lunedì 1 ottobre 2007

"I suoi chilometri senza fine"

N. 276 - OTTOBRE 2007

Passione, amicizia, curiosità: sono questi gli elementi principali della formula che ha trasformato una semplice podista in un’atleta di alto livello.
Passione, ovviamente, per la corsa. Un amore che Roberta Monari, classe 1969, coltiva sin da quando, bambina, cominciò a seguire i passi del fratello Roberto, atleta delle Fiamme Gialle.
Correre senza obiettivi, senza limiti, senza altre ambizioni se non quella di continuare a correre. Piacere puro, spensierato, quasi ingenuo. Perché le gare, i traguardi e i trofei non sono altro che satelliti orbitanti attorno al fulgore di un gesto fatto di passi, respiri e orizzonti – sia fisici che mentali.
Una società sportiva di fiducia – per Roberta, il G.S. Pasta Granarolo - oltre a concedere sostegno e stimoli, offre opportunità di crescita e occasioni per misurarsi, con se stessi e con i compagni. Sempre con animo leggero, perché ciò che conta è appagare con entusiasmo l’istinto naturale della corsa. E quale migliore concentrato di euforia di quello che vivacizza l’atmosfera delle competizioni? Per quanto ognuno sia proiettato verso il proprio personale obiettivo, nonostante chiunque possa essere visto come potenziale avversario, empatia e comprensione avvicinano tutti i concorrenti. Basta poco per intendersi, per solidarizzare, per tessere un legame. Come quello che si è intrecciato tra Roberta e Katia: un’amicizia nata dalla corsa e saldatasi nella vita. Ma non solo. Katia Bianchini ha trasmesso a Roberta preziosi tesori: la sua brillante esperienza nel mondo dell’atletica (dove vanta, tra i tanti riconoscimenti, la vittoria alla Vigarano Marathon del 2005), e la sua forte determinazione. Grande amica e valida allenatrice, dunque. E i risultati possono ritenersi davvero sorprendenti.
Forse la più sorpresa è proprio Roberta, che per anni aveva corso senza la consapevolezza di quanto ampio potesse essere il suo margine di miglioramento. Con un più razionale metodo di allenamento e un più maturo approccio alle gare, le sfide si sono fatte ulteriormente allettanti. Sfida anche con se stessa, perché ora Roberta è curiosa di scoprire fino a dove potrà arrivare.
Con il secondo posto conquistato nell’ultima edizione della 100 km del Passatore (in 8h58’), ha automaticamente guadagnato anche la maglia azzurra, da indossare ai Campionati Mondiali della medesima distanza.
- Ho sempre avuto una predilezione per le lunghe distanze. Di “Passatore” ne ho già corsi sei, partendo sempre con un’ amica, che regolarmente staccavo dopo Marradi.
Sorride emozionata, ancora incredula dei successi che fioccano e delle attenzioni che la stanno abbracciando. Abbiamo deciso di incontrarla nel luogo che, a Bologna, funge da quartier generale per gli appassionati di ultramaratone: il negozio di Vito Melito, grande campione e generoso divulgatore di consigli e suggerimenti. E quale occasione più ghiotta per esprimersi al meglio, avendo davanti a sé un nuovo talento e la sua preparatrice? Mentre Katia e Vito si confrontano su tecniche e metodologie, cerchiamo di carpire da Roberta qualche segreto.
- Nessun segreto. Mi piace correre, ed è ciò che faccio da sempre. I recenti successi li devo soprattutto a Katia, che mi chiese di preparare insieme a lei la maratona di Ferrara del 2005: lei vinse e io arrivai terza. Da lì in poi, fu tutto un crescendo: dal 2h59’ all’ultima maratona di Firenze ai 73,320 km nella Sei ore di Seregno, fino al Passatore…
Verrebbe da pensare che simili risultati siano il frutto di allenamenti massacranti, di intere giornate trascorse a macinare chilometri, invece:
- Sono caporeparto in un’azienda metalmeccanica, mi alzo tutte le mattine all’alba per andare al lavoro e posso dedicarmi alla corsa solo verso sera. Non è che resti molto spazio per fare altro, ma io sono un tipo tranquillo e correre mi appaga a sufficienza.
Nessun’altra passione, dunque?
- Beh, confesso di avere un debole per i tatuaggi. Il decimo, fatto insieme a Katia, è dedicato ai Campionati Mondiali della 100 km.
Non chiediamo cosa rappresenti, senz’altro Roberta starà già pensando al prossimo.

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