: white; color: #444444; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: verdana;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpymRsANLPu1sdbgqNvJMiGh1WFUrje1W9KiEMWBIzngreMXGFsGg95UwvkpAo-D2ZGZNhL2N09zfgoqya_x720ZddnnVHtoEY55_cER_KBZJE6yWNN063hSer0QgHLtIppb2S-3cQCGw/s2612/IMG_20210913_121324.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1204" data-original-width="2612" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpymRsANLPu1sdbgqNvJMiGh1WFUrje1W9KiEMWBIzngreMXGFsGg95UwvkpAo-D2ZGZNhL2N09zfgoqya_x720ZddnnVHtoEY55_cER_KBZJE6yWNN063hSer0QgHLtIppb2S-3cQCGw/s320/IMG_20210913_121324.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br />Richiamo quella boccata d’aria, ora che annaspo nell’infermità. Ci sono
mali peggiori, è vero. Perciò provo a non lamentarmi e ad affermare che sto
abbastanza bene. Ma ancora non sono sicura di aver fatto la cosa giusta.
Essendo, d’altronde, inutile rimuginare, faccio il possibile per alleggerire la
convalescenza, compiacendomi delle piccole conquiste quotidiane. Arrivare quasi
al termine del voluminoso romanzo e buttare sulla carta qualche riflessione,
curiosare sui social e godermi lo spettacolo di Ganna e del volley. Jader è
arrivato a casa in anticipo, quindi ci siamo preparati la cena insieme. La prima
domenica col gambone è andata. Questo gesso non lo sopporto già più, ma dovrò
farmene una ragione.</span><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span><p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-91808169763070219322021-09-19T13:30:00.000+02:002021-09-19T13:30:21.457+02:00Ritorno al calcagno - Day 2<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Cominciamo a capire fino a dove posso spingermi senza
assistenza. Jader è uscito prestissimo, a caccia di podisti da fotografare. Dovrò
quindi alzarmi dal letto senza barcollare (i primi movimenti sono i più
critici, l’ho realizzato andando in bagno nel pieno della notte: equilibrio
oltremodo precario, incedere instabile, necessità di appoggiarsi al muro),
aprire gli scuri della finestra, raggiungere la stanza accanto e compiere le
indispensabili operazioni di toilette. Per poi affrontare le scale. In realtà,
scendere non è un problema, risulta abbastanza agile sostenendosi sul corrimano
a sinistra e sul muretto parallelo a destra. La parte più antipatica è la
gestione delle stampelle, che sembrano fatte apposta per rifiutarsi di restare
appoggiate. Ogni due o tre gradini le devo spostare più in basso, finché
regolarmente cadono, per rotolare in fondo alla rampa. Sarebbe utile disporne
di due paia, uno su ogni piano. Ma tant’è, ci si industria come si può.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Bisogna poi mettere qualcosa nello stomaco: uno sforzo in
condizioni ottimali, figurarsi in questo stato di infermità. Nulla è a portata
di mano, anche preparare un tè è un’impresa. Saltello da una mensola all’altra,
sostando su uno sgabello quando possibile. Ho comunque escogitato un sistema
per non essere costretta a mangiare sulla cucina: una sosta di staffetta. Prima
appoggio il piatto sullo sgabello, poi sulla mensola, poi sulla sedia e da lì
finalmente in tavola. Se non altro, mi tengo in attività. Perché il resto della
giornata trascorre tra la sedia e il divano. Essendomi lasciata abbindolare dal
tecnico dello staff del primario, ogni due ore circa mi attacco al piede l’aggeggio
per la crio-magnetoterapia. Servirà a qualcosa? Chi può dirlo? Di certo
contribuisce a far passare il tempo. Piedone fasciato, gatto accoccolato, libro
in mano: sembra tutto molto rilassante. Se non fosse che assimilo nemmeno la
metà di quanto leggo e dopo un po’ non riesco più a star seduta da nessuna
parte. La mente vaga in tutte le direzioni e le membra lanciano altrettanti segni
di insofferenza. Forse, per quanto riguarda l’impegno intellettuale, avrei
dovuto optare per qualcosa di più leggero. Ho deciso, invece, di abbandonare temporaneamente
la biblioteca per dedicarmi alla mia libreria, appena messa in ordine. Sono troppi
i libri ancora da leggere, ci sarà pure una ragione se sono stati acquistati. Così
ho preso in mano il primo tuttora intonso, fermamente decisa a portarlo a
termine. Sono più di seicento pagine, quale momento migliore per buttarsi su un
simile tomo? E comprendo che potrebbe essere affascinante, preso con lo spirito
adatto. Il mio, di spirito, in questo frangente non sarebbe adeguato neppure a
Topolino, quindi continuo a leggere senza leggere, accontentandomi di quel po’
che riesco ad assorbire. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPSS9d4Ztaims9OVkEEvmhtf7DKgsd3fzmLcgGW87oDozRvuTEmPtTKh2CEON0FbvPGbtrAIT6HpJlt21VFuU88e4mEi1SPEJmF4P6pJaHzTo-1Kt2xs7VTrqS4-5IoXzDA5SREeBSSZw/s2048/IMG_20210919_125529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1463" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPSS9d4Ztaims9OVkEEvmhtf7DKgsd3fzmLcgGW87oDozRvuTEmPtTKh2CEON0FbvPGbtrAIT6HpJlt21VFuU88e4mEi1SPEJmF4P6pJaHzTo-1Kt2xs7VTrqS4-5IoXzDA5SREeBSSZw/s320/IMG_20210919_125529.jpg" width="229" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">La prima esperienza solitaria è filata abbastanza liscia. Sono
anche riuscita a pulire la lettiera di Cleopatra. Non ho però trovato il
coraggio di salire in camera, ma arriverò anche lì. Anzi, potrei cronometrare
quanto impiego ad affrontare i diciannove scalini, così da monitorare i
miglioramenti. Magari salvo il segmento.</span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-85462046931980943772021-09-18T13:43:00.000+02:002021-09-18T13:43:41.537+02:00Ritorno al calcagno - Day 1<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Ad un giorno dall’intervento mi trovo in modalità “perché
l’ho fatto”. A dire il vero, il dubbio è affiorato abitualmente in questi mesi
d’attesa: che senso ha rischiare nuovamente, dopo i precedenti fallimenti?
Ormai, non sarebbe più saggio accontentarsi di ciò che sono in grado di fare?
Qualche passeggiata, allenamenti con i pesi a casa, un giretto in bici ogni
tanto: vita attiva per un’anziana signora. Invece no. La vecchietta non riesce
a rassegnarsi: non è in grado di accettare che dopo sedute di buoni
allenamenti, con la prospettiva di una discreta mezza maratona, si ritrovi di
nuovo a zoppicare. Il piede versa ancora in condizioni disastrose: due
interventi non sono serviti ad altro che a peggiorare la situazione. Persino
camminare diventa un’impresa, ad ogni passo tocca stringere i denti per il
dolore. Di tornare da chi mi ha fresato il calcagno, non se ne parla proprio:
avrà pure sistemato brillantemente fior di atleti, ma io preferisco censurare
la mia opinione sul soggetto. Non disponendo di conoscenze, né di possibilità
economiche, opto per l’istituto ortopedico più accreditato della città, che vanta
un reparto specializzato sul piede. Mi visita un dottore giovane, dal
curriculum decisamente accattivante, che reputa utile aprire quel tallone per perfezionare
ciò che non è stato sufficientemente ripulito. Mi metto dunque in lista,
conscia che l’attesa sarà lunga. Avrebbe potuto persino non esserlo tanto, se l’interessata
non fosse perseguitata dalla sfiga. Prima il Covid, che agisce su due fronti:
inizialmente comporta il blocco degli interventi poi, superata l’emergenza,
capita che la data proposta per l’operazione coincida con quella della seconda
dose di vaccino, improrogabile. La chiamata successiva andrebbe invece a
sovrapporsi all’appuntamento fissato per la firma del contratto d’affitto. Sì, perché
i teneri padroni di casa ci hanno chiesto gentilmente di levarci di torno il
prima possibile. Giusto, no, che a possidenti milionari siano concessi
contributi economici per ristrutturare i loro immobili, alla faccia di chi ha rimpinguato
per anni le loro casse, senza sostegno alcuno. Tocca così trovare in fretta una
soluzione, la meno dolorosa possibile. Il trasloco è comunque un evento
traumatico e adattarsi al nuovo ambiente lo è ancora di più: tra me e
Cleopatra, non so chi si ambienterà prima. E mentre agosto trascorre tra
pulizie e scatoloni, arriva la telefonata dell’ospedale, stavolta non si
scappa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">L’organizzazione lascia alquanto a desiderare: mi avevano
chiesto disponibilità per il 16 settembre, ma quando mi chiamano per definire i
dettagli è diventato il 15. In realtà il tutto inizia lunedì 13, con gli esami
di preparazione. E martedì 14 vengo ricoverata, nel primo pomeriggio. A che
pro? Che senso ha occupare inutilmente una stanza per un giorno intero? Non passa
mai, nemmeno sanno dirmi a che ora entrerò in sala operatoria, l’indomani. Solo
nella tarda mattinata del fatidico giorno mi avvisano che sono l’ultima della
lista. Ho quasi un mancamento. L’attesa termina quando mancano pochi minuti
alle due di pomeriggio. E dopo un paio d’ore sono di nuovo in camera. Come sia
andata lo scoprirò solo in futuro. Nell’immediato, spero solo che le gambe si
risveglino in fretta e che possa finalmente dissetarmi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Ingessata fin sotto il ginocchio, non potrò appoggiare il
piede per le prossime quattro settimane. È questa la parte più difficile: la
mancanza di autonomia. Spostarsi con le stampelle è ovviamente un disagio:
quando la casa è su due piani diventa un delirio. Diciannove gradini per
raggiungere la stanza da letto e il bagno più grande: sapevo che salire sarebbe
stato impegnativo, ma non immaginavo lo fosse così tanto. Non riuscire a
lavarsi, a prepararsi i pasti, a spostare le cose. Sempre con la paura di
sbilanciarsi, di cadere, di procurarsi ulteriori danni. Sempre con la
sensazione di sentirsi un peso, di rompere le scatole, di porsi in modo
sbagliato. Se non altro, il dolore è più che sopportabile. Almeno quello. I nervi,
invece, sono prossimi al punto di rottura. Perché, ovviamente, tutto sembra
remare contro. Il medico di famiglia è in ferie, la farmacista si rifiuta di
consegnarmi i medicinali prescritti sul documento di dimissione, la visita di
controllo è fissata nel giorno in cui Jader sarà lontano. Insomma, vorrei
sbattere le stampelle in testa al mondo e maledico il giorno in cui ho
accettato di sottopormi a questa prova. E sono solo all’inizio.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3LpVeZMWkC4MsiZ8Gg__42F4V7kPrOMKC4EnGNW4w9qAH5cNUe0x_CgvUrKR-6kEYKMzd0zOpz75ub1WxBt-9gqC59r3IpGooSPvkFLzTQHdpwKDD9oEugayVV2lUpGQo7XDqNF-I1eM/s1388/242196023_10227029834801053_6383516384846862836_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1388" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3LpVeZMWkC4MsiZ8Gg__42F4V7kPrOMKC4EnGNW4w9qAH5cNUe0x_CgvUrKR-6kEYKMzd0zOpz75ub1WxBt-9gqC59r3IpGooSPvkFLzTQHdpwKDD9oEugayVV2lUpGQo7XDqNF-I1eM/w400-h185/242196023_10227029834801053_6383516384846862836_n.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-55328544234749734002021-01-01T15:28:00.000+01:002021-01-01T15:28:13.149+01:00Letture 2020 <p><span style="font-family: helvetica;"><b> L'unico bilancio che posso fare dell'anno nefasto appena concluso è quello delle mie letture: </b></span></p><p><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Grandi_speranze/9788893810128/017243d169f78dc693/" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none; white-space: nowrap;">Grandi speranze </a><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 14px; white-space: nowrap;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;">Charles Dickens</span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/La_straniera/9788893447959/01e57572130a2bbdcc/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">La straniera </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Claudia Durastanti</span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Il_guardiano_della_collina_dei_ciliegi/9788893255325/01f0d860914dea998e/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Il guardiano della collina dei ciliegi </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Franco Faggiani</span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Lamento_di_Portnoy/9788806173951/0102893ff2af6760df/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Lamento di Portnoy </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Philip Roth</span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Fiesta/9788804469056/01bb2932fe86134721/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Fiesta </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Ernest Hemingway</span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Uomini_e_no/01e70d7b749fe50ef2/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Uomini e no </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Elio Vittorini</span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Vi_prego_di_strappare_questa_lettera/9788869935145/01a5d78d080eeb7249/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Vi prego di strappare questa lettera </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Lev Nikolaevič Tolstoj</span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Lettere_scontrose/9788833891507/01f315a43f2d15add6/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Lettere scontrose </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Giovanni Arpino</span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/La_vita_davanti_a_s%C3%A9/9788854504868/0134d6d079cd195c36/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">La vita davanti a sé </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Romain Gary</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Il_colibr%C3%AC/9788834600474/01cd09b9b93de64d0e/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Il colibrì </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Sandro Veronesi</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/American_psycho/9788845245923/018bb351a67f0f5d59/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">American psycho </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Bret Easton Ellis</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Lacci/9788858416501/01b707cc5a96ef1b42/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Lacci </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Domenico Starnone</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Un_dolore_cos%C3%AC_dolce/9788854519237/01f0326d999c8caa3a/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Un dolore così dolce </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">David Nicholls</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/La_misura_del_tempo/9788806218140/01683012da6074eafb/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">La misura del tempo </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Gianrico Carofiglio</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Le_ore/9788845249778/01e444174c115b04df/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Le ore </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Michael