Finché non sopprimerò quel tarlo che svilisce la fiducia in me stessa, fino a quando non smetterò di ritenere insormontabili certi muri, fino al momento in cui non crederò veramente nelle mie possibilità, continuerò a percepire una nota di amaro nei mie risultati.
Lo so, ci sto lavorando, ma la scorza è dura da scalfire. Che razza di agonista sono se, anziché approfittare dei segnali di cedimento dell’avversaria, mi accomodo sui miei passi, sentendomi giustificata a rallentare anch’io? Quasi avessi timore di superarla. È indubbio, lei è più forte, ma ultimamente le distanze si sono notevolmente ridotte, sarebbe quindi il caso che la smettessi di considerarla irraggiungibile. Può essere che effettivamente lo sia ma, accidenti a me, cambiamo registro! Eliminiamo dal vocabolario la parola “non”.
Go, Vale, go! Credici! Non hai mai sentito cosa affermano i vincitori? Ci ho creduto... Chi sei, tu, per non poterlo fare? Devi arrivare al traguardo con la convinzione di avere dato fondo a tutte le tue possibilità, senza lasciare spazio a recriminazioni: il “se solo avessi” deve sparire. Lo vuoi capire o no?!
5 commenti:
Ho imparato a odiare quella fastidiosa sensazione di avere ancora energie da spendere...ma dopo il traguardo, bisogna rischiare per scoprire il limite.
Lunghe corse!
Ti consiglio un libro "illuminante":
- Resisto dunque sono - di Pietro Trabucchi.
Da leggere tutto d'un fiato
Ciao!!
@ Fede, già letto. E anche diversi altri sull'argomento. Mettere in pratica è un'altra cosa...
Vero, però se qualcuno ci riesce vuol dire che si può fare, no?
Picchia duro! ;-)
allora ricordati di quella volta che ti cazziai a milano per ricordarti che ce la puoi fare. senti le mie gridaaaaaaaaaaaaaaa
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