sabato 10 novembre 2007

alla presentazione della Maratona di Milano

A pensarci bene, non avevo mai visto i campioni degli altipiani da vicino e, soprattutto, non li avevo mai visti indossare qualcosa che non fosse un completo da gara.
A pensarci bene, poi, io non avrei neppure dovuto essere qui, nel senso che l’evento non contemplava la mia presenza. Sono a Milano per un appuntamento con la Nike, su invito dell’amico Venuste Niyongabo. Proprio lui, nel bel mezzo della mattinata, lancia l’idea: Vuoi andare alla presentazione della maratona di Milano? C’è anche Lel…
Lel?! Vuoi dire che il fenomeno che ha tagliato il traguardo di New York quasi volando è qui? Dobbiamo andare!
Eccomi dunque nella Sala degli Arazzi del Comune. Vedo diversi volti noti, tra i quali quello di Genny Di Napoli, ormai anche lui contagiato dal morbo della maratona. E vedo, soprattutto, tre sottili figure dalla pelle nera, in elegante completo giacca e pantaloni. Confesso: non li riconosco.
Finalmente la conferenza scioglie i miei dubbi. Il dott. Gabriele Rosa, prendendo la parola, auspica un futuro importante per la maratona di questa città, sostenuta dall’Assessore e neo maratoneta Giovanni Terzi. A dimostrazione della sua fiducia, Rosa offre alla manifestazione tre prestigiosi atleti del suo team: Martin Lel, Robert Cheruiyot e Margaret Okayo ne correranno alcuni chilometri. Claudio Berardinelli, l’allenatore che segue la loro preparazione in Kenya, li presenta tracciando il profilo delle persone, oltre che dei campioni: tribù di appartenenza, famiglia e studi, amici e compagni di allenamento.
Ho l’onore di essere invitata a pranzo con gli atleti. La mia emozione, unita al fatto che giornalisti e fotografi lasciano loro a malapena lo spazio per mangiare, mi impedisce di abbozzare una sorta di dialogo. Mi limito così ad osservarli, così quieti e sorridenti. Mi stupisce la voracità con cui Lel ingoia il pane e, soprattutto, mi sbalordisce notare ciò che bevono: non acqua, nè tantomeno vino o birra. Niente di tutto ciò: questa sorta di alieni pasteggia sorseggiando allegramente Fanta! Bleahh

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