Cunningham</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Primavera/9788869982040/01e637e1bb2cc2c2bd/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Primavera </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Ali Smith</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Macbeth/9788804236078/018b369b0c77337a07/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Macbeth </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">William Shakespeare</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/La_cura_Schopenhauer/9788854503236/010d9193044df94947/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">La cura Schopenhauer </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Irvin D. Yalom</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Il_nuotatore/9788887517118/019bcf03c2db696a2e/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Il nuotatore </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">John Cheever</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Middlesex/0151b176ae39e62ff4/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Middlesex </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Jeffrey Eugenides</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Oblio/9788858401170/0152936fe49fbcbbc6/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Oblio </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Foster_Wallace/342361" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">David Foster Wallace</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Foster_Wallace/342361" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/La_suora_giovane/01e6c4e2add7a1b9f8/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">La suora giovane </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Giovanni Arpino</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Foster_Wallace/342361" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Il_rosso_e_il_nero/9788806177515/01c3185595e87ba3dc/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Il rosso e il nero </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Stendhal/338" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Stendhal</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Foster_Wallace/342361" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Stendhal/338" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Il_senso_di_una_fine/9788806216160/01e4ff1d1be57d6324/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Il senso di una fine </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Julian_Barnes/397582" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Julian Barnes</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/John_Cheever/360058" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Jeffrey_Eugenides/191149" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Foster_Wallace/342361" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Stendhal/338" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Julian_Barnes/397582" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><a class="a-list-view" href="https://www.anobii.com/books/Le_inseparabili/9788833314822/01b7a34b8dd3abd7ec/" style="box-sizing: border-box; color: #333333; cursor: pointer; font-weight: bold; outline: none !important; text-decoration-line: none;">Le inseparabili </a><span style="color: #333333; font-size: 14px;"></span><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Simone_de_Beauvoir/156183" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;">Simone de Beauvoir</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJlA5W7-X1p_i9E-qAaHmc7ocr2TrqdZPHAZfj5k7YFiCBEEEW2jSc7q_MyHyG-KA2nReSjQ4zEGM_ww1oJTkVvfHIbX9N74Vp-TPNNQjrK_mTg_nQFPIqXiofGy3lzYYANH3eFUXmUuY/s2015/134646893_10224599008509848_1604158937451626489_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2015" data-original-width="1171" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJlA5W7-X1p_i9E-qAaHmc7ocr2TrqdZPHAZfj5k7YFiCBEEEW2jSc7q_MyHyG-KA2nReSjQ4zEGM_ww1oJTkVvfHIbX9N74Vp-TPNNQjrK_mTg_nQFPIqXiofGy3lzYYANH3eFUXmUuY/w233-h400/134646893_10224599008509848_1604158937451626489_o.jpg" width="233" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Gianrico_Carofiglio/179146" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Michael_Cunningham/915317" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ali_Smith/355358" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/William_Shakespeare/388661" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Irvin_D._Yalom/385335" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><br /></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><br /></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Charles_Dickens/219752" style="background-color: white; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; font-family: "Open Sans", sans-serif; font-size: 11px; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important; white-space: nowrap;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Claudia_Durastanti/1396195" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Franco_Faggiani/658045" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Philip_Roth/343299" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Ernest_Hemingway/938242" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Elio_Vittorini/372860" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Lev_Nikolaevič_Tolstoj/1082771" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Giovanni_Arpino/372353" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Romain_Gary/377693" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Sandro_Veronesi/187114" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Bret_Easton_Ellis/571448" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/Domenico_Starnone/355839" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><span class="nome_autore_reg font11 opensans_regular" data-href="/contributors/David_Nicholls/364504" style="box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; margin: 0px; max-width: 140px; outline: none !important;"><br /></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-48267431598736377752020-10-30T14:08:00.008+01:002020-10-31T10:56:32.310+01:00Tutti giù per terra<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Cleopatra è già
saltata su e giù dal letto diverse volte quando suona la sveglia. Le prova
tutte per farmi alzare, così da poter conquistare un cantuccio caldo in cui
accoccolarsi. E io le ho provate tutte per farle perdere questa pessima
abitudine. Invano. Due anime irrequiete, già dalle prime ore della mattina. Con
la differenza che lei scalpita per tornare al più presto a ronfare, io invece
mi dimeno alla ricerca del sistema meno traumatico per rimettermi in piedi. Mi
stiracchio, sgranchisco le gambe, e ascolto. Cosa dirà stamattina? Sarà sempre
un grido insopportabile? Tutti i giorni lo stesso assillo. Da quanto tempo?
Troppo. Ormai dovrei essermene fatta una ragione, ma assuefarsi al dolore non è
così facile: non quando ti accompagna ad ogni passo, e rende allucinante
persino lo spostamento dalla sedia al divano. Provo a fare finta di niente, a
condurre una vita “normale”: cosa vuoi che sia, con tutte le disgrazie che
infestano questo mondo? Peccato che fingere mi riesca malissimo – e questo
mondo, fondamentalmente, mi faccia abbastanza schifo. E pensare che mi ero
illusa. Avevo creduto di avere ancore delle speranze. Non di tornare quella che
ero, ovvio. Ma riprendere la buona strada sì, questo lo avevo ritenuto
possibile. Perché il quadro che si era definito dalla disanima del mio caso era
ineccepibile, e le prospettive si delineavano severe ma convincenti. Stabilito
il metodo, si trattava di sperimentarlo: sondandone gli effetti e aggiustando
il tiro se necessario, procedendo con tanta cautela ma con altrettanta
convinzione. Percorso complesso. Perché il ricordo del dolore è esso stesso
dolore, e pare impossibile liberarsene: quanto sia il reale e quanto il
percepito è difficile da comprendere. Nella consapevolezza che non mi abbandonerà
mai, devo riuscire a tenerlo sotto controllo: gestirlo e dominarlo. Un gioco di
incastri, un puzzle sempre alla ricerca della tessera adeguata, un mosaico scheggiato
nei dettagli ma armonico nell’insieme. Questione di prospettive. E di
equilibrio: avanzare su di un filo sottile con lo sguardo fisso all’orizzonte,
a dispetto della paura di cadere. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana;">Ma la corda si
è spezzata. Quando il piano sembrava procedere alla perfezione. Succede sempre
così, no? Sul più bello crolla tutto. Possibile che in un attimo si frantumi quanto
era stato costruito con tanta dedizione? Non potrebbe essere solo un disagio
passeggero? Qualche giorno di riposo poi si riparte. Facciamo una settimana.
Anzi due. Che diventano tre, quattro, e… Segni di miglioramento? Zero. Anzi, va
sempre peggio, peggio che mai. Diagnosi e prognosi, cause ed effetti, tesi e
antitesi: un film già visto. Il ritorno di un incubo. Dove ho sbagliato? Cosa
dovrei riconsiderare – o ritentare? Proprio nel più nefasto dei periodi, con la
pandemia che dilaga e i soldi che ormai non bastano neppure per mangiare, mi
ritrovo inerme e sfiduciata. Completamente spenta, Mi ostino a sfiancarmi con
attività alternative, pur chiedendomi a che scopo, tanto non correrò più. Temo
il giorno in cui la stanchezza, ora solo mentale, si abbatterà anche sul mio
fisico, così da ridurmi ad un’ameba. Il tanto vituperato 2020 sta per finire.
Al 2021 non voglio neppure pensare. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: verdana;"> </span></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyfMgUXRc04A-_pio2vZwZHp7ohfCfYt-l8E-PDLx19RJ6QOADo2JLsgIsj6OvIKc6jWgashJtqbJBUk_-P79V3B8OfdeEJ9nqP6HHlL4O52dIuqi-kNuC91GI_x87qVojCF_tODpCmBo/s960/salina+2013.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="716" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyfMgUXRc04A-_pio2vZwZHp7ohfCfYt-l8E-PDLx19RJ6QOADo2JLsgIsj6OvIKc6jWgashJtqbJBUk_-P79V3B8OfdeEJ9nqP6HHlL4O52dIuqi-kNuC91GI_x87qVojCF_tODpCmBo/s320/salina+2013.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 444.75pt;"><span face=""Arial",sans-serif"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><o:p></o:p></span></p>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-79796243749989515532020-08-05T21:59:00.000+02:002020-08-05T21:59:36.915+02:00Diecimiglia (anzi, tre) del Garda<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font face="verdana">Si può
correre senza allenarsi? Ci si può allenare senza un obiettivo? La motivazione
può essere alimentata semplicemente dalla sfida con se stessi? Tecnici ed
esperti hanno materia su cui sbizzarrirsi, un dibattito aperto ad ogni sorta di
interpretazione. Onestamente, non mi sono interrogata tanto sulla questione:
anzi, non mi sono affatto posta il problema. Troppo concentrata sulla tenuta
del mio fisico per potermi lamentare dell’assenza di gare. Anzi, a ben
pensarci, lasciare lontani gli appuntamenti importanti può essermi di
giovamento: più tempo per ritrovarmi, per ricostruire i gesti, per reimpostare
gli schemi. Il grande evento è sfumato? Pazienza. Io continuo ad impegnarmi
“come se”, seguendo le amate tabelle, annotandomi progressi e delusioni. In funzione
della mia soddisfazione e, soprattutto, del mio equilibrio psicofisico – e
scusate se è poco.<o:p></o:p></font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font face="verdana">Capita poi,
inaspettata, l’occasione di appuntarsi un pettorale. Così, all’improvviso,
senza quasi avere il tempo per pensarci né, tanto meno, per programmarsi. Cinque
chilometri scarsi, il breve ma intenso che non ho mai saputo gestire. Percorso
sconosciuto, località sconosciuta, sconosciuti i partecipanti. Perfetto. Sono
allenata? Abbastanza. In questi mesi mi sono impegnata, determinata e
concentrata nonostante tutto: posso dire di non aver perso un colpo. Sono
preparata? No. Nel senso che gareggiare non era affatto nei mei pensieri.
Meglio così. Improvvisiamo e divertiamoci.<o:p></o:p></font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font face="verdana">Già,
divertiamoci. Cosa ci vuole? Basta alleggerire la testa, liberandola dai
soliti, nefasti pensieri. Come si comporterà il piede? Sopporterò l’affanno?
Saranno adatte le scarpe? E se sorgesse qualche nuovo acciacco? Notte
tormentata, tra l’ansia per la sveglia in orario assurdo e il temporale che
infierisce con sadica violenza. Il viaggio è lungo, iniziato con acqua a
secchiate e proseguito attraverso squarci di sereno. Il lago, finalmente. Le
emozioni si affastellano tra l’orizzonte e la memoria: quel capodanno
romantico, un secolo fa; la gita di Pasqua, qualche mese più tardi, attrezzati
per affrontare la ferrata dell’amicizia. Un’altra escursione all’Altissimo di
Nago. Quindi le corse. Un’allegra competizione organizzata dalle radio
italiane, a Riva del Garda. Poi, anni dopo, i campionati italiani di mezza
maratona a Polpenazze dove, formichina tra i giganti, conquistai persino un
premio di categoria. L’album dei ricordi è ancora aperto, tante devono essere
le pagine da valorizzare e oggi aggiungeremo una nuova figurina.<o:p></o:p></font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font face="verdana">La strada si
inerpica, cambia il paesaggio e anche la temperatura: quasi uno shock termico,
dopo i quaranta gradi sopportati fino a poche ore fa. Navazzo si presenta
silenzioso e tranquillo, ancora addormentato. Una strada e, sul cucuzzolo, una
chiesa. È lassù che si concentra tutta la vivacità del borgo: là pulsa il cuore
della gara.<a name="_GoBack"></a> Diversi operatori si occupano della consegna
dei pettorali, così da non creare code né assembramenti. Ovviamente si accede
con mascherina, previo controllo della temperatura. Ricevo la busta e il pacco
gara (acqua, birra, brioche, borraccia e maglia tecnica). Ho tutto l’occorrente,
non mi resta che correre. Sì, ma non con quella faccia! Va bene, si tratta
sostanzialmente di un cross, ma ne hai fatti tanti e te li sei persino goduti. Avevi
le chiodate? Dettagli. Qui il percorso è vario, bello mosso, diciamo allegro. Allegramente
accedo allora all’area di riscaldamento (un piccolo campo da calcio), dopo l’appello
dell’organizzazione e un ulteriore controllo della temperatura. Partenze individuali,
a chiamata, con venti secondi di distacco tra un atleta e l’altro. Iniziano subito
le difficoltà: discesa a tornanti, condita con tappeto di foglie bagnate. Mi sento
subito ridicola. E il bello deve ancora venire. Subito dietro l’angolo, al
termine della rampa, curva secca a destra e via sul prato. Morbido, un bel
manto erboso, tutto sommato abbastanza compatto. Ma è pur sempre campagna. Ed è
tutto un su e giù. Scendi di là, risali da quella parte, poi di nuovo indietro,
zigzag qua e là, per poi arrampicarsi alla riconquista dell’asfalto. Nemmeno il
tempo per riassestarmi, che mi ritrovo di nuovo coi piedi sull’erba. Sono piantata.
