Giornata grigia.
Non tanto per il cielo plumbeo e l’echeggiare del tuono. O forse anche per quello, forse il clima burrascoso agita anche il mio animo e mi rende più cupa del solito.
Cleopatra, con molte probabilità, sarà da operare. Sabato sentirò un altro parere, ma le speranze sono molto flebili.
La mia auto, con molte probabilità, sarà da rottamare. E questo significa che dovremo tornare alla schizofrenica gestione del quotidiano con un’auto sola. Certo, siamo sopravvissuti fino all’anno scorso, sopravvivremo quindi per chissà quanto ancora. Però…
L’ufficio è sempre più asfissiante, lavoro privo di qualsiasi interesse e colleghi voltafaccia – possibile che, alle persone, basti salire di mezzo gradino per mutare carattere e personalità?!
Io mi sto dando da fare per conquistare sicurezza nelle mie forze e nelle mie potenzialità, poi mi piombano addosso piccoli e grandi guai che rovinano tutto. Guardo il mio estratto conto e mi metterei a piangere. Con quali soldi curo Cleopatra? Come riparo il danno dell’auto? A cosa devo rinunciare, ancora?
Mi sembra di fluttuare in una dimensione atemporale, quasi fossi in attesa che qualcosa accada, senza sapere esattamente cosa. So che dovrei reagire, ma non so come. So che dovrei cambiare qualcosa, ma non so dove e come intervenire. Avessi più coraggio, più sicurezza, più determinazione. Invece, sono solo capace di raggomitolarmi su me stessa e vedermi piccola piccola.
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