giovedì 9 settembre 2010

Giro podistico delle Isole Eolie - Quarta tappa


LIPARI (circuito) - 7 km


La giornata di riposo è lunga da far passare quando c’è il sole: se piove, diventa eterna. Acqua a non finire, dall’alba al tramonto. Allenamento bagnato, passeggiata bagnata, previsioni altrettanto bagnate. Ci svegliamo, infatti, il venerdì, ancora sotto la pioggia. E la cosa mi urta alquanto: tappa cittadina, nel centro di Lipari, saliscendi su fondo lastricato: panico! Uno spiraglio di luce vuole illuderci, desideriamo credere che il tempo volga al bello. Oltre il vulcano, però, incombono nubi minacciose, così come minaccioso si presenta il mare – se non altro, l’attraversata è di breve durata.
Si corrono tre batterie: prima tutte le donne, poi gli uomini classificatisi oltre il quarantaduesimo posto, quindi i primi quarantadue; sei giri, per un totale di circa 7 km. Sul percorso, due strappi, di cui uno decisamente impegnativo. Faccio una perlustrazione come riscaldamento: strada decisamente bagnata e scivolosa. Non bastasse questo a rendermi nervosa, scopro che la partenza è stata anticipata di 15 minuti, così ho appena il tempo per qualche allungo. Mi rendo conto che non sono nelle migliori condizioni, la tensione che credevo di avere smaltito si è ripresentata con ulteriori aggravanti. Eccomi dunque ad arrancare per mantenere la mia ottava posizione. Nei primi due giri tengo un buon passo, ma già nel terzo sono cotta: infatti sulla rampa mi sorpassano agilmente le due avversarie che mi avevano battuta nella seconda tappa. Non riesco ad approfittare della discesa, gli appoggi insicuri mi impediscono di lanciarmi. Il fiato, poi, è quello che è. Siamo appena a metà, non arriverò alla fine. Stringo i denti, dovrei scavare alla ricerca di qualche risorsa nascosta, ma la fatica mi sta annebbiando oltre misura. Forza, cerca almeno di non lasciare loro troppo margine. Sono lì, apparentemente a portata di mano, magari basterebbe osare un po’ di più. La marcia giusta però non ingrana. Anche oggi mi devo accontentare. Magari, avessi avuto un po’ più di tifo… Certo, non avrei guadagnato chissà cosa, mi sarei però risparmiata lo sconforto di sentire acclamare solo le mie avversarie, proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Sarà stupido, ma su di me gli incitamenti hanno un effetto decisamente euforizzante.
Se non altro, nulla è variato nella classifica generale. Resta il fatto che su questa sofferenza eccessiva occorre lavorare.

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