Sarà normale tutta questa fatica? Riuscirò ad arrivare viva? Ho già subìto due
sorpassi, mi sento un’ameba. Quelle che ho superato io non fanno testo – tranne
una, che ha cercato di tagliarmi la strada per non farmi passare: vederla schiattare
è una goduria. Quando finalmente si abbandona il campo, resta circa un
chilometro di sofferenza. Ancora qualche gimcana, poi l’attacco alla rupe. La salita
mi sfianca, come non ne avessi mai affrontate in vita mia. C’è gente che
incita, dai che è finita! Uno scatto di orgoglio, per racimolare le ultime
energie sopravvissute. Che pena, però, su quei tornanti. Accenno uno sprint
negli ultimi metri, ma ormai la figuraccia è fatta. </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="verdana"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIS9fWJqmB7f_MqQL4woPHNGnP67cBwQ7nzNyCU8rc3FJKJchyXb-dMs_fktVwy9NkCS7dGYbUkoPc2l8941FlMkhSJipxr_CKDxYr5Ha6HI1zMV45Syi7cwHh9V59xELtSoBsLaPys74/s2048/DSC01846.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1365" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIS9fWJqmB7f_MqQL4woPHNGnP67cBwQ7nzNyCU8rc3FJKJchyXb-dMs_fktVwy9NkCS7dGYbUkoPc2l8941FlMkhSJipxr_CKDxYr5Ha6HI1zMV45Syi7cwHh9V59xELtSoBsLaPys74/w342-h512/DSC01846.jpg" width="342" /></a></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="verdana"><br /></font></div><font face="verdana"><o:p></o:p></font><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font face="verdana">Pessima prestazione.
Ma chi se ne frega! Ho riassaporato il gusto delle giornate più belle. Un
ritorno. Una ripresa. Una promessa.<o:p></o:p></font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC-EPQV-X5x70GE8prtDjVDiv9n35JPjGtw9wV9_n5DMkhqRpwpUzi2qF6Mr3MToTjo-6MMnF5R4awNEkzOQ1CNvv4h-_uUwjHqq4y9BM3wceikPTEmKzJIfWANSGYYADR-4v5mPpq3SQ/s959/116967629_10223793516775125_752007365497827997_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="959" data-original-width="640" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC-EPQV-X5x70GE8prtDjVDiv9n35JPjGtw9wV9_n5DMkhqRpwpUzi2qF6Mr3MToTjo-6MMnF5R4awNEkzOQ1CNvv4h-_uUwjHqq4y9BM3wceikPTEmKzJIfWANSGYYADR-4v5mPpq3SQ/s640/116967629_10223793516775125_752007365497827997_o.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com225084 Navazzo BS, Italia45.6848658 10.634146917.374631963821152 -24.522103100000002 73.99509963617885 45.7903969tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-18210506813794221152020-04-25T14:22:00.001+02:002020-04-25T14:22:14.381+02:00Bella ciao!<div class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Da quanto tempo non parli di corsa? Silenzio confuso e imbarazzato. Scaramantico. Temi di riferirti a qualcosa che non ti riguarda più: evocare il passato ti deprime, auspicare al futuro ti incupisce. Fluttui in un limbo di paradossi e contraddizioni: tra la smania di ripartire e il terrore di muovere un passo; da un’esplosione di energia a una ricaduta nel dolore; tra i “vorrei e non vorrei” e i “dovrei ma se poi”. Difficile crederci, dopo che la chirurgia ha peggiorato anziché risolvere, dopo aver visto affondare tutti i tentativi, dopo aver perso anche il piacere di una semplice passeggiata. Fino a quando le risposte paiono finalmente trasmettere il sapore della concretezza. Non sai se la svolta sia generata dentro o fuori di te, e forse poco importa. Fatto sta che sul finire del 2019 hai azzardato alcuni passi di corsa – dopo tre mesi di stop totale, preceduti da tre anni tormentati. Un minuto alla volta, ed è già una grande impresa. Che ansia! Ritrovare un gesto perduto è oltremodo complicato, quello che dovrebbe essere naturale risulta goffo e scoordinato. Sei sicura di essere ancora in grado di correre? Ecco, questo è il tarlo. La paura di volare: il terrore di cadere che ti impedisce di goderti lo spettacolo. L’ansia di ripiombare nell’incubo. Perché il dolore è ancora lì che preme, dovrai rassegnarti a conviverci: dovrai essere tu a dominarlo. Non lasciare che condizioni i tuoi pensieri, che influisca sulle tue azioni, che smorzi la tua vitalità. Prenditi cura di te, coccolati e vivi. Belle lezioni. Più difficile metterle in pratica. Ma non c’è fretta. L’inverno e il freddo non giocano a tuo favore, ma hai imparato ad affrontare le avversità. Riesci ad apprezzare i minimi progressi e a reprimere i sintomi negativi. Frulli entusiasta tra palestra, piscina e corsa. Quasi come un’atleta vera. L’obiettivo punta avanti, verso l’estate e oltre. Ogni giorno un nuovo tassello, fino a completare il puzzle.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Succede poi che, all’affacciarsi della bella stagione, quando i sensi e le sensazioni sono effervescenti e il gusto ha sfacciatamente surclassato la fatica, si presenti un bislacco intruso. Misterioso e infimo. Bastardo. Sparge ovunque morte e angoscia, impossibile non sentirsi minacciati. Tu, poi, che appena senti parlare di una malattia ne avverti subito tutti i sintomi… Proprio quando stavi ricostruendo il tuo percorso con determinazione e continuità, ti trovi a dover fronteggiare nuove ansie. Proprio quando il dolore sembrava non ricordarsi tanto bene di te, ti costringono a fermarti. Perché questo virus, oltre i polmoni, infetta anche le menti. Un delirio collettivo, un diffondersi repentino di astio e prepotenza, una caccia irrazionale al colpevole, al trasgressore: al capro espiatorio. Le istituzioni spargono a oltranza ordinanze e decreti raffazzonati e ambigui, alimentando lo sbando totale dell’opinione pubblica. Correre diventa un atto criminale. Come se il tuo passo solitario e il tuo respiro, lontano da tutto e da tutti, potessero danneggiare chicchessia. Come se la tua passione, dettata da amore per il corpo, per la mente, per la salute, fosse un vizio oltraggioso e irresponsabile. Certo, molto meglio schiamazzare sui balconi, cucinare e ingozzarsi all’inverosimile, accalcarsi al supermercato. Molto meglio dar sfogo alla violenza repressa, vomitando sui <i>social</i> accuse e aggressioni - ma sempre con l’hashtag adeguato.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A te, che di <i>social</i> hai decisamente poco (per non dire nulla), questa quarantena disturba relativamente. Evitare l’ufficio, anzi, è un toccasana. Quanto a frequentazioni, incontri, aggregazioni: non partecipavi neppure prima. Ma rinunciare alla corsa sì, questo ti pesa. Non perché avessi chissà quali ambizioni, nemmeno perché stavi giusto cominciando ad ingranare. Semplicemente perché non ha alcun senso. Hai trascorso anni cercando di comprendere la ragione che ti impediva di risolvere il tuo problema, ora che hai trovato un bandolo non puoi tollerare limitazioni dettate da assurdità. Quindi, allacciati le scarpe e vai. Attorno a casa, d’accordo, nel raggio di quella ridicola prossimità che hanno imposto, avanti e indietro come una scheggia impazzita. Per non impazzire. Nell’attesa di una normalità che in fondo non è mai esistita. Del resto, al futuro incerto sei abituata.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDB6-8YG9gKtSnRLCn7s9yyc3qbur-bjbHbc4-m5BiGXJxGKvo0TGxhpa7gVyqTm1Nfb-BX8BJ2ldHN9awg_yg73hFGFiZdUBoiY-McyTEqVV0aDGBqZFttUedKWr_JhiVPsjPwIpFcUo/s1600/IMG-20200425-WA0003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDB6-8YG9gKtSnRLCn7s9yyc3qbur-bjbHbc4-m5BiGXJxGKvo0TGxhpa7gVyqTm1Nfb-BX8BJ2ldHN9awg_yg73hFGFiZdUBoiY-McyTEqVV0aDGBqZFttUedKWr_JhiVPsjPwIpFcUo/s400/IMG-20200425-WA0003.jpg" width="300" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #222222; font-size: 11pt; line-height: 15.6933px; margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-39755734447020482462019-10-13T18:57:00.000+02:002019-10-13T18:57:11.858+02:0001:59:40<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ho accolto la notizia con scetticismo, per non dire
indifferenza. Un altro circo come quello allestito due anni fa a Monza, giusto
per aumentare le vendite di quelle fantascientifiche scarpe – che fanno credere
anche all’ultimo dei tapascioni di poter battere tutti i record. Poi comincio a
dare un’occhiata a qualcuno dei video che promossi da Ineos. Un’operazione di
marketing di tutto rispetto, al fine di rendere l’evento un’esperienza a cui è
impossibile sottrarsi. Al centro di tutto c’è l’uomo, prima che il campione:
più che i primati, le vittorie, le prestazioni straordinarie, ne viene mostrata
l’umiltà, la dedizione, la vita spartana. Una rosa nel deserto. Concentrarsi su
un obiettivo e vivere in funzione di esso, senza fronzoli e senza distrazioni,
lavorando sulle proprie capacità e fondando su di esse una sicurezza
inossidabile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sveglia alle 7.30, per essere in perfetto orario davanti
alla TV. Non so cosa aspettarmi, non riesco a farmi un’idea circa il risultato,
né so cosa mi soddisferebbe: un fallimento, per poter credere che il futuro sia
ancora là da venire e tanta strada sia ancora da percorrere, o un successo, per
dare una scossa all’intero panorama atletico e far sognare un po’ noi piccoli
esseri. Di sicuro io, che sono nata nell’anno del primo uomo sulla Luna, ora
sto per assistere a qualcosa di simile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le immagini che precedono la partenza assomigliano a quelle
di qualsiasi grande maratona: un manipolo di africani che scalpitano sulla
linea di partenza. Lo sparo apre le danze: con una coreografia perfetta prende
forma lo schieramento che scorta il predestinato verso l’impresa. Sette uomini
in posizioni strategiche scandiscono e riparano un ritmo che sfiora l’impossibile.
Tutto all’interno di una corsia ben tracciata, seguendo un raggio verde
proiettato dall’auto che determina l’andatura. Terminato un giro, con sapienti
pennellate sfumano le prime lepri e si innesta il secondo gruppo: la stessa
geometria, la medesima figura costruita ad arte. Sì, quello che stanno
realizzando questi 41 uomini è un’opera d’arte. Qui non viene sublimata solo la
prestanza fisica: quello che è stato pianificato in mesi di studio è un vero
inno alla bellezza del gesto atletico. Sono incantata dalla perfezione con cui
questi corpi si muovono: e non si tratta solo <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>della tensione dei muscoli o dell’equilibrio
dell’incedere, elementi che si possono ammirare in qualsiasi manifestazione di
alto livello. Ciò che rende unico questo spettacolo è la costruzione armonica
dei gesti. In una sincronia impeccabile, persino le espressioni sembrano
rivelare un ruolo ben preciso: più tesi i volti degli atleti in posizione
laterale, più rilassato quello del capitano che precede Kipchoge. Lui, appunto,
il fulcro di tutta l’operazione. Non lascia trasparire nulla. Cosa starà
pensando? Che cosa passa nella testa di un uomo che sta correndo verso la
storia? Impassibile, quasi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>come non
respirasse neppure. È umano costui? Poi lo vedi sbuffare e capisci che, forse,
un po’ di fatica la stia provando. Però, nell’ultimo giro, quando ormai il
miracolo ha preso forma, lo vedi attento alle inquadrature: si accorge di
essere inquadrato e sorride. Dico: dopo quasi 40 chilometri ad un ritmo forsennato,
quest’uomo riesce a sorridere! E il sorriso si allarga a mano a mano che si
avvicina al traguardo. Una gioia serena, sicura, intensa. Di chi sa quanto vale
e non ha bisogno di ostentarlo. Alza le braccia e si batte il petto verso la
linea di un nuovo mondo. Il raggio verde si è spento già da un chilometro, gli
angeli custodi sono arretrati: ormai non ha più bisogno di nulla, ormai ha
tutto.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFBhVwIF4d1Emv4eiLrnu85ycD5eaY5HjThpI0YJNsb9CGthpxnzhvpkxM-aWJevJSCENDUYGsDJTNI6WE0oyotILSdra4Njc7W9ozdFwjP6FJF8rCgiu_bUYH3J1qrMi8aQTC04eSJy4/s1600/Eliud-Kipchoge-Vienna-marathon-AP-380.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFBhVwIF4d1Emv4eiLrnu85ycD5eaY5HjThpI0YJNsb9CGthpxnzhvpkxM-aWJevJSCENDUYGsDJTNI6WE0oyotILSdra4Njc7W9ozdFwjP6FJF8rCgiu_bUYH3J1qrMi8aQTC04eSJy4/s320/Eliud-Kipchoge-Vienna-marathon-AP-380.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tutto ciò che c’era di costruito, artificioso, commerciale
dietro a questo evento, cade in secondo piano. Io ho visto solo uno spettacolo
di ineguagliabile bellezza, il capolavoro di un uomo straordinario che ha
saputo coinvolgere ed emozionare. Fino
alle lacrime.</span></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-33903778316894941872019-07-29T23:14:00.000+02:002019-07-29T23:14:07.522+02:00Magiche staffette<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Adesso che sono finite, cosa faccio? Mi fermo, di nuovo ai
box, guarda caso. Sembra fatto apposta: se ho zigzagato tra gli acciacchi dalla
prima all’ultima staffetta, riuscendo ad impegnarmi al massimo ad ogni
appuntamento, ora sono sul punto di arrendermi. Il calcagno è insopportabile, non
mi concede nessuna tregua. E il mio incedere claudicante destabilizza l’intero
organismo. Muscoli e articolazioni in rivolta, mi sto piano piano decomponendo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eppure, sembrava che tutto procedesse più che
dignitosamente, sono persino riuscita a correre a velocità vicine a quelle dei
tempi migliori. Certo, l’esordio non è stato dei più brillanti. Ma in quella
fredda sera di inizio primavera potevo avvalermi di diverse attenuanti: totale
assenza di allenamento, raffreddore in incubazione, orario, clima e percorso
imbarazzanti. Per non parlare dell’inesperienza verso questa tipologia di gara.
