L’ho fatto arrabbiare. Eppure, cosa avrò mai detto di male? Dovevo forse bullarmi con un Oggi me le fumo tutte quando, considerata la forza delle avversarie e la mia attuale fase di preparazione, sappiamo bene che mi dovrò accontentare? È vero: mi manca quella sicurezza che, probabilmente, inciderebbe positivamente sui risultati. Ma è anche vero che c’è una bella differenza tra ciò che esprimo a voce e ciò che celo in me: difficilmente rivelerò cosa chiedo a me stessa, preferisco trincerarmi dietro una modesta scaramanzia. Del resto, esibire le mie ambizioni non mi ha mai portato bene. E non mi pare che tu apprezzi chi lo fa: proprio sulla linea di partenza mi hai pregato di incollarmi a colei che si è già dichiarata facile vincitrice (“tanto non c’è nessuno…”). Sarà fatto: oggi l’obiettivo non è il cronometro, ma il piazzamento, e lotterò fino allo stremo per non lasciare nulla di intentato.
Siamo tre, in un gruppetto che procede a passo svelto. Forse un po’ troppo svelto: comprendo che il ritmo è azzardato, ma se lo è per me lo è anche per loro. Vorrà dire che scoppieremo tutte quante, adesso non posso lasciarle andare via: servirebbe solo a demoralizzarmi. È già sufficiente il colpo che accuso alla notizia che non siamo noi in testa: davanti, molto davanti, c’è la sorpresa dell’anno. Volto noto, spesso presente, discreta atleta ma non temibile come avversaria: fino, appunto, ad ora. Ha stravinto il 10mila del 6 gennaio e oggi ci precede di un paio di minuti: niente male come exploit per una MF40. Brava lei… Sta di fatto che, appurato ciò, la sfida si fa ancora più avvincente: se prima si lottava per il gradino migliore del podio, ora in gioco c’è il podio stesso – e nessuna vuole accontentarsi del quarto posto. Cerco di stare coperta, sto bene, mi sembra anzi che potrei spingere un po’ di più, ma meglio non rischiare. Avverto segnali di difficoltà da parte di chi ha ormai perso la certezza della vittoria. Mi faccio avanti, approfittando della discesa dal cavalcavia. Non voglio però essere io a tirare, perciò assesto il mio passo lasciandomi superare nuovamente. L’altra è sempre incollata come un’ombra. Ho un’ulteriore occasione di sorpasso, non resisto e vado. L’ombra sempre lì. Qualcuna, invece, resta indietro: un’assistente di gara ci avverte che è distanziata di 300metri, pare abbia ceduto. Siamo circa al tredicesimo chilometro, la gara è ancora lunga, non illudiamoci. Intanto, chi mi tallona cerca di eliminarmi: già avevo notato una sua presa di posizione alquanto prepotente, della serie "fatti in là che passo io", se poi passiamo allo sgambetto mi infurio. Ehi, vuoi farmi fuori?! Si scusa e passa davanti, col proposito di essere lei a tagliare l’aria. Io invece non sono capace di stare a ruota, non quando si procede alla medesima andatura. È dunque un testa a testa che mette alla prova resistenza fisica e mentale. Il rimto non è più brillante come nella prima metà di gara, temo un black out improvviso, per quanto tutto mi sembri sotto controllo. La mia speranza è che accada come anni fa a Lovoleto, quando fu lei a cedere, ad una manciata di chilometri dall’arrivo. Ma, per ora, non pare avere affatto questa intenzione. Anzi, procede spedita ad un passo da me. Va bene così, non sto forzando, posso quindi ipotizzare uno scatto sul finale. Forse. A dire il vero, non è che abbia chissà quali risorse da cui attingere, sono decisamente al limite delle mie possibilità. Anche lei ha rallentato, manca ormai un chilometro e bisogna rompere gli indugi. Mi affianco, ma lei reagisce: è un tira e molla continuo, nel quale vince la potenza. Cioè lei. Sei secondi di differenza, da mangiarsi le mani. Ma, del resto, nessuna recriminazione: ho dato tutto ciò che avevo. Sul podio, almeno, ci sono arrivata. Un minuto in meno dell’anno scorso, anche questo è un buon segnale. Il Garmin, poi, indica 21,4 km: non voglio mettere in discussione la misurazione ufficiale, ma la media al km che riporta lo strumento è incoraggiante, specie in questa fase, ancora carica dei lavori di potenziamento. Insomma, la stagione è iniziata con ottimi auspici. Ora so che i prossimi risultati non saranno altrettanto gratificanti, dato che la concorrenza sarà maggiore. L’importante è avere ben chiaro l’obiettivo principale: tutto il resto è contorno.
7 commenti:
pare quasi di vedervi, clint eastwood ed eli wallach in calzoncini che regolano i conti dopo il traguardo. colonna sonora di morricone e nessun dubbio su chi ne uscirá in piedi :)
PS: un giorno, senza ledere il vincolo scaramantico, ci riveli l'obiettivo finale? un aiutino almeno
una gara sul piazzamento piuttosto che sul tempo mi manca, però riconsoco che potrebbe essere più stimolante...alla prossima cercherò qualcuno a cui mordere le chiappe! :)
Che dire Vale. Hai le palle quadre e forse non ne sei neppure consapevole!
Con stima e affetto. Fede
@ Daniele, su chi ne uscirà in piedi c'è più di un dubbio... Rivelare l'obiettivo finale?! Ma se non rivelo nemmeno la gara che farò tra una settimana!
@ Stefano, quando ci si gioca una posizione significativa, il tempo va in secondo piano (specie se non si può ambire a miglioramenti cronometrici) - e aumenta la grinta. Mi farai sapere!
@ Fede, se lo dici tu... Anche se mi piace tanto il seitan? ;-)
In effetti ti facevo da seitan... ahahahahaha!
Bel...filmato! Sempre un piacere leggerti, e in qquesto 2011 spero di leggere molto, complimenti Vale!
LOLLI QUELLO CHE NON TI DA ASSISTENZA MANCO PER ER CAZZO HAHAHHAHAHHAHA
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