Ecco a voi l’inviata speciale alla scoperta dei segreti di
Budapest!
D’accordo, mi sono fatta un po’ prendere la mano, ma l’esperienza
di corrispondente per Podisti.Net alla maratona della capitale ungherese mi ha
proprio entusiasmata. La città, bellissima, merita di essere visitata con calma:
in due giorni ne ho avuto solo un assaggio, e mi è rimasto un certo languore.
Ma veniamo alla ragione principale del viaggio. Ho descritto
l’evento nell’articolo sul sito: lì, ovviamente, non mi sono dilungata sulla
mia prestazione. Prestazione che è stata indubbiamente condizionata da un pre-gara
non proprio ortodosso – specie per una sempre attenta ai
dettagli, soprattutto alimentari. Sorvoliamo sui pasti del venerdì e del
sabato: non so se sia stato peggio quello che ho mangiato o quello che non ho
mangiato. I sensi di colpa non mi hanno comunque impedito di dormire come un
sasso: ho completamente ignorato il fragoroso temporale che, mi hanno riferito,
ha rinfrescato il sabato notte. Mi aspettavo una mattinata tiepida e luminosa, invece
mi sono trovata ad attendere l’orario della partenza avvolta da un madido
nebbione.
Raggomitolata su una panchina, al riparo di un sottile
cornicione, cerco di concentrarmi nella lettura, sperando che il tempo scorra
in fretta. Così però accumulo umidità e freddo, meglio muoversi un po’:
sgranchire le gambe, guardarsi un po’ in giro, cercare di capire quando sia
opportuno posizionarsi sullo start. L’atmosfera è quella di una tapasciata
paesana, meglio così. Mi svesto, deposito lo zaino, e inizio a scaldarmi.
Valentina! Dice a
me? Non ci posso credere, guarda dove devo andare per rivedere il mio primo
allenatore… che festa! Momenti elettrizzanti, che mi siano di aiuto. Intanto,
mi approssimo alla griglia di partenza, tranquilla tranquilla. Si aggiungono
altri podisti, tutti molto rilassati: temevo una calca furiosa, nello stretto
corridoio a noi riservato, invece sembra quasi che la gara sia altrove. Eccola,
quella “vera”: la maratona. La testa della corsa sta transitando, tra un po’ li
seguiremo. 5, 4, 3, 2, 1… via: adesso tocca a me. Imposto un’andatura agile,
non dovrei trovare difficoltà. Ma, al primo giro di boa, mi rendo conto che
stavo correndo col vento a favore: ora, che è contrario, la musica cambia. E sarà
così per tutto il percorso: un po’ si respira, un po’ ci si affanna, e non solo
per il vento – ponti, ponticelli, curve a gomito. Tengo bene per 25 km, poi
tutte le condizioni sfavorevoli si concentrano e il mio ritmo cade a picco. Tagliato
il traguardo in ginocchio, mi annunciano che sarò premiata sul palco: ignoro la
mia posizione, ma la notizia mi rallegra. Peccato che non potrò essere
presente, dovendo scappare in albergo per liberare la camera: devo
immediatamente recuperare il mio zaino, i tempi sono strettissimi. Già, il mio
zaino: dov’è? Scusate, dove si recuperano le sacche consegnate alla partenza? Facce
stranite, cosa avrò mai chiesto… Vago disperata, ormai in preda ad una crisi di
panico. Credevo di trovare il camion subito dopo l’arrivo, ma non ce n’è
traccia, e nessuno sembra sapere dove sia. Sono allucinata, sfinita e
allucinata. Finalmente una buon anima con le idee abbastanza chiare mi invita a
seguirla: ci si inoltra in un parco, si attraversa il percorso di gara, poi un
sentiero…. Aiuto! Dove stiamo andando? E’
qui, non ti ricordi? Non posso ricordarmelo, non sono partita da qui, io!!!
Mi riapproprio dei miei beni, levo il top, infilo la felpa e fuggo verso l’uscita.
In 40 minuti dovrei rientrare in albergo (distante poco meno di 3 km), fare la
doccia, completare la valigia e fare il check out. Bisogna correre, ancora!
Mi hanno concesso un margine sufficiente, squisito il
personale di questo hotel. Finalmente posso rilassarmi. Potrei uscire e
gustarmi qualcosa in quell’elegantissimo caffè qui vicino, ma non ne ho le
forze: nemmeno per mangiare. Un senso di nausea mi accompagnerà per tutto il
viaggio, che sarà alquanto travagliato. Ma quante cose avrò da raccontare…
8 commenti:
All'estero meglio andare con il sacchetto della merenda, almeno fino alla gara... poi si può sperimentare di tutto e di più. ;-)
Ma questa volta avevo un ruolo preciso, non avevo molta scelta...
Eh ma si può fare la finta... mangi prima e poi dici di non aver fame... ;-)
Eravamo accompagnati da mattina a sera!
Di nascosto, alla Fantozzi :-D
La vera domanda e': ma come si diventa corrispondenti di Podisti.net?
2.04.51 non mi sembra male, congrats
@ Daniele, prima di tutto bisogna essere collaboratori di Podisti.net da diversi anni. Quanto al tempo...bello, vero? Peccato che non sia il mio: il display (3h, non 2) mostrava il crono della maratona. Che sia di buon auspicio ;-)
Nice blog thanks foor posting
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