Di staffette ne avrò corse tre o quattro in tutta la mia vita, in un passato
ormai troppo lontano. Non so come si interpretano, né come si gestiscono. So
solo che bisogna correre forte. Ecco, qui casca l’asino. Il mio “forte” è
all’incirca quello che per i miei compagni di squadra corrisponde al ritmo di
riscaldamento. Ho detto compagni, e non si tratta di un refuso. L’idea era
quella di ricostruire il fantastico trio del giro delle Eolie 2017, ma il mio
entusiasmo coinvolge solo Pez. Il terzo uomo, Daniel, lo conosciamo la sera
stessa, e la sua carica sarà determinante. Freddo, pioggerella, buio pesto:
condizioni perfette per una pessima figura., Nonostante tutto (soprattutto,
nonostante me), non arriviamo ultimi. Una fatica colossale, come una lunga
ripetuta - chi se le ricorda più? Scattante ed esplosiva non lo sono mai stata,
né potrò mai esserlo, ma se nei prossimi giorni riuscissi ad attivare la
modalità “allenamento” qualcosa si potrebbe migliorare. Una certezza comunque
l’ho acquisita: quella della staffetta mista è stata un’idea geniale. Non
facciamo classifica, non abbiamo nulla da vincere né da perdere: gareggiare
senza ansia da prestazione, spremersi al massimo per quei pochi minuti, tra
l’incitazione dei compagni. Che, insieme al testimone, ti passano anche la loro
foga. Gli avversari non ti considerano, tanto non sei una minaccia: e tu
ricambi la cortesia, non curandoti affatto della posizione di chicchessia (e
nemmeno della tua). Adrenalina senza stress, è quello che mi serve.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1NQw0XYCdGNdJVJV38S4HJ2V1-_Ngq_fdI9etm9m0fQ8n0EGLvAi5geLPrQ-P3bMb_FlTBiXWCLEmRX8_K3ji1gU68fL30qH9Jw3jjXwXqA63l4hriKMWA9bmgXyT7G6u81-8jPjIJbk/s1600/anzola.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1NQw0XYCdGNdJVJV38S4HJ2V1-_Ngq_fdI9etm9m0fQ8n0EGLvAi5geLPrQ-P3bMb_FlTBiXWCLEmRX8_K3ji1gU68fL30qH9Jw3jjXwXqA63l4hriKMWA9bmgXyT7G6u81-8jPjIJbk/s320/anzola.jpg" width="213" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La seconda prova si presenta dopo un mese. Un’altra serata
gelida, l’inverno quest’anno non ha fine. E anche questa gara è interminabile:
inizia tardi, dura il doppio e termina a notte fonda. Mi tocca correre all’ora
in cui di solito abbraccio il cuscino. Mi sarò scaldata abbastanza? Sopporterò
le scarpe nuove? Reggerò due frazioni senza cadere a pezzi? Una staffetta
moltiplicata per due è una vera agonia. Arrivo in ginocchio, dolorante in ogni
cellula. Ma quando leggo la mia prestazione sul Garmin rinasco. Vedi, basta
poco. Ci vorrebbe solo un po’ di continuità, tornare alle buone abitudini,
riappacificarsi col corpo e con la mente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAaLZkC0jmbHnQPRKFFcvCTqOmxZTC85griKuCjfr7D-t28g1Ca4vWF6D1Xr4Jb9pRTeCKn1n3TUEJIOpmNy6FyMhQztL59RZqR3zpxqwXLmQpdmq6lBbHqrc_7yyw7FDWkwuh1xpDLXM/s1600/pontelungo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; float: right; font-family: Verdana, sans-serif; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAaLZkC0jmbHnQPRKFFcvCTqOmxZTC85griKuCjfr7D-t28g1Ca4vWF6D1Xr4Jb9pRTeCKn1n3TUEJIOpmNy6FyMhQztL59RZqR3zpxqwXLmQpdmq6lBbHqrc_7yyw7FDWkwuh1xpDLXM/s320/pontelungo.jpg" width="213" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’illusione di un attimo. Provo a riprendere la routine
degli allenamenti e alla mia seduta preferita, le salitelle, il polpaccio dice
stop. Non avevo mai sofferto in quest’area, e non mi spiego perché da qualche
mese a questa parte sia diventato il mio (nuovo) punto debole. Destro e
sinistro a fasi alterne. Si deve essere rotto qualche altro ingranaggio: la
postura, l’appoggio, la struttura. Sta di fatto che arrivo alla terza prova al
culmine dell’incertezza. E stavolta si tratta di un cross, da affrontare con le
chiodate: l’ideale per un tallone e un polpaccio andati a male. Mi angoscia l’idea
di cedere sul più bello, quando i miei compagni mi aspettano al varco. Invece…
Saranno state le scarpette fiammanti, o l’erba fresca, oppure l’energia di un
pettorale e di voci incitanti. In quel terreno accidentato, tra quei zigzag, ho
volato. Il polpaccio? Chi ci pensa più. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Castenaso, di nuovo erba, e per finire un po’ di pista. Questo
campionato permette di sperimentare ogni sorta di terreno, mi dovrò adeguare. La
nostra squadra, del resto, deve adeguarsi alla defezione di Pez, che preferisce
solcare altre strade. Peggio per lui, fortunatamente non mancano degni
sostituti. Fabio prima, Ladislao oggi. La parola d’ordine è divertirsi. E poco
importa che quello che ho stampato sul volto assomigli più ad un ghigno che ad
un sorriso. Ogni volta credo di morire, ma ogni volta mi sento al settimo
cielo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvmPawziVdmbYNDf69T0MX4pgjt6ISbF1M4fXfSts6tIDpoKfI08jH4OZhiFKzjzRVNpd-Py3GDsEaDwjMgtMb0xdi0SeuKNo2mvEDvyN5QbdT9NVVeNCGHnnfhQl1FqGjzCYnydCPho0/s1600/pioppeto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvmPawziVdmbYNDf69T0MX4pgjt6ISbF1M4fXfSts6tIDpoKfI08jH4OZhiFKzjzRVNpd-Py3GDsEaDwjMgtMb0xdi0SeuKNo2mvEDvyN5QbdT9NVVeNCGHnnfhQl1FqGjzCYnydCPho0/s320/pioppeto.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Arriva giugno, e la mia staffetta preferita. Non chiedetemi perché.
Obiettivamente di bello non ha proprio nulla: strade anonime in una zona squallida.
Forse perché è stata la mia prima staffetta, nei miei anni migliori; forse perché
qui mi sono espressa degnamente anche in tempi non troppo remoti. Insomma, per
gli arcani misteri del cuore, al Pioppeto sono affezionata e sono oltremodo
contenta di poterla affrontare. Spingo al massimo nei rettilinei, cerco di non rovinare
tutto nelle curve, e realizzo un tempo per me stratosferico. Sono talmente
entusiasta da lasciarmi convincere a partecipare al diecimila della domenica
successiva: le colline del Secchia. Bella corsa, per quel po’ che ricordo:
poteva essere il 2003 o il 2004, correvo per il Ghinelli e andammo in
rappresentanza della Uisp per contenderci non so quale trofeo. Diluviava, e un’avversaria
di stazza mastodontica cercò di farmi fuori con una spallata – non mi è ancora
andata giù. Me la ritrovo sulla linea di partenza anche stavolta. La domino per
un po’, fino al risveglio del tallone maledetto. Se al dolore aggiungiamo la
scarsa condizione generale, ne esce una gara penosa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una decina di giorni per rimettermi in piedi: si gioca in
casa, vietato mancare. Manca invece Daniel, anche lui acciaccato: e io che
pensavo di avere l’esclusiva dei malanni. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fabio e Ladislao sono i miei fidi scudieri. Il
drago da infilzare consiste in un perimetro rettangolare di un chilometro
scarso, ostacolato da fittoni e tratti bui, da ripetere due volte. Esatto, un’altra
staffetta “doppia”. No, questa formula non trova alcun consenso, ma vediamo di
farcela piacere. Come sempre, temo di fallire, di crollare anzitempo. Invece,
denti stretti e cuore in gola, mi spremo fino all’ultimo metro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9Tkn541mD8yobLSHSz54q6RrETR21rCdkoTzly1DYy-KyCMhB8Z5M5T2O1_1UB44nhRoGjZgxxXCD51StrKFU7-yY4CSTdEgoE2eZOXOyX1d2-mscswFQkl4DxizpYGGi9qIp5DCeq5o/s1600/casalecchio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1048" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9Tkn541mD8yobLSHSz54q6RrETR21rCdkoTzly1DYy-KyCMhB8Z5M5T2O1_1UB44nhRoGjZgxxXCD51StrKFU7-yY4CSTdEgoE2eZOXOyX1d2-mscswFQkl4DxizpYGGi9qIp5DCeq5o/s320/casalecchio.jpg" width="209" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Percorso bizzarro quello di Casalecchio. Un po’ di asfalto,
un po’ di erba e un po’ di bossoli. Siamo in un campo di tiro a volo, e meno
male che non siamo noi i bersagli. Troppe curve, secche, a gomito; troppi cambi
di direzione e di terreno. Fatico a spingere, non trovo passo né ritmo.
Stavolta non mi sono piaciuta, e il calcagno riprende a disturbare troppo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una settimana difficile quella che precede la staffetta di
Ca’ de Fabbri. Il dolore è di nuovo al centro della mia attenzione, ancora a disturbare
il mio quotidiano. Rincorro una sorta di condizione atletica che continua a
sfuggirmi, e la sconfitta è sempre più concreta. Devi insistere, convincerti
che è solo una questione di resistenza: di riabituare il tuo piede e il tuo
organismo al gesto della corsa. Puoi riuscirci solo correndo. Già, ma come? Con
un coltello conficcato nel calcagno, con muscoli, tendini e ossa tesi e
disarticolati come in un burattino impazzito? Non è meglio rassegnarsi all’evidenza?
No, non ci riesco. E porterò a termine anche la penultima prova. Impegnativa come
tutte, come tutte tirata al massimo. Ridicola in termini assoluti,
importantissima per me. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7xj8aCqpNCC9HyU3bOpkgLG6m1jIykfiZ7N7zhMZWZCB-ONpVjIOA8n7bqtcO4LnF5GsJe9ywznhAWJAf3XJxULBzFA98xfi34ObU-0LgSW3w9mahkLh0K5r5z-Zcat4yVI56TpHCm5I/s1600/ca+de+fabbri.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7xj8aCqpNCC9HyU3bOpkgLG6m1jIykfiZ7N7zhMZWZCB-ONpVjIOA8n7bqtcO4LnF5GsJe9ywznhAWJAf3XJxULBzFA98xfi34ObU-0LgSW3w9mahkLh0K5r5z-Zcat4yVI56TpHCm5I/s320/ca+de+fabbri.jpg" width="213" /></a></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Affossare l’entusiasmo è questione di un attimo. Basta avvertire
di nuovo una scossa al polpaccio, e tornare sui tuoi passi con la coda tra le
gambe. Dai, che non è nulla. Un bel massaggio, qualche giorno di riposo, e
sarai pronta per l’ultima staffetta. Forse. Intanto, di riprendere ad allenarsi
non se ne parla proprio. Riesci giusto a sgambettere attorno a casa, come
nemmeno l’ultimo dei tapascioni. Quasi speri che la prova della Ca’ Bura venga
annullata. Con questo diluvio, tra tuoni e fulmini, sarebbe legittimo: ne va
dell’incolumità dei podisti. Invece no, bisogna rendere onore al gran finale. Così
non resta che confidare nell’effetto del Voltaren – e in quello del pettorale. Quando
Daniel mi passa il testimone, do sfogo a tutta la grinta e la rabbia che ho in
corpo. Cerco di non farmi intimidire dalla salita scivolosa, e di minimizzare i
danni in discesa. Ora dovrei sprintare fino al traguardo, ma fatico a tenere
alto il ritmo. Potevo chiudere meglio, non mi è riuscito. Scarsa di rendimento,
di condizione, di tutto. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBeXiHnE-8kBc0Q-X-WUJ2o1Af803iuDCg7ZjzMStklhlTBBBy9hF1HBAXxMS3Wly8dNMpDxYhT0X8Ve_c9KdYJoKKNb9cmfgWl7tXD8W-OYHulYiaeXN_dtB_qhftN4M1UzdTwb8ivHE/s1600/ca+bura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBeXiHnE-8kBc0Q-X-WUJ2o1Af803iuDCg7ZjzMStklhlTBBBy9hF1HBAXxMS3Wly8dNMpDxYhT0X8Ve_c9KdYJoKKNb9cmfgWl7tXD8W-OYHulYiaeXN_dtB_qhftN4M1UzdTwb8ivHE/s320/ca+bura.jpg" width="213" /></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Adesso che sono finite, cosa faccio? Manca un mese all’evento
più importante dell’anno e io sono lontana anni luce dall’essere pronta. Contavo
nella ripresa, ma qui si continua ad affondare. Peggio dell’anno scorso. Con le
ambizioni azzerate, anche le speranze si riducono al lumicino – e l’idea di
mollare definitivamente tutto si fa sempre più assordante. Non vedo appigli, e
il naufragare in questo mare non mi è affatto dolce. Mi aggrappo a chi ancora
crede in me. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dobbiamo essere più forti
del dolore</i>. Ricordamelo ogni giorno, ogni istante.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-7637856322957934192019-04-23T10:55:00.000+02:002019-04-24T11:07:49.769+02:00Da Lovoleto a Soragna, attraverso la Romagna: la sfida è iniziata<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #3d85c6;"><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">A ogni incontro con la primavera</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">non so star quieta – sorge il desiderio</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">antico, un’ansia mista ad un’attesa,</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">una promessa di bellezza</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">e una gara di tutto il mio essere</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">con qualcosa che in essa si nasconde.</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">Quando la primavera svanisce</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">v’è il rimorso di non averla guardata abbastanza.</span><br style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; text-align: start;">(Emily Dickinson)</span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Rassegnarsi o perseverare? Ammettere l’ineluttabile o
confidare in altri orizzonti? In termini concreti: accontentarsi di quattro
passi in compagnia o impegnarsi per nuove sfide? Credendoci ancora. Che sia
questo l’errore? Credere nell’impossibile. Come se le favole avessero un fondamento,
come se a tutto potesse porsi rimedio. Non essere così negativa, ti dicono.
