Difficile stabilire se il 2011 sia stato migliore o peggiore del 2010. Se analizzo solo la mia principale passione, dovrei considerare quello appena terminato un anno decisamente significativo: ho conquistato diversi podi, di cui uno di carattere “internazionale” (per quanto passato del tutto inosservato); ho realizzato tempi che non sfioravo da secoli; ho quindi acquistato fiducia e alimentato nuove motivazioni.
Questi piccoli successi hanno quasi del miracoloso, se si osserva il contesto in cui si sono compiuti. Ho lasciato scadere la ricetta medica per un antidepressivo, non volendo innestare un meccanismo di dipendenza alquanto rischioso. Ma sedare le notti insonni solo con le proprie forze è risultato tutt’altro che facile, non intravedendo alcuna luce in fondo al tunnel: alle cause conosciute era impossibile porre rimedio, e gli eventi senza spiegazione non potevano che approfondire il baratro. Perché di fronte a fattori ambientali, o quantomeno tangibili, puoi cercare di costruirti una sorta di difesa: puoi, se non altro, imbastirvi attorno una rete di ragionamenti; puoi elaborare qualche strategia di sopravvivenza; puoi, insomma, confidare in una soluzione – forse lontana, ma non impossibile. Di fronte all’opportunismo, all’indifferenza e alla meschinità, invece, sei completamente indifeso. Specie quando non te l’aspetti, quando il terreno sotto ai piedi ti manca all’improvviso, proprio quando cominciavi a credere che la base potesse acquistare solidità. Dicono che, toccato il fondo, si possa solo risalire. Stringi i denti, sei abituata alle prove di resistenza, no? Ecco, anche con l’acqua alla gola, a cosa vado a pensare? Quasi mi sento in colpa, nello sfascio totale mi preoccupo di riuscire a correre: come rifiutassi di soffermarmi sui problemi reali. Ma, del resto, se mi fermo cosa risolvo? Un’incazzatura in più, e nulla di concluso. E allora corri, e cerca di farlo meglio che puoi. Non sarà quel paio d’ore in cui stacchi il cervello da casa, lavoro e spese a peggiorare la situazione. Ricordi? Si può solo risalire…
Può succedere che una porta si apra, un piccolo spiraglio, ma meglio di niente. Può accadere che qualcuno ti sorrida, nonostante il tuo brutto muso. Può realizzarsi un sogno che credevi impensabile. C’è qualcosa da ricordare, in questo 2011. Tutto è ancora molto precario, è vero, ma la salita è un po’ meno affannosa.
A proposito di salite, ovviamente ho iniziato il nuovo anno correndo. Non che mi interessasse celebrare l’evento, trattandosi di un qualsiasi giorno festivo – utile, in quanto tale, a dimenticare la sveglia e allenarmi nelle ore che preferisco. E cosa potevo scegliere se non il Giro dei Colli? Appuntamento fisso da diverse settimane: mi sto ubriacando di saliscendi, speriamo producano gli effetti sperati. “Podisticamente” parlando, obiettivi ambiziosi per questo 2012 (devo averlo già detto…). Di altri versanti preferisco tacere: meglio mettere a tacere il mio pessimismo cosmico e non azzardare visioni future – tanto, a breve finirà il mondo, no?
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