L’idea era: dopo Lovoleto, riposo. E così è stato. Più o meno. Per tre giorni mi sono comportate benissimo: non ho neppure guardato le scarpette, né ho degnato della minima attenzione la bicicletta. Mi sono persino concessa un massaggio, preoccupandomi che le mani esperte lavorassero a dovere su quell’infimo dolorino che mi perseguita da mesi. L’umore, però, cominciava ad alterarsi, meglio correre ai ripari. Appunto, meglio correre. Una sgambatina appena, giusto per mantenere viva la circolazione e non polverizzare quel po’ di forma faticosamente conquistata. Cerco la scioltezza e la decontrazione, ma mi sento una schifezza. Vabbè, un altro giorno di riposo poi andrà meglio. Sabato mattina sono ancora una mezza podista, ma già domenica va meglio -sarà che è Pasqua… Ma sì, ho cazzeggiato per una settimana, rischio di ammosciarmi: domani gareggio, tanto per darmi una scrollata. Consideriamolo un bel medio collinare, dopo tanto tempo un allenamento così ci sta bene. Specie in previsione di quella corsaccia che non avrei minimamente preso in considerazione se non fosse finita nel calendario sociale – non che sia obbligata, ma quando non ho valide ragioni per esimermi preferisco partecipare.
So poco o nulla di questa Corsa della Liberazione. Se non ricordo male, gli anni passati era discretamente partecipata, per quanto poco considerata dalle società solitamente più agguerrite nel classico circuito provinciale. Non posso fare raffronti, essendo per me la prima volta, ma oggi mi sembra che siamo davvero in pochi. Incontro qualche amico, ma non individuo nessuna concorrente – almeno, nessuna faccia conosciuta. Di certo, una griglia di partenza così rilassata non ricordo di averla mai vissuta.
So che dovrò affrontare una lunga salita, occorre quindi prudenza. Del resto, c’è poco da calcolare: qui non posso inventare nulla, si tratta semplicemente di resistere allo sforzo, sfruttando al meglio ogni minima risorsa. Tanto più che sono in testa, e non ho la minima idea di chi mi stia seguendo. Le rampe sembrano non avere mai fine, appena un attimo di respiro e di nuovo un’altra a spezzare le gambe. Sto tenendo discretamente, solo un piccolo cedimento che però non ha avuto repliche. Prima o poi dovrà pur finire… Con la discesa inizia anche una strada bianca: mi avevano parlato di un breve sterrato, assicurandomi però che fosse in salita. Sorvoliamo, lasciamo andare le gambe che qui si corre bene. Supero un paio di amici che erano partiti prima, partecipando alla non competitiva: mi incitano e mi acclamano come la prima donna. Riuscirò a restare tale? Mi piacerebbe sapere chi corre dietro di me, a quale distanza, ma non faccio nulla per scoprirlo: sono troppo impegnata ad affrontare questi saliscendi, del resto più di così non potrei spingere. In salita ho visto rosso, in discesa ho frenato un po’ nei tratti particolarmente ripidi, per poi lanciarmi i picchiata a rotta di collo. Ultimo chilometro, sono imballatissima ma ancora in spinta.
Mi sto ancora cambiando quando dal palco chiamano la prima donna. Quanta fretta! Premiazione insieme ai primi tre uomini, chissà perché non con le altre due donne – che, ancora, non so chi siano. Una vittoria da poco, d’accordo, ma pur sempre una vittoria. Le più forti avranno preferito godersi il 25 Aprile in luoghi più ameni, beate loro: oggi però io mi godo la mia medaglietta d’oro.
9 commenti:
Conosco bene le colline ozzanesi e le "rampe" che ti conducono alla Dulcamara! ;-)
Bel contesto e, soprattutto, bella vittoria Valentina! :-)
Ciao Vale, quando arrivi dietro non va bene, quando vinci, nemmeno!!
cerca di essere meno dura con te stessa.
La verità è che sei fortissima!!
Brava!!!
@ Matteo, quindi sarei transitata nei pressi della Dulcamara? Quando corro non vedo proprio niente...
@ Vincenzo, sono un po' severa, è vero, ma non posso negare che sia stata una vittoria "facile": altro che fortissima!
@ Gianluca, grazie. Aspetto di conoscere le tue prodezze
@ Valentina: si, ci siamo passati proprio di fianco! La Dulcamara si trova poco prima del tornantino verso destra dove inizia il tratto sterrato.
Diciamo, più o meno, attorno al km. 7,5 di gara! ;-)
ciao
se riesci a provarle e ti ci trovi bene puoi sempre acquistarle per corrispondenza da koalasport.
se non erro non fanno pagare neanche le spese di spedizione.
@ Matteo, hai detto "ci siamo passati": vuoi dire che c'eri anche tu? E non mi hai detto niente?!
Vittoria, e chi ne ha mai provata l'ebbrezza?
Goditela
@ Valentina: hai ragione, ma tenuto conto che non disponevo né di una penna nè di un semplice foglio di carta, mi sarei potuto presentare senza la possibilità di chiederti un autografo? Certo che no... :-)
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