Già, perché mai dovrei esserlo? Perché abbattersi se dopo due anni, due
interventi chirurgici, infiniti farmaci e terapie d’ogni sorta l’unico risultato
è il nulla? Proviamo pure a non pensarci e corriamoci sopra. Che magari, così
come è arrivato, quel dolore se ne andrà, hai visto mai. Dimenticati di lui,
come se non esistesse: anzi, come se non fosse mai esistito. Cancellalo dai
tuoi pensieri, dal tuo vissuto: rimuovilo da tutti i ricordi, da ogni pagina
della tua storia. È altro da te. Tu non sei quel dolore: tu sei <i>GoValeGo</i>! Che
non significa piangere sulla beata gioventù che non può tornare: significa
concederti la possibilità di gioire ancora. Qui e ora. Gioire della sofferenza:
quella bella, data dai polmoni che esplodono, dalle gambe di piombo, dalla
vista che si annebbia nel fissare il miraggio del traguardo. Questa è l’agonia
che ti rende viva. Vuoi proprio che uno stupido calcagno infiammato, un noioso
muscolo contratto, una banale influenza ti sottraggano la tua linfa vitale?
Probabilmente nella tua vita precedente eri un orribile criminale, e ora stai
scontando tutte le tue pene. Ma verrà il giorno del riscatto, e dovrai essere
pronta. Non importa se ora ti senti un gambero (per tre passi avanti, due sono
a ritroso); non ti curar del male che un giorno sembra dormire e il giorno dopo
scalcia come un indiavolato; non contare i troppi secondi che appesantiscono la
tua media al chilometro. Concentrati su quel chilometro in più, su quel
sorpasso che non speravi di compiere, sulla meraviglia di ciò che stai
realizzando. Stai correndo. Non come vorresti, non quanto vorresti. I risultati
non ti soddisfano, le incertezze ti destabilizzano, il supplizio è una
costante. Ma tu non abbassi la testa. Anche a costo di sfiorare il ridicolo.
Perché buttarsi in una staffetta composta da soli uomini, rischiando
l’ultimissimo piazzamento, richiede un grande coraggio. Così come inanellare
quattro gare in tre settimane, senza nessun allenamento, sfidando acciacchi
cronici, contratture nuove, tosse, febbre e… Cosa manca? Forse un giorno
troverai un bravo esorcista. Nel frattempo, si sappia che <i>GoValeGo </i>è viva e
lotta insieme a voi. Antipatica come sempre, scontrosa e intrattabile come solo
lei sa essere. Ma smaniosa di buttarsi a capofitto su di una tosta tabella di
allenamento, verso allettanti obiettivi. Che ad aggiustare il tiro c’è sempre
tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX9ack0z4wDdpF9pYj1lMkIRd_8yWIBr_EzQ20c7uloXnLZMtEJv1JWGihKCJiLGJN2WHev1o8L4oUZ9lGwtwLUTV8h5YxyXsNWgyJww7Mb4P5urao7U4zUdnLe5SZWAYHb39C5f-Z12M/s1600/IMG-20190413-WA0024.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="699" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX9ack0z4wDdpF9pYj1lMkIRd_8yWIBr_EzQ20c7uloXnLZMtEJv1JWGihKCJiLGJN2WHev1o8L4oUZ9lGwtwLUTV8h5YxyXsNWgyJww7Mb4P5urao7U4zUdnLe5SZWAYHb39C5f-Z12M/s320/IMG-20190413-WA0024.jpg" width="139" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per la cronaca, queste sono le recenti competizioni sulle
quali ho lasciato un’insignificante traccia:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">31 marzo – 5mila di Lovoleto (non ultima, ma quasi)</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">7 aprile – 10mila di Alfonsine (non correvo 10 km da
novembre)</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">12 aprile – Staffetta della Montagnola (1km di agonia, più
piano di così si cammina, ma che ridere!)</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">14 aprile – 5mila di Russi (la miglior media dell’ultimo
anno di corsa)</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">22 aprile – 9,8 km, Criterium degli Assi a Soragna (tosse,
febbre, antibiotici: cosa aspettarsi?)</span></li>
</ul>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">What’s next? Difficile dirlo. Sogno il giorno in cui potrò
affermare con determinazione i miei progetti immediati e futuri. Per ora so che
oggi mi alienerò sui rulli: l’inverno è duro a morire, ma io lo sono di più. </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-24851948347541429442019-03-01T13:39:00.000+01:002019-03-01T13:39:27.456+01:00Trofeo Otto Comuni - Finale<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi si nota di più se vado e non mi piazzo, o se resto a casa
e realizzo che avrei potuto piazzarmi? Sì, ma quante possibilità ho? Il calcolo
delle probabilità è a mio sfavore, e l’idea di guidare un’ora per correre 6
chilometri non alletta molto. Però, qual è l’alternativa? Tentare una corsa
solitaria, col rischio di fermarmi a ripetizione per il dolore, oppure
partecipare alla camminata domenicale, col sorriso di circostanza di fronte ai
tanti <i style="mso-bidi-font-style: normal;">come stai</i>. Domenica rovinata in
entrambi i casi. Certo che, anche andare fino là per un pugno di mosche…
Insomma, mai una volta che prendi una decisione senza se e senza ma. Vai a
quella cacchio di gara, somara! Ne avessi corsa almeno un’altra, il podio del
trofeo sarebbe assicurato. Così invece puoi solo sperare in magico incrocio di
evenienze: un numero al lotto, perché la tua condizione non ti concede nessuna
certezza. Nemmeno quella di riuscire a completarli, quei miseri sei chilometri.
Puoi solo fare affidamento sulla santa adrenalina, grazie alla quale dolori e
affanni vengono ridimensionati – mentre nei pochi e maldestri allenamenti danni
fisici e turbe mentali incombono come mannaie, aggravando ogni minuto di corsa.
Esasperante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Due giri, non mi piace: non amo tornare sui miei passi,
preferisco l’andata e ritorno, vedere l’arrivo solo alla fine. Partenza imbottigliata,
strade strette, curve e ricurve. Scalpito. E mi innervosisco. Il primo
chilometro è decisamente lento, e le mie avversarie sono tremendamente lontane.
Che poi, quali sono le mie avversarie? Non so proprio con chi mi stia giocando
il terzo posto e, onestamente, preferisco non saperlo. Ho risorse limitate, che
gestisco a fatica. Questa distanza, poi, per me è un’assoluta incognita. Non così
corta da permetterti di sparare tutto e subito, né così lunga da consentirti giochi
tattici. Senza contare il fatto che io, quanto a tattica, sono sempre stata una
schiappa. Domenica scorsa sono partita come un razzo, per poi pagarla nel
finale. Oggi, con l’intasamento, ho da subito tirato i freni, ma poi? L’aria è
decisamente fredda, troppo per i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>miei
gusti. Rispetto ad una settimana fa, mi sento più impacciata. Cerco di curare l’andatura
- piedi gambe braccia, controlla! Sarebbe bello sciogliere le briglie nel
secondo giro, è così che si dovrebbe fare. Se solo avessi più chilometri nei
miei muscoli, se solo avessi potuto allenarmi decentemente…succederà mai? Non è
il momento, nessun dubbio è ammesso ora: ora l’imperativo è spingere al massimo
fino all’ultimo metro. Insomma, più o meno. Impegnarsi, dai: che non si dica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">potevi fare meglio. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sarebbe bello se, a giochi conclusi, si potessero consultare
le classifiche. Invece no, tocca assistere alla premiazione di tutte le
categorie, dai neonati agli anziani. Naturalmente, le vecchie sono le ultime ad
essere considerate. A teatro ormai svuotato, apprendo che potevo tornarmene a
casa subito. Pazienza. Ci ho provato, no? Vado a sfogarmi un po’ sulla
cyclette, meditando sul da farsi nei giorni a venire. Senza un obiettivo mi manca
la motivazione; senza uno stimolo mi manca la forza di sfidare il dolore. Rischio
di spegnarmi proprio quando la stagione va accendendosi. Reagisci!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNy_p4cJymUj3WX13yDMk98x1W4CtOjz1oaiWUO1bduQLPNlk6awqwJnTWes6MyrEOVzLFhDS-HDfV7KCc3G3TW448wYHZ0xZw6xbG_9PkJmVXcCQseJHx2V7-U_gSojORlTr6P8XPZgc/s1600/DSC_5597-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1508" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNy_p4cJymUj3WX13yDMk98x1W4CtOjz1oaiWUO1bduQLPNlk6awqwJnTWes6MyrEOVzLFhDS-HDfV7KCc3G3TW448wYHZ0xZw6xbG_9PkJmVXcCQseJHx2V7-U_gSojORlTr6P8XPZgc/s320/DSC_5597-2.jpg" width="301" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-81860514191374051922019-02-05T14:06:00.000+01:002019-02-05T14:06:30.570+01:00Cross di Rubiera: a volte ritornano<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Devo ancora
metabolizzare la mia prestazione alla Cinque Mulini, quando mi si prospetta
l’opportunità di partecipare ad un altro cross. Non ci starai mica prendendo
gusto? Sono io la prima a non capacitarmi.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Dove si sono nascoste tutte le mie paranoie? Dov’è finita la Valentina irresoluta,
recalcitrante, quasi sprezzante? Quella che, undici anni fa, riflettendo sul cross
di Rubiera, si esprimeva senza mezzi termini (<a href="https://valerunner.blogspot.com/2008/02/strade-di-corsa.html" target="_blank">qui</a>)? Polverizzata, insieme ai
frammenti di un calcagno martoriato. Sempre lui il responsabile: è lui che,
ormai da due anni, determina i miei movimenti – nel senso più ampio del
termine. Li consente e li vieta, a fasi alterne, senza logica. Un interruttore:
mi accende e mi spegne, buio e luce, luce e buio. Da stordire. Brancolando tra
ombre e abbagli, mi butto dove capita. Pur di correre. Quello che non uccide
fortifica, si dice così? Sia crisi di astinenza oppure rifiuto di marcire nella
fossa: si tratti di irresponsabilità o di istinto di sopravvivenza, il
risultato non cambia. Jader intende fotografare una gara? Allora gareggio anch’io.
Nei limiti del possibile, ovvio. Sempre col dubbio, va da sé. Intanto mi
iscrivo, poi vedremo. Vivere nella nebbia è deprimente: mi manca l’orizzonte. Mi
butto nella mischia per godere di una botta di adrenalina, per sentirmi viva e
combattente, ma la lotta è sempre impari. L’illusione di un attimo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiNTWSw0ftn366z5zPpDTiMS2AHZwNYjNuSzVX4Zz5afKJETFjlnBR7IzdMJQhhSQZcFjwe01WPHbcdnMp3D3ChXe57VyrrMchdYwWI053mvpQPDQO77As5rtR5nMglEf9ASK41g8d_SY/s1600/51374390_10218778728968564_5167670965118697472_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1040" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiNTWSw0ftn366z5zPpDTiMS2AHZwNYjNuSzVX4Zz5afKJETFjlnBR7IzdMJQhhSQZcFjwe01WPHbcdnMp3D3ChXe57VyrrMchdYwWI053mvpQPDQO77As5rtR5nMglEf9ASK41g8d_SY/s320/51374390_10218778728968564_5167670965118697472_o.jpg" width="208" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">foto: https://www.facebook.com/Jadersimages/</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 12pt;">Però, come
puoi pensare di rinunciare a tutto questo? Quando persino le condizioni più
avverse non ti piegano, quando non ti curi di pioggia, fango e neve, quando
salti i fossi come non avessi mai fatto altro nella vita (beh, quasi): questo è
il tuo mondo, non ne esiste uno diverso. Arrivi al campo e inizia il diluvio. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Non credo di farcela</i>, sospiri. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Non sei obbligata</i>, ti rincuorano. Naturale,
perché dovresti esserlo? Eppure è così che ti senti: obbligata verso te stessa.
Rinunciare sarebbe semplice, quasi scontato: in una giornata così, nessuno ti
biasimerebbe. Torneresti a casa asciutta e indenne. Peccato che ti ritroveresti
rammaricata e abbattuta. Se proprio devi abbatterti, fa che avvenga al termine
della battaglia. Armati di chiodi e buttati. Coprirsi troppo non serve, i
tessuti si inzuppano, mentre la pelle può resistere. Questione di minuti. Il percorso,
già solcato dalle categorie precedenti, è ridotto in poltiglia. L’alternativa è
correre sulla neve, più compatta. Dovendo scegliere il male minore, preferisci
affidarti all’istinto – cioè, preoccuparti esclusivamente di procedere senza
volare a terra. Temi di non farcela, non tanto per le difficoltà strutturali,
quanto per la tua forma fisica: del tutto inesistente. Gambe piantate e respiro
affannato, annaspi nella melma temendo di affogare. Perché tanta fatica? Perché
come un’oca sei partita in tromba, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>perché
da una vita non riesci ad allenarti, perché queste gare non ti saranno mai congeniali.
