Tenero e angosciante allo stesso tempo.
Il crollo delle certezze, lo scontro con la realtà, la forza dei sentimenti: queste le tematiche sviluppate da Silvio Soldini nel suo ultimo film. Una vicenda di triste attualità, quella di un affermato professionista che perde il lavoro e si trova costretto a modificare il proprio stile di vita e quello della moglie, studiosa di storia dell’arte, restauratrice per passione.
Cosa succede ad una coppia agiata e serena, travolta da un simile crollo?
Il film affronta con intelligenza e delicatezza l’intersecarsi della crisi economica con quella famigliare. Dover abbandonare la casa elegante con donna di servizio, le cene raffinate, le vacanze esotiche determina tensioni che, inevitabilmente, danno sfogo a conflitti di difficile gestione. È proprio qui che emerge lo spessore umano dei personaggi, il cui legame è reso vacillante da ripetuti scossoni: l’abilità con cui si destreggiano sul filo del rasoio anima situazioni tra il grottesco e il commovente, in un continuo stato di apprensione per quanto potrebbe succedere.
Non c’è nulla di scontato in questa storia, di fatto profondamente quotidiana. Antonio Albanese e Margherita Buy sono intensi e autentici, tanto brillanti quanto commoventi.
A mio parere, è un film che lascia il segno. Diverse sono le letture che se ne possono trarre. Certo, è inevitabile domandarsi come potremmo reagire, noi, in situazioni analoghe.
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