domenica 13 marzo 2011

Pieve di Cento - Maratonina delle Quattro Porte

Incredibile, alle 12,30 siamo già diretti verso casa. Che sia merito della pioggia? Oppure gli organizzatori si sono resi conto che terminare le premiazioni quando in piazza sono rimasti solo i piccioni non ha molto senso? Comunque sia, ciò che conta è avere in saccoccia un risultato per certi versi sorprendente. Il che non significa soddisfacente al 100% (quando mai?), ma quantomeno piuttosto interessante. Specie in questa gara, che mi ha sempre bistrattata. Ingrata! Io che l’ho ammirata, apprezzata, quasi anelata, ne sono uscita tutti gli anni piegata a metà. Eppure si svolge sul mio percorso ideale: rettilinei infiniti persi nella campagna, orizzonti malinconici interrotti solo da argini o casolari, borghi anonimi e silenti che appena ci notano. Peccato che questo periodo dell’anno la nostra pianura patteggi una sorta di gemellaggio con la Patagonia: il vento non da tregua. Chi vive in città a malapena lo nota, le costruzioni riparano e smorzano le folate, ma appena fuori dai centri abitati occorre armarsi di forza e pazienza per affrontare certi allenamenti. E io, che già esco alquanto malconcia dall’inverno, arrivo all’appuntamento con Pieve ricca di buoni propositi ma povera di energie.

Oggi, però, qualcosa ha girato per il verso giusto. Che cosa, non saprei dire. Voglio pensare che la preparazione stia dando i suoi frutti, cos’altro, se no?
Mi approssimo verso la linea di partenza abbastanza serena. Del resto, qui c’è poco da giocarsi: sarebbe già tanto riuscire a piazzarsi tra le prime venti, al massimo si può ambire ad un premio di categoria. La mia più diretta avversaria è proprio accanto a me, intenta a scherzare con i podisti che ci circondano. L’orso, invece, sta come sempre sulle sue. Non colgo facce familiari, vorrei solo che partissimo presto perché comincio a sentire freddo. Oggi devo spezzare l’incantesimo: rivolgere la gara, questa gara, a mio favore. Che non si dica, anche stavolta, che a Pieve faccio sempre schifo.

Nei primi chilometri mi mantengo a distanza di sicurezza, troppa ressa attorno a lei. È vero che nel gruppo si sta riparati, ma è noto che io non riesco a correre tra tanti piedi. Il ritmo è buono, ma stranamente prudente: avrei scommesso in uno slancio maggiore, se non altro per acquisire margini di sicurezza. Mi sto avvicinando, non posso farne a meno. Mi nota e alza l’andatura. Bene, io sto qui. Già immagino una lotta all’ultimo metro, come un mese fa. Dopo il decimo chilometro, al riparo dell’argine, cambio marcia. Senza chiedermi se sia opportuno o meno, rompo gli indugi e me ne vado. Mi aspetto una reazione, sarò sicuramente subito riagguantata. Invece no, procedo sorpassando a destra e a manca. Incosciente? Forse, ma accendo nella mente il film della Stralugano e cerco di riviverlo. Che prestazione, fu quella! Un spalla a spalla snervante, finché non decisi di dare una sferzata, proprio quando mancavano una decina di chilometri all’arrivo. Perché non dovrebbe riuscirmi anche oggi? Mi concentro sulle mie forze, ne ho ancora e devo averne fino alla fine. Non mi guardo indietro, mai. Tutto si proietta davanti a me. Nell’ultima manciata di chilometri il vento mi mette alla prova: non è particolarmente forte, ma in questa fase basta un alito di troppo a farmi penare. Sto rallentando, eppure non avverto i classici segnali di crisi che ammosciano le gambe, riducendoci a strisciare sulla linea del traguardo. Manca un chilometro. Dai che è finita, mi sprona un ragazzo, invitandomi a seguirlo. Ci provo, e ci riesco. Riesco a spingere ancora, a tirare un finale in apnea: schiatterò, pazienza…

Marescalchi mi scorge da lontano, il mio nome risuona là dove sto per arrivare. Il cronometro mi infligge una punta di delusione. Dettagli. Di poco spessore, rispetto alle due principali soddisfazioni della giornata. La seconda di queste: ho realizzato il mio miglior tempo in questa gara, corsa oggi per la sesta volta. Un altro tassello del mio puzzle: quasi quasi comincio a credere che riuscirò a completarlo.


3 commenti:

Vincenzo DI GENNARO ha detto...

Ti faccio i miei complimenti. 3° di categoria è un'ottimo piazzamento!!

Doc ha detto...

Mi sa che il puzzle è già finito...

Valentina ha detto...

@ Grazie Vincenzo, ottimo è esagerato, ma va bene così. Pensa che l'anno scorso identico piazzamento seppure con 3' in più. Chissà perchè a Pieve corrono in tante...

@ Grazie Fede, ma mancano ancora un sacco di pezzi!

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