Dai, ancora tre giri, cerca di sopravvivere. Che dopo un po’ il ritmo si fa
amico e smetti di sentirti ridicola. Stai correndo, eccome se stai correndo. Non
sarai un esempio di stile, ma hai conosciuto momenti peggiori. Ebbene si: la
tua figura più misera l’hai realizzata quando eri giovane e forte. Adesso,
vecchia e malandata, ci credi più di allora. Ti impegni a spingere, a non badare
al piede che scivola, a gestire gli appoggi incerti. Ultimo giro. Il cuore in
gola, vorresti abbandonarti al pensiero che ormai è fatta e brancolare fino al
traguardo. Invece no, tenere fino all’ultimo, così bisogna fare. Spremiti fino
all’osso, guadagnati l’orgoglio che ti devi. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Credo di
essere arrivata ultima. Credo che da domani tornerò nel mio guscio uggioso. Ma oggi
mi sono proprio divertita. Fatemi giocare ancora!</span><o:p></o:p></span></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-57580154378479324402019-01-30T08:36:00.001+01:002019-01-30T08:36:22.384+01:00Cinque passi nella storia: la Cinque Mulini<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Avendo ormai
constatato che la medicina è un’opinione e che, oltre ad essere zoppa, sono
ormai anche bipolare, cerco di sopravvivere a questo inverno che sembra non
avere fine (e non mi riferisco a quello astronomico). Il dolore aumenta, e
nessuno sa spiegarmi il perché: perché, fisiologicamente e anatomicamente, non
sussiste nulla che giustifichi una simile sofferenza, non in quel punto e non
in quella forma. Qualcuno lo esponga anche al mio calcagno, vi prego: non ne
posso davvero più. E non si tratta solo dello sfinimento provocato dalla
sensazione di un coltello infilzato nel tallone, dal non riuscire a camminare
umanamente, dal non trovare una scarpa adatta né una posizione tranquilla. È il
non arrivare a dare un nome a questo supplizio ciò che maggiormente esaspera:
non conoscere il nemico, ignorare contro cosa combattere, perdere fiducia e
speranza verso il mondo intero. Due settimane senza muovere un passo di troppo,
un’infiltrazione, una manipolazione, un paio di dosi di antinfiammatori:
vediamo cosa succede. Proviamo, almeno, a festeggiare correndo i nostri
compleanni. Per poi ricadere nel tunnel. Voglia di sparire, di non farmi
vedere, di eliminare qualsiasi forma di contatto: a nessuno interessano le mie
disgrazie, sono venuta a noia perfino a me stessa. Non ho nulla di nuovo da
raccontare, nulla di vecchio che valga la pena riesumare; niente da chiedere né
tantomeno da ascoltare. Riesco solo a piangere. So benissimo che non serve a
nulla, che non è la soluzione, che le disgrazie vere sono altre. Ma questa
nebulosa in cui vivo ormai da anni è sul ciglio di un buco nero. Ho paura.
Paura che le risposte tanto anelate possano all’improvviso rivelarsi
indesiderate; paura di perdere di vista i pochi punti di riferimento a cui mi
sto aggrappando; paura di abbandonarmi, trascurarmi, abbruttirmi. Fa che la
passione continui a bruciare, affinché non manchi la forza per reagire.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le reazioni
di un individuo al limite della sopportazione sono spesso sproporzionate. Un
giorno mi sento uno zombie e fatico ad alzarmi dal letto, il giorno dopo mi
iscrivo ad una gara che nemmeno nei miei anni d’oro avrei pensato di
affrontare. Avevo addirittura sempre creduto che la Cinque Mulini fosse roba da
extraterrestri, non mi ero proprio posta la questione che potesse esserci
spazio anche per i comuni mortali. Invece, incredibile a dirsi, possono
correrla anche i rottami come me. Oddio, perché voglio farmi del male?
Semplice: me ne farei molto di più restando a casa o, peggio ancora, inducendo
persino il “mio” fotografo a non andare. Miseri e tapini a flagellarsi a
vicenda, che bel quadretto. No, grazie, mi sono già fustigata abbastanza. Se
devo proprio soffrire, che almeno soffra correndo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUVBML4Oh6n-hvhTgY2G2EcyFlw1YL9KvRbhEhmYYpj4z8xKZ4kr53iOIEi-n5PQB1p4acwX1gopzIRWp43DHGt5Wpg2meVSZTQURXSA6SYn3rLi74GqL6bfBOAKg8SE_5pZgoayEEbLc/s1600/DSC_2976.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUVBML4Oh6n-hvhTgY2G2EcyFlw1YL9KvRbhEhmYYpj4z8xKZ4kr53iOIEi-n5PQB1p4acwX1gopzIRWp43DHGt5Wpg2meVSZTQURXSA6SYn3rLi74GqL6bfBOAKg8SE_5pZgoayEEbLc/s320/DSC_2976.jpg" width="213" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo una
notte trascorsa a combattere coi miei spauracchi, il campo sportivo pare un luogo
celestiale. Sono emozionata. E non si tratta della consueta tensione pre- gara,
che tanto dalla competizione mi aspetto ben poco. Mi entusiasma perlustrare i
sentieri che ho sempre visto in TV, mi eccita pensare che tra poco solcherò
anch’io quei tracciati. E quei mulini! Il passaggio al loro interno è uno
spettacolo unico, ripenso a quanto ci faceva ridere immaginare il mio
caracollare in una simile situazione. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ti
vorrei proprio vedere su quei gradini</i>. Ecco, oggi mi vedrai. Non mi
spaventano, neanche un po’. Nulla mi spaventa ora. La mente è completamente
sgombra: intendo semplicemente godermi il momento. Fatico un po’ a trovare il
mio assetto, meglio dire che non lo trovo affatto. Le variazione del terreno mi
creano qualche difficoltà, dovute soprattutto alla mia totale estraneità alle
scarpe chiodate. Paradossalmente, comincio a sentirmi a mio agio una volta in
mezzo ai campi. Nonostante le buche e i fossi da saltare, riesco persino a
guadagnare qualche posizione. Quando me lo ricordo, cerco di controllare
l’andatura: sollevo le ginocchia, oscillo le braccia, spingo sui piedi.
Insomma, ascolto le voci. Difficile esprimersi sul risultato, ma intanto metà
gara è andata e i mulini sono nei paraggi. Qui il fondo è più duro, e i chiodi
risultano fastidiosi. Ma dico, stai correndo nella storia, te ne rendi conto? La
gente, le luci, io che entro e calpesto il tappeto verde. Si fa appena in tempo
a realizzarlo, e Jader sta quasi per perdersi il mio grido di gioia, avendomi
dato forse per persa. Un altro ingresso, altri gradini, poi via, verso il
tratto più duro. Certo, l’ultimo chilometro è sempre il più ostico. Vorrei
spingere ma non ho più le gambe, o forse è il fiato che manca, oppure entrambe
le cose. L’incapacità di dosare le forze, di decidere quando staccare, quando
partire alla morte. La mancanza di allenamento, la scarsa attitudine alla
competizione, la paura di non farcela. È in momenti come questi che mi
servirebbero incitamenti a squarciagola. Sarà una mia debolezza, ma ne avrei
davvero bisogno. Ecco perché mi ha tanto commossa la scena di Daniele Caimmi
che correva gridando accanto a Meucci: l’allenatore che sprona il suo atleta,
lo carica, lo spinge virtualmente. Ho avvertito la passione, la dedizione,
l’affiatamento: una sinergia esplosiva, che produrrà senz’altro eccellenti
risultati. Ma quello è un altro pianeta, che ho ammirato una volta conclusa la
mia piccola fatica. Da brava perenne insoddisfatta, posso confessare che la
posizione e il crono mi inorridiscono, e tutti i bla bla bla sulla mia schifosa
condizione fisica consolano ben poco. Non mi sono spremuta abbastanza, sempre troppo
prudente e controllata. Insomma, non ho aggredito la gara. Però… Che
spettacolo! Lo sto realizzando lentamente, giorno dopo giorno, che ho preso
parte ad un evento straordinario: e lentamente sto caricando le pile. L’inverno
è ancora lungo, ma ha le ore contate.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaVGUZGRocKbQ7k77b4_TFil-bRhbw_4yjT2JgBtZMCisJAl7idDqa2HGht_mhpAfmifGEGYTvGaarKSJYxfNKMQ3WwLqwTsLClrkraVn8urTawgfqom-IY3bvk9KKPtTimTodnw4TB0c/s1600/DSC_2980.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaVGUZGRocKbQ7k77b4_TFil-bRhbw_4yjT2JgBtZMCisJAl7idDqa2HGht_mhpAfmifGEGYTvGaarKSJYxfNKMQ3WwLqwTsLClrkraVn8urTawgfqom-IY3bvk9KKPtTimTodnw4TB0c/s640/DSC_2980.jpg" width="425" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-90877995834065188252019-01-03T13:13:00.001+01:002019-01-03T13:13:41.567+01:00Di corsa verso la fine dell'anno - S. Agata e Masi S. Giacomo<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Siamo nel pieno di quella stagione in cui ti chiedi se mai
rivedrai il sole. L’inverno, da noi, è un film in bianco e nero: giornate
monocromatiche, opache e lattiginose. Perfette per l’umore, del tutto adeguate
alla mia condizione. Lo stato d’animo di chi brama per un barlume da oltre un
anno, di chi ha ormai assunto le sembianze di quel paesaggio: inerte e
ammuffito. Si azzerano i tempi di reazione, si annichilisce l’entusiasmo, spenta
è la motivazione. Il gelo impera, sui campi e sull’indole. Può una zoppa
arrischiarsi su strade ghiacciate? Proprio no. Meglio dirottare su attività
alternative, giusto per non rattrappirsi. Trascinarsi fino alle feste,
lasciarle scorrere come niente fosse, e presentarsi sulla linea di partenza con
i soliti dubbi: raggiungerò il traguardo? Che angoscia. Ogni giorno chiedermi
se e quanto riuscirò a correre, sondare di volta in volta lo stato dei vari
acciacchi, evitare di posare lo sguardo sul calcagno per paura di vederlo
paurosamente lievitato. Cosa c’è lì dentro che non mi dà pace? Cosa devo fare
(o non fare) per uscire da questo stallo? Non pensarci, non ora. Oggi ho una
grande opportunità: quella di attaccarmi a una lepre – sperando non decida di
abbandonarmi al mio destino. Ma certo che lo farà, impossibile sopportare la
mia andatura da passeggio. Sono anzi io a spronarlo: vai pure, tu che ne hai. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ma figurati, stiamo andando benissimo!</i> Ad
ogni chilometro controlla la media e mi rassicura. Sarà. Io devo fare i conti
col dolore e con la mia pessima forma: cosa aspettarsi da chi corre poco e
male, da chi vorrebbe onorare complesse tabelle di allenamento, ma a malapena
riesce a seguire uno straccio di schema? <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dai,
che all’ultimo giro andiamo a prendere quella là.</i> Certo, aspetta proprio
me. Significherebbe dare tutto proprio nel finale, impossibile quando mancano le
risorse da cui attingere. Proprio impossibile? Sembra di no:
sembra che lo spazio tra me e l’altra si stia restringendo, pare davvero che mi
stia avvicinando. Nonostante senta di non averne più, nonostante anche lei sia
scortata. Effettuato il sorpasso, monta l’orgoglio. L’obbligo è non farsi riagguantare.
Pazienza se ci supera un marciatore, pazienza pure se ci doppia il vincitore
della gara. Ormai si tratta di affrontare l’ultimo chilometro: quello in cui non
si vede la fine, quello nel quale le gambe diventano piombo, quello che
affronti annaspando come un pesce fuor d’acqua. Traguardo raggiunto. Degnamente.
Grazie al gabbiano che mi ha protetto con le sue ali. Avevo dimenticato cosa
significhi avere qualcuno che ti accompagna, che sa incoraggiarti, motivarti:
ti distoglie dai pensieri più cupi e ti lancia una sfida. Perché devi
meritarlo, quell’aiuto; devi essere all’altezza, non puoi permetterti
cedimenti, guai deludere chi ti porge il fianco. Sono stata brava, siamo stati
bravi. Sì, ma poi? Poi succederà che, esaurita l’adrenalina, il calcagno
presenterà nuovamente il conto e se ne fregherà del ghiaccio e dell’arnica che
gli verserò addosso. Mi rialzerò zoppicando e zoppicando trascorrerò la
giornata. Fino a quando non riproverò a correre, sempre con lo spirito di un
condannato: uscire senza sapere cosa succederà. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSImvJJbaycUHN7KjLKpT2tE5DEyA2lqLzwwyI7tfCa2hhYrCzFD9F2QX-lvxQku5H5vnqssppOqioHK0XCO7lalFfY7wlvw5eAcqKzddbWoxnS-uQx_0sYccZNMkvgpI1RMicbTwP0Sw/s1600/IMG_20181226_170157.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="876" data-original-width="409" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSImvJJbaycUHN7KjLKpT2tE5DEyA2lqLzwwyI7tfCa2hhYrCzFD9F2QX-lvxQku5H5vnqssppOqioHK0XCO7lalFfY7wlvw5eAcqKzddbWoxnS-uQx_0sYccZNMkvgpI1RMicbTwP0Sw/s320/IMG_20181226_170157.jpg" width="149" /></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Concludere un allenamento è già una vittoria,
ovviamente non prendendo in considerazione i tempi. Sempre senza avere un idea
dei tempi mi ripresento su un campo di gara. Per l’esattezza, un gomitolo di
strade tra i campi, nel gelido abbraccio della nebbia. Sono le terre della mia
infanzia, qui ho respirato i primi tre anni della mia vita. Anche per questo ho
voluto essere presente. Non mi era mai capitato di correre in prossimità del
luogo in cui sono nata, luogo di cui ho ricordi sfumati – così come sono
sfumati dalla bruma i contorni di case, alberi e persone. Temo che, quand’anche
sopravvivessi al dolore, oggi sarà il freddo a finirmi. Fatico a respirare, l’aria
gelida penetra il mio essere rendendomi catatonica. Vi prego, fateci partire
prima che muoia. Un giro attorno al caseggiato, appena cinquecento metri, poi
fuori, verso il nulla. Subito un cavalcavia, tanto per spezzarci subito le
gambe. Nonostante tutto, il primo chilometro risulta abbastanza veloce. Per modo
di dire, certo. Insomma, più di quanto avessi ipotizzato. È che in questo stato
di “corsa e non corsa” fatico ad avere una percezione della mia andatura, mi
manca proprio la sensibilità al ritmo. Stavolta, poi, non ho nessuno a cui
affidarmi. Posso contare solo su me stessa – il che è tutto dire. Ad un certo
punto le strade di chi va e di chi viene si incrociano, un giro di boa e siamo
di nuovo sul cavalcavia. Accidenti, vogliono proprio renderlo cattivo questo
Trofeo 8 Comuni. Ancora un passaggio in paese, prima di perderci nelle lande
desolate. Non è uno scherzo. Quando scocca il sesto chilometro, cioè l’ipotetica
distanza della gara, prevale il senso di smarrimento. Non ho la minima idea di
dove siamo, né di dove sia l’arrivo. Un margine di errore ci sta, non mi
aspettavo certo un percorso misurato al centimetro, ma qui si vede solo
campagna. O meglio, non si vede proprio nulla. Nebbia, nebbia e solo nebbia. Suona
il settimo chilometro, la situazione si fa grottesca – per non dire drammatica.
