Adoro le mattine in cui posso fare colazione in tutta calma, leggendo il giornale. Potrei stare ore a sfogliare le pagine sorseggiando tazze di tè.
Stamattina, però, lo yogurt mi è andato di traverso quando ho appreso che all’Ospedale Maggiore cinque medici su sette sono obiettori di coscienza. Questo a Bologna.
Quindi, anche nella mia città, una donna che per una sua personale, legittima, inoppugnabile decisione, si trovasse nella necessità di abortire, correrebbe il rischio di non poterlo fare. Ritengo inconcepibile che ciò sia concesso. Che sia permesso, cioè, che un medico nell’esercizio delle sue funzioni possa rifiutarsi di esercitare le stesse. Se un chirurgo testimone di Geova si opponesse alla pratica di una trasfusione lo si riterrebbe altrettanto legittimo?
Qualora certe terapie, interventi o cure fossero in contrasto con le proprie convinzioni, basterebbe scegliere un’altra professione.
La conferma di quanto siamo ancora disperatamente lontani dalla realizzazione di uno Stato laico me la fornisce poi il principale TG nazionale. Notizia di apertura, la dichiarazione del Papa su divorzio e aborto: "si tratta di colpe gravi che, in misura diversa e fatta salva la valutazione delle responsabilità soggettive, ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita".
Cosa abbiamo fatto di male?…
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