Per quanto
abbia sempre apprezzato Salvatores, questa storia di violenza ambientata in uno
dei luoghi più ostili del mondo mi suscitava appena un po’ di curiosità: per la
fiducia nel regista e, soprattutto, per la presenza di Malkovich – adoro la sua
intensa espressività, il suo sguardo inquietante, il suo piglio malvagio e seducente.
La campagna promozionale del film, però, ha colpito nel segno, grazie
soprattutto coinvolgimento di Nicolai Lilin, l’autore del romanzo che ha ispirato Salvatores:
come immaginare che quel bravo ragazzo che incarna perfettamente l’immagine
dello studente perfetto abbia trascorsi tanto cruenti? Ora forse bisognerebbe
leggere il libro, al quale non ho mai prestato attenzione per le ragioni di cui
sopra. Iniziamo intanto dalla pellicola, che già so non mi appassionerà più di
tanto, quindi il discorso sarà presto chiuso.
Che le cose
sarebbero andate diversamente l’ho intuito sin dall’inizio, quando lo spietato nonno Kuzya (straordinario
Malkovich) butta lì una
frase come “Un
uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare”. Sono già schiacciata sulla poltrona, e assisto
allibita al susseguirsi di immagini che, se non sapessimo riproducano una
misera realtà, sembrerebbero il prodotto di una fantasia perversa. Eppure, più
della violenza, a colpire è la poesia: o meglio, si resta spiazzati dai
germogli di dolcezza che sbocciano inaspettati in un contesto tanto brutale. La
figura di Kolima concentra
in sé tutti i caratteri del mondo che rappresenta, perfettamente espressi nei
rapporti con ambiente e persone circostanti – il torbido Gagarin e la bizzarra
Xenia in primo luogo. Un’altalena di crudeltà e tenerezza, dove odio e amore
non si definiscono ma si intrecciano, senza tregua e senza soluzione.
Quanti colpi
allo stomaco, ma quanto languore: il colmo della commozione lo raggiungo nella
scena della giostra sulle note di Absolute Begninners, solo questa vale tutto
il film. Un Salvatores in stato di grazia, la massima espressione della sua
vena artistica. È troppo definire questo film un capolavoro? Io credo di no.
2 commenti:
Mi sa che abbiamo un'altra passione in comune... io però sono più da Tarantino, Aronofsky, Nolan, Singer...
No, Tarantino non è proprio il mio genere, sugli altri non mi esprimo non conoscendoli abbastanza. Comunque, anche questo film non sarebbe il mio genere, eppure...
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