Quanto mancherà? Sarebbe bello saperlo. Invece davanti a noi si profila l’ennesimo
cavalcavia. Oh no! È quello di prima o è un altro? Siamo quasi alla fine o da
tutt’altra parte? Intanto, pur arrancando, in salita supero una ragazzina in
seria difficoltà. Poi, in discesa, agguanto anche un’altra podista. Odo delle
voci: a meno che non stia delirando, il traguardo si avvicina. Otto chilometri
e spicci. Pare che il tragitto sia stato improvvisato sul momento. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwVcjd-w6qgg2aiUmflkGbGzJFSvkDYRmUqELXaZivfqF8H0lAGw2_4LXC3qh_Da7P7FdJhAH2IOxkc-0a4FZX1ctzaHrBHKLnBoy2n43gMBaZ7WPnrv-OC2tn4Rfy5OUGZz8z22CTs-w/s1600/49818040_10218515603950603_8710605026780774400_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwVcjd-w6qgg2aiUmflkGbGzJFSvkDYRmUqELXaZivfqF8H0lAGw2_4LXC3qh_Da7P7FdJhAH2IOxkc-0a4FZX1ctzaHrBHKLnBoy2n43gMBaZ7WPnrv-OC2tn4Rfy5OUGZz8z22CTs-w/s200/49818040_10218515603950603_8710605026780774400_o.jpg" width="133" /></a></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non so se
sia peggio questo, o fare la fila per transitare sull’arrivo. Prendiamola in
ridere, che sono ancora viva. E, nonostante tutto, ho corso pressoché allo
stesso ritmo di qualche giorno fa. Mi godo il momento, che so avrà breve
durata. Tra poco tornerò a zoppicare, e a domandarmi se e quanto riuscirò
ancora a correre.</span><o:p></o:p><br />
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-15412926570490079392018-12-10T10:11:00.000+01:002018-12-10T10:11:43.971+01:00Strisciando verso il Cross di San Lazzaro<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L’equilibrio è un’arte. E io, naturalmente, non sono
un’artista. Ho giocato d’abilità per mesi: con cocciutaggine, determinazione e
speranza. Agendo sulla fiducia – e sull’esasperazione. Ma destreggiarsi su un
filo significa esporsi all’imprevedibilità degli elementi: destabilizzarsi è
questione di un attimo. Il freddo, il buio, la nebbia. Gli imprevisti, le
sgradevoli sorprese, gli acciacchi di stagione. Tante, troppe condizioni
sfavorevoli: la caduta è inevitabile. Sbam! A terra. Ovviamente succede quando
stai marciando a testa bassa, spinta dalle migliori intenzioni. Il primo stop
lo decreta la bronchite: tosse lacerante, antibiotici a dosi massicce,
impensabile muovere un passo. Una settimana scivola via così. Quando ti decidi
a rimettere fuori il naso, tocca subire le grida acute provenienti dal
calcagno. Ma come? L’avevi tenuto a riposo per diversi giorni, dovrebbe essersi
tranquillizzato almeno un po’… Macché, più incazzato che mai. Stringi i denti e
porti a termine l’allenamento. Così pure il giorno successivo, completando con
entusiasmo un’interessante seduta di sprint in salita e sul piano (adoro questa
fatica). Peccato che il resto della giornata lo trascorri zoppicando, e quando in
seguito riprovi ad accennare un movimento di corsa incedi come un burattino
impazzito e una fitta alla schiena quasi ti abbatte al suolo. Torni a casa
mestamente, cercando di controllare le scosse inquietanti che si irradiano dal
gluteo. Non riuscire a correre è drammatico, ma non poter camminare è oltremodo
tragico. Affidiamoci al riposo e a mani sapienti, magari si è trattato solo di
un colpo di vecchiaia. Così domenica mattina, sotto la pioggia, mi schiero
sulla linea di partenza della 5 Fossi. Gara per me nuova, su una distanza che
non affronto da chissà quanto e che non ho idea di come affrontare. Parto come
una forsennata, per non dare tempo alle mie articolazioni di avvinghiarsi.
Ovviamente scoppio di lì a poco. Il vento contrario e il tratto fangoso faranno
il resto. Arrivo in ginocchio, decisamente delusa. Ma, se non altro, non
eccessivamente dolorante. Perché mi lascio abbattere da una scarsa prestazione,
quando non potevo aspettarmi nulla? Non credevo di poter far peggio della gara
precedente, è vero, ma in queste condizioni, con tutti gli annessi e i
connessi, dove fantasticavo di andare? Niente da fare, il pessimismo la fa da
padrone. E quando, due giorni dopo, devo gettare la spugna dopo una decina di
minuti a causa del dolore insopportabile al solito maledetto tallone, è
l’inferno. Cocciutaggine, determinazione e speranza: crolla tutto. Tra le
lacrime. Rabbia? Forse, ma più che altro stanchezza. Stanca di combattere con
questo dolore che non ha un nome né una causa; stanca di sforzarmi di essere
forte; stanca di illudermi che sia solo questione di pazienza. Dovrò arrendermi
all’evidenza: smettere di correre una volta per tutte. Ci sono disgrazie
peggiori, no? Allora perché non riesco a rassegnarmi? Mi butto su attività
alternative ma, come se non bastasse, anche la cyclette mi lascia a piedi.
Qualcuno ha detto che la sfiga non esiste? Arriva così la domenica, e fatico ad
alzarmi dal letto. Mi sento un’ameba, incapace di reagire, refrattaria a
qualsiasi attività. Lasciatemi stare, oggi voglio solo piangere: concedetemi il
diritto di strisciare per un po’. Poi mi rialzerò, promesso. Già da domani.
Cinque di mattina, pedalare! E tornata dal lavoro, sotto col potenziamento. Un
altro giorno è andato. Martedì significa allenamento, che si fa? Ci si prova?
Fisso fuori dalla finestra, immobile. Stamane mi sono alzata con le migliori
intenzioni, mantenute durante tutta la giornata in ufficio. Poi, una volta a
casa, il vuoto. L’abbassarsi della temperatura, col calar del sole,
intorpidisce la mia volontà. Avrei bisogno di un pungolo, magari di un calcio
nel sedere. Jader tace. Forse è distratto, forse si aspetta che sia io a
scuotermi. Allora ti sorprenderò: mi cambio in fretta, do una stuzzicata alle
giunture, e via. Poco convinta, è vero, ma non intendo restare col dubbio. Se
il dolore è ormai scontato, non lo è la sua intensità: tollerarlo significa
crederci ancora, al contrario… Concludo l’allenamento, in condizioni precarie
(correre al buio non è nelle mie corde), ma lo concludo. Domani zoppicherò, mi
dedicherò ad altro. E giovedì mi tirerò il collo col lavoro che preferisco.
Sabato c’è il cross, ne ho già saltato uno a causa della bronchite, non posso
perdermi anche questo: mi sono comprata le scarpe apposta! Questo bruciore alla
gola, però, non mi piace affatto. Una serie di starnuti annunciano l’arrivo del
raffreddore. Evviva, mi mancava proprio, soprattutto sapendo che l’immediata
conseguenza sarà la tosse. Di nuovo. L’incubo di tutti gli inverni: inizia
all’improvviso e non si sa se e quando finirà. Quali salite e quali sprint? È già
tanto se non mi butto sotto le coperte. Le mie scarpette nuove, le userò mai?
Se le mettessi in vendita? Giornata lunghissima, quella del venerdì. Tossisco
in maniera imbarazzante, l’aria secca dell’ufficio mi devasta e non arriva mai
l’ora di staccare. Continuo a rimuginare sul da farsi: sul mio destino
immediato. Correre o non correre l’indomani. E, optando per la prima ipotesi,
allenarsi attorno a casa o rischiare la vita al cross? Tra gli scaffali del
supermercato i pensieri, più che al carrello da riempire, vagano tra una
possibilità e l’altra, alla vana ricerca di quell’incognita che possa
appesantire uno dei piatti della bilancia. Finalmente, sulla via di casa, Jader
fa muovere l’ago: la sua presenza come fotografo è condizionata dalla mia
presenza come podista. E sia: sferriamo il colpo definitivo, così finirò
quest’anno schifoso all’obitorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCxB9hSDXXzYAPXhrX4_mDc9kVwwn0-ApGQXZV2J3le9usTPguzCx3yN13q7xhybDnjMTJrybxtlRFFA4qVa-p9uAWgZYZl7uFoT5DNeBs1a1MiqtM3Q8NwQPqLgeZ8aHbDOBSypG2ak/s1600/DSC_6454.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCxB9hSDXXzYAPXhrX4_mDc9kVwwn0-ApGQXZV2J3le9usTPguzCx3yN13q7xhybDnjMTJrybxtlRFFA4qVa-p9uAWgZYZl7uFoT5DNeBs1a1MiqtM3Q8NwQPqLgeZ8aHbDOBSypG2ak/s320/DSC_6454.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Temperatura accettabile, timido sole, tanta paura. Ormai ci
convivo. Paura e dolore, che brutta coppia. Sorridi, che c’è tanta gente e ti
puoi distrarre. Chiacchierando con questo e quella, riesci persino a realizzare
un riscaldamento decente: hai visto, come niente hai corricchiato per mezz’ora
e sei ancora viva. Va bene che il bello (o il brutto) deve ancora venire, ma
allora sarà tutta un’esplosione di adrenalina. Appena il tempo di infilare le
scarpe sgargianti. Come sono belle! Così vivaci, così leggere: oddio, quanto
sono leggere! Non saranno dannose? Questi chiodi, poi, come li gestisco dal
parcheggio al campo? Non si romperanno? O, peggio, non mi faranno scivolare?
Sono sicura di ciò che sto per fare? Neanche un po’. E meno male che non c’è
margine di ripensamento. Raggiungo lo start pochi istanti prima dello sparo,
mai affrontato una gara con scarpe totalmente intonse. Che sarà mai, sono solo
tre chilometri… Tre chilometri? A me sembrano almeno il doppio. Il percorso è
abbastanza lineare, il terreno agevole, giusto un paio di dossi. Ma a metà del
primo giro sono già impiccata, come ci arrivo alla fine? Ne manca uno e mezzo e
sto arrancando. Alza quelle gambe, spingi un po’. Hai due scarpe che sono uno
spettacolo, non puoi fare la figura della papera. Recupero qualche risorsa, ma
che fatica. Meglio non pensare che mi sto ammazzando per procedere a passo di
bradipo. Soprattutto, meglio non pensare a tutte quello che mi sono davanti…
Forza, non sarai l’ultima, ha ancora senso sbattersi: su con quelle gambe, tira
fuori la grinta. Eh, manca poco, lo so. Alla fine di questo rettilineo c’è la
curva a destra, poi a sinistra, poi ancora a sinistra ed è fatta. Ma la prima
curva non arriva mai, le gambe sono di piombo e dai polmoni non arriva più
aria. Ci manca solo che inizi a tossire. No, dai, è questo il momento che conta:
sono gli ultimi metri che fanno la differenza. Qui si vede chi cede e chi no,
chi molla e chi morde l’osso fino al midollo. Eccolo il mio osso, bruciata
sulla linea del traguardo. Non vale niente, lo so, ma lo dovevo a me stessa:
dare tutto fino alla fine. Se ci riesco ancora, ancora ho qualche speranza. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgrMjGjmjn1CMVjLBlRTPH-UScWtHyn6HexjJ9JCuyVfWaiUx_YWLue9AV_YTRyep6RFbtK77UY2pFa6AqW01ykP_Q_v3Zx7T5dut-gyAWPTHjv-gDkUkHoPC_8OVmumzFZmETDAgvs88/s1600/DSC_6889.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgrMjGjmjn1CMVjLBlRTPH-UScWtHyn6HexjJ9JCuyVfWaiUx_YWLue9AV_YTRyep6RFbtK77UY2pFa6AqW01ykP_Q_v3Zx7T5dut-gyAWPTHjv-gDkUkHoPC_8OVmumzFZmETDAgvs88/s320/DSC_6889.jpg" width="213" /></a></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Qualche minuto di defaticamento, voglio proprio esagerare.
