lunedì 24 dicembre 2007

Leoni per agnelli

Premessa: potrei restare in contemplazione di Robert Redford anche se fosse immobile sullo schermo per due ore.
Detto questo, veniamo al suo ultimo film: intenso, avvincente, intelligente. Riesce a fare apprezzare persino Tom Cruise (il che è tutto dire), assolutamente perfetto nel ruolo del politico rampante. Sorriso stampato sulla faccia da schiaffi, gestualità impostata e controllata, frasi studiate ad effetto – mi ricorda qualcuno…
La giornalista dai solidi ideali assiste al suo show con imbarazzato sconcerto. È davvero inquietante assistere al tormento interiore del personaggio interpretato da Meryl Streep, consapevole di trovarsi di fronte ad un assurdo gioco di guerra confezionato come un’impresa patriottica contro il quale nessuna verità sarebbe proponibile. Rifiuta di divulgare tale propaganda bellicista, pur sapendo che altri lo faranno al posto suo.
Intanto, il gioco promulgato dall’abile senatore risulta complicato oltre le aspettative: la più tecnologica macchina da guerra cade quasi nel ridicolo, beffata com’è da un manipolo di indigeni in tunica e turbante – tanto “retrogradi” quanto assoluti padroni del proprio territorio. Ne sono vittime due giovani volontari, che nemmeno la più grande forza armata del mondo riesce a salvare.
Guarda caso, tali valorosi soldati hanno la pelle nera e, guarda caso, si sono arruolati per ottenere un riconoscimento e una gratificazione che lo Stato non è in grado di garantire. Ragazzi coscienziosi e promettenti studenti, osservati e ammirati dal loro professore, che ha tentato invano di dissuaderli da un intento che non condivide – pur ammirandone la motivazione. Ce ne fossero di professori di tale spessore (e non solo perché è Robert Redford…), interessato al ruolo che i propri studenti potranno avere nel futuro della nazione, impegnato a spronarli affinché siano presenti e coinvolti nelle decisioni che potrebbero rivelarsi determinanti.
Il professore vede cadere le speranze riposte in quei due ragazzi; la giornalista assiste ancora una volta alla stupida potenza del sistema; il senatore partecipa al crollo dei suoi birilli. Tre destini incrociati dei quali nessuno risulta vincente.
La realtà lascia ben poche speranze, e quelle poche sono riposte negli occhi del giovane studente al quale il professore si è rivolto, con quello che pare un disperato appello.

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