Mi piace fare le cose per bene. Mi piace pensare che, dopo una dose massiccia
di ghiaccio e di arnica (non serviranno a nulla, ma mi rasserenano), potrò
tornare ad allenarmi. Il bello di gareggiare di sabato è che resta tutta la
domenica davanti – e di domenica, vuoi non correre? Sprint in salita e in
piano. Col freddo, con la nebbia, col dolore. Ma con la soddisfazione di
avercela fatta ancora una volta. Detesto non potermi permettere piani a lungo a
termine, tremo all’idea di dovermi fermare per chissà quanto – se non per
sempre. Per vederci più chiaro, ho prenotato una risonanza: tra un paio di
settimane saprò qualcosa in più. Forse. Nel frattempo, ogni giorno è un giorno
conquistato. Continuo a remare contro un mare ostile. Ma, fortunatamente, so
nuotare bene.</span><o:p></o:p></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-71345536027080433902018-11-07T20:41:00.000+01:002018-11-07T20:41:11.637+01:00La Vallazza: tra fango e sorrisi<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Incredibile a dirsi: sono nell’albo d’oro di questa manifestazione. Ebbene sì, c’è stato un tempo in cui si lottava per il podio (vedi <a href="https://valerunner.blogspot.com/2010/11/molinella-la-vallazza.html?fbclid=IwAR0WJtSwjElumpMGvghMHQbwytlWIrjM0P8wNpKOQab3VUe6TOxuD03bL4E" target="_blank">qui</a>).
Fare i conti col passato è tanto deprimente quanto inevitabile. Basterebbe non
piangersi addosso e ricordare con orgoglio la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">golden age:</i> in fondo, non tutti possono godere di certe memorie.
Basterebbe anche sforzarsi affinché le soddisfazioni non vengano a mancare: non
dare nulla per scontato, ma nemmeno per impossibile. Il materiale non manca:
determinazione, passione, fiducia. I primi due elementi caratterizzano la mia
persona, il terzo è alimentato dalle persone che ho accanto. Perché a volte non
si basta a se stessi: un sorriso, una pacca sulla spalla, un urlo possono
ribaltare uno stato d’animo. Le parole, poi, si sa quanto siano importanti. Non
le mie, che troppo spesso mi dicono di lasciare perdere, di fermarmi una volta
per tutte. No. Con quella voce contino e continuerò a combattere. Perché se
nessuno sa spiegarmi cosa diavolo determini un dolore inossidabile, allora mi
convinco che non ci sia nulla che possa impormi di smettere. Insisto, e insisto
a volermi impegnare e a pretendere da me stessa. Col mio calcagno è guerra
aperta, lui mi attacca col male, io contrattacco con la fatica. L’ho già detto,
correre non mi basta: devo allenarmi. Ho bisogno di uno schema, di una tabella,
di un obiettivo: di un percorso da seguire con qualcuno che mi prenda per mano
(o che mi prenda a calci, che potrebbe essere la stessa cosa).<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>
Sono un soggetto difficile da gestire, lo riconosco. Forse è per questo che non
sono in grado di gestire me stessa. Testarda, insicura, perennemente insoddisfatta.
Ma altrettanto diligente, attenta e scrupolosa: dammi un compito, lo eseguirò
alla lettera. Minuti, chilometri, salite: scrivimi come e quanto e mi farai
felice. Felice di allacciarmi le scarpe e uscire con le idee chiare, convinta
che la forza avrà la meglio sulla sofferenza. Un passo alla volta, stringendo i
denti, sfidando i limiti della tolleranza. Ci vuole un po’ per raggiungere una
specie di equilibrio ma, superata quella barriera, la strada diventa più
agibile e ci si può persino divertire. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Così, col mio programmino di ripresa, decido di iscrivermi
alla Vallazza. La distanza mi spaventa, lo ammetto. È da settembre che non
corro tanti chilometri, nelle ultime settimane mi sono avventurata al massimo
per una quarantina di minuti. Ma sento che ce la posso fare. Deve essere un
buon allenamento, nulla di più – ma neanche nulla di meno. L’importante è non
dare importanza a chi sarà davanti, l’ansia da prestazione riguarda me stessa,
non la gara. La sfida è tra me e i miei malanni: tra il mio tormento e la mia
fame di riscatto. Da brava asociale, mi aggiro sul luogo di ritrovo come un
fantasma, sperando di non essere notata. Arrivo alla partenza pochi minuti
prima del via, giusto il tempo di sgranchirmi; un vero e proprio riscaldamento
non posso permetterlo, essendo estremamente limitata la mia autonomia di
viaggio. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Lo sparo mi coglie impreparata,
quasi non mi accorgo che bisogna iniziare a correre. Naturalmente, il primo
chilometro mi serve a liberarmi dalla ressa. Dal secondo inizio ad impegnarmi
come posso, pensando che ne dovrò correre tre ad un ritmo quantomeno sostenuto,
quindi prendere fiato per cinquecento metri, poi altri tre chilometri impegnati
– e via così fino alla fine. La prima frazione è più veloce di quanto mi
aspettassi, la pagherò nei passaggi successivi, i più dei quali fangosi. Tanto,
tantissimo sterrato, in alcuni tratti davvero scivoloso. Lamentarmi? Nemmeno per
sogno. Il calcagno bastardo sì, quello lo maledico. Ma il percorso non mi
impensierisce affatto, anzi: mi esibisco persino in incerti zigzag per superare
podisti su podisti. Diventa un gioco di elastici: avanzo di posizioni nei
chilometri “tirati”, torno in coda nella fase di recupero. È quasi divertente,
sicuramente gratificante, perché ogni volta che riparto riprendo tutti quelli
che mi davano per spacciata. Sul finale voglio impegnarmi al massimo. Alzale quelle
ginocchia, e quelle braccia! Spingi con quei piedi! Fregatene del male, zitta e
corri! <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Vai Vale… </i>Eccolo, lo sentivo
nei miei pensieri e si è materializzato a pochi metri dall’arrivo. Al
fotografo, in prossimità del traguardo, sorrido col cuore: con viso e corpo
voglio esprimergli la mia tenacia. Corro subito ad abbracciarli, devo
coinvolgerli nell’esplosione della mia contentezza.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come sto? Malissimo, ma
sono felice. Sono stata brava, me lo dico da sola, se non me lo dice nessuno. Il
programma sta funzionando. Sarà magari presto per dirlo, ma io ci credo
fermamente. Che poi, ridendo e scherzando, la media totale della gara di oggi,
interpretata come un allenamento nemmeno tanto faticoso, è di 4”/km più bassa
di quella tenuta nel 2016 – quando fu vera competizione, dall’inizio alla fine.
Pochi spiccioli, è vero, e anni luce rispetto a quando si faceva sul serio: ma
è pur sempre un segnale. Difficile dire dove potrò arrivare, ma l’itinerario mi
entusiasma più della meta. </span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4OGVVK3zXpQv81B8a2TplHh1h67tYkEJSkwL9rsH2sgqTz9V8FymdHWtgJUEUv8meSxKCoBV7A5clpZWMW6EzItCJdy4htmQZnMg_XAj_gq90e9S-pn8iRQGYbpXYsC-VZjx4Kl9uohM/s1600/DSC_3465.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1104" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4OGVVK3zXpQv81B8a2TplHh1h67tYkEJSkwL9rsH2sgqTz9V8FymdHWtgJUEUv8meSxKCoBV7A5clpZWMW6EzItCJdy4htmQZnMg_XAj_gq90e9S-pn8iRQGYbpXYsC-VZjx4Kl9uohM/s320/DSC_3465.jpg" width="220" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6uBw_KnPnWfIFqhLrSXa2AVmidJ5So2TJYdi6jDxH-8XorxrZXHF3gXRAGtsB11Q7QIVUEhL5lsahJ1eYkHmFyO1uPKx5Sf1TQcdva5Ue7eLFs6kJ3oohoAqPY-Za6fJu8rrPPRR44DY/s1600/DSC_3464.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1104" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6uBw_KnPnWfIFqhLrSXa2AVmidJ5So2TJYdi6jDxH-8XorxrZXHF3gXRAGtsB11Q7QIVUEhL5lsahJ1eYkHmFyO1uPKx5Sf1TQcdva5Ue7eLFs6kJ3oohoAqPY-Za6fJu8rrPPRR44DY/s320/DSC_3464.jpg" width="220" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-815479595248528655.post-6651400601031245892018-10-22T19:02:00.000+02:002018-10-22T19:02:17.446+02:00Tre Monti e uno Spleen<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È quel
periodo in cui l’intero universo risulta insostenibile: gesti, espressioni,
parole pesano come macigni. È quel periodo in cui basta un soffio per scatenare
un uragano, e uno sguardo genera immediatamente una lacrima. È quel periodo in
cui dovrei seguire il corso della natura e assecondare gli istinti: ergo,
andare in letargo. Autunno, fuori e dentro di me. Magari si trattasse solo di
un male di stagione: il male qui ha messo le radici, e non c’è diserbante che
tenga. Che poi, detto così, suona forse esagerato. Perché è vero, ci sono
disgrazie ben peggiori. Ma non posso fingere di stare bene: io di questo piede
azzoppato non ne posso davvero più. Sono stanca di sopportare un dolore che non
ha un nome né una cura, sono stanca di sentirmi un caso anomalo e inspiegabile,
sono stanca di illudermi che tutto passerà. A forza di aspettare sto
invecchiando: sono invecchiata. Ed ho paura. Paura di dovermi rassegnare ad una
condizione di semi invalidità: di non potermi più permettere non solo di
correre, ma nemmeno di fare una tranquilla passeggiata; di vivere con ansia il
momento di alzarsi dal letto o dalla sedia e, lo ammetto, anche di non poter
più indossare una scarpa elegante. Il pessimismo non aiuta, lo so. Ma l’esasperazione
è tanta, l’insofferenza incontenibile: meglio starmi alla larga. Oppure, meglio
me ne resti io alla larga dal mondo intero. Perché buttarmi nella mischia
quando non ho voglia di parlare con nessuno? No ho nulla da dire, il racconto
del mio calvario è venuto a noia persino a me. E assistere allo spettacolo a
cuor leggero mi è impossibile: l’indifferenza non è nelle mie corde. Non riesco
a starmene ferma a guardare nemmeno la tv, figuriamoci una gara podistica. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma, non
dovevo venire a Imola. L’idea, in realtà, era quella di correre la non
competitiva, un giro del circuito tirato, quasi fosse un test sui 5 km. Poi, un
po’ per l’atmosfera agonistica che ha solleticato le mie (vane) velleità, un po’
per le solite domande e le solite parole di circostanza, lo sconforto ha avuto
il sopravvento. Troppo freddo, troppa fiacca, troppi acciacchi: ci rinuncio. Faccio
compagnia al fotografo - per quanto lui ne farebbe volentieri a meno. Lasciamo sfilare
l’onda dei podisti agguerriti e andiamo ad appostarci in una posizione idonea
allo scatto perfetto. Quanto ci sarà da aspettare? Sai cosa ti dico? Che adesso
mi cambio e parto anch’io. Così, tanto per ingannare il tempo e sgranchire le
articolazioni. Sì, lo so, potevo decidermi prima. Ma devi perdonarmi, questo
infortunio mi ha resa schizofrenica. Dunque, ci vediamo tra un po’. Un po’
tanto, a dire il vero: decisamente troppo. Mi sembra di starnazzare senza
avanzare di un metro, come se le gambe girassero a vuoto. Che i 66 chilometri
in mountain bike di ieri abbiano lasciato il segno? O è la disperazione per le
quattro infiltrazioni subite invano che affossa il mio morale e, di
conseguenza, la mia andatura? Il dolore dal calcagno sembra battermi in testa,
è un incubo dal quale non riesco a svegliarmi. Non mi godo nulla di questo
percorso, oggi chiedo solo che termini in fretta. Il finale è in discesa,
riesco quindi a lanciarmi e persino a sorridere. Vorrei chiudere in spinta,
fino al suono del quinto lap, ma un responsabile della gara mi blocca per
incanalarmi a destra. Cerco di spiegargli che non sono competitiva, che non
devo transitare sul traguardo, che intendo mantenermi in disparte e non
ostacolare gli atleti. Niente da fare, devono passare tutti di là. Stoppo il
Garmin e torno indietro, rinunciando agli ultimi duecento metri. Ma chi lo
organizza questo evento, sul quale è stato pubblicato persino un libro? I competitivi
costretti a zigzagare tra una massa di camminatori, rischiando scontri
contundenti, mentre gli addetti ai lavori si sbracciano e si sgolano nel goffo
tentativo di gestire un inevitabile guazzabuglio. Che dire? Meglio così: stavolta
è più divertente osservare che partecipare.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-9npZN8KGHGwLgVJD0pXEHp7-iCP9Jm_NT3lPwfkOok-PBJFMbyp0xywN-duFUr1Wis291ra0C7Ji6ZfgpGU1peCdeFB4VzmYjHQA2EGyCh6FeMZFR8Ac20c-1exPH3ey12qUK78GjhI/s1600/DSC_3908.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-9npZN8KGHGwLgVJD0pXEHp7-iCP9Jm_NT3lPwfkOok-PBJFMbyp0xywN-duFUr1Wis291ra0C7Ji6ZfgpGU1peCdeFB4VzmYjHQA2EGyCh6FeMZFR8Ac20c-1exPH3ey12qUK78GjhI/s400/DSC_3908.jpg" width="266" /></a></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> <o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sarà meglio smetterla di correre ai
margini delle gare, che poi si scatenano violenti temporali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span><i><span style="color: purple; font-size: 10pt; line-height: 115%;">Quando, come un coperchio, il cielo pesa
greve s<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">ull'anima gemente in preda a lunghi
affanni, </span></span></i></span></div>
<i><div style="text-align: justify;">
<i><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: purple; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E in un unico cerchio
stringendo l'orizzonte riversa un giorno nero più triste delle notti…</span></span></i></div>
</i><br />
<div class="MsoNormal" style="background: white; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Domani mi sparo un po’ di sprint in salita. Perché una
promessa è una promessa. E questo calcagno dovrà passare sul mio cadavere.</span><o:p></o:p></span></div>
<br />Valentinahttp://www.blogger.com/profile/15920359224748000485noreply@blogger.com0