Come mi sarà venuto in mente di partecipare ad una gara fuori programma (e fuori provincia)? Neanche avessi potuto ambire al ricco montepremi: si sa, quando ci sono soldi in palio, ecco accorrere tutti i podisti di discreto livello, ad occupare le posizioni interessanti in classifica. Escludendo qualsiasi velleità di misurarmi con le atlete più forti, ritenendo fuori discussione qualsiasi ipotesi di record personale, non prendendo neppure in considerazione eventuali attrattive logistico-paesaggistiche della gara in questione, che cosa può avermi indotto a sollevare la cornetta del telefono per dettare la mia iscrizione? Trovo forse più allettante correre tra tanta gente che allenarmi in solitudine? Da quando in qua? Eppure, cercando di dipanare le mie ingarbugliate elucubrazioni mentali, ravviso una timida preferenza a spremermi in un contesto competitivo piuttosto che in un allenamento individuale. Insomma, a prescindere dal risultato, se fatica deve essere, che almeno sia per conquistare un traguardo tangibile – ergo: siccome temo di non essere abbastanza determinata per portare a termine una seduta come dovrei, meglio avvalersi di maggiori stimoli al fine di concludere degnamente la tabella settimanale.
Mentre le mani anchilosate dal gelo tribolano nell’applicare il pettorale alla canotta, mi chiedo che senso abbia la mia presenza qui. Sto battendo i denti, e non in senso metaforico. So bene che non è la prima gara sotto la pioggia, né sarà l’ultima. Ma un conto è tenere fede ad un impegno programmato e preparato con cura, altra questione è apprestarsi a soffrire pur sapendo che la soddisfazione sarà pressoché nulla. Eppure, deve esserci qualcosa di perverso nelle nostre menti se, nonostante tutto, siamo qui a tentare di riscaldarci, in attesa dello sparo. Stefano ha ragione: forse a casa non avresti corso? Ovvio che avrei corso, ma almeno non avrei patito il pre e il post… Basta! Ormai sono qui, tanto vale impegnarsi fino in fondo. Il vantaggio è che oggi nessuno si aspetta nulla da me, nemmeno io, e non dovrò neppure lottare contro le solite avversarie: le uniche che conosco sono inavvicinabili, tutto il resto è puro anonimato. Ecco un altro elemento che giustifica la mia presenza in questo non-luogo (siamo nel parcheggio di un centro commerciale): ho già risaltato in diverse occasioni i vantaggi di correre liberi dai consueti riferimenti. Sconosciuta tra sconosciuti, gara che si delinea metro dopo metro: tutto da scoprire, giocarsi tutto dall’inizio alla fine.
Anche qui sterrato, ma allora è un vizio! Che razza di corsa è mai questa? Sottopassi, capannoni, manca poco che finiamo in qualche scantinato. Calma, mantieni la concentrazione, stai andando abbastanza bene e, per una volta, non sei partita come una forsennata. Se almeno riuscissi ad attaccarmi a qualcuno…possibile che non trovi mai un trenino che faccia al caso mio? Al contrario, un furbetto mi sta seguendo a ruota, riparandosi dal vento contrario. Sentirmi tallonata mi manda su tutte le furie: mi trattengo dall’insultare il fenomeno di turno solo per non sprecare energie preziose, ma non intendo certo favorire il suo gioco. Mi scosto per liberarmi della sua fastidiosa presenza, vai avanti tu che sei così forte.
I passaggi sono ancora buoni, chissà se riuscirò ad insidiare la ragazza in rosso che mi precede di poco. Ecco che la solita gamba si imballa, non ci voleva. Perdo terreno, devo resistere, saprò recuperare appena il fastidio si sarà attenuato. Ritrovo quindi lo slancio, riesco addirittura a superare una podista: piccola soddisfazione, che mi da carica. Quando mancano 5 km, penso che i primi cinque sono filati lisci e veloci: cerchiamo di tenere alto il ritmo. Mi sento ancora in spinta, sarà così? Non sto controllando i passaggi, lo schermo è bagnato, anche i miei occhiali lo sono: la priorità di proteggere gli occhi va a scapito della visibilità. Tanto più che la pioggia si è tramutata in neve. Siamo sulla via di ritorno: di nuovo sterrato, capannoni, sottopassi… Sopportiamo tutto, ormai è fatta.
Il cartellino che mi consegnano all’arrivo rivela che sono ventesima. Un po’ delusa, lo confesso: non immaginavo di averne così tante davanti a me. Jader invece è contentissimo, mi festeggia come se avessi vinto: ovvio, si aspettava di rivedermi dopo pochi minuti dallo sparo, mestamente ritirata causa intemperie. Le intemperie rischiano invece di abbattermi ora, a gara conclusa. Appena ferma, tutto il gelo di questa giornata infernale convoglia sulle mie membra – già provate. Mi trascino fino al parcheggio, salgo in auto e non riesco a smettere di tremare. So che dovrei liberarmi al più presto degli indumenti fradici, ma non sono in grado di muovere un dito: sto talmente male da spaventarmi. Forse è proprio la paura a scuotermi: lentamente sfilo i guanti, apro la borsa, mi spoglio per avvolgermi immediatamente nell’accappatoio. Il tremore si protrarrà ancora a lungo, mi sento però al sicuro. Oggi è stata una bella prova di resistenza, conclusa più che dignitosamente.
6 commenti:
posso permettermi ?:
te sei fuori!!!!
a parte gli scherzi complimenit per la voglia di portare a casa il risultato
ciao
Ciao Vale, anche io credo che una gara sia sempre meglio di allenarsi da soli, perchè almeno io, nella gara riesco sempre a dare il massimo, cosa che da solo mi è molto più dificile. Se posso farti un appunto, ma perchè non metti mai i tuoi tempi? eppure sei un'atleta fortissima.
A proposito se mi capita di fare una gara con te, mi attacco anche io alla tua canotta e vedo di fare il PB!! eheeh ciao
Sarà come dici tu... ma io a leggere i tuoi post mi esalto, sei senz'altro sulla strada giusta, ciao!
@ Nino: e chi di noi non è "fuori"?...
@ Vincenzo: è indubbio che in gara hai più stimoli, ma a volte l'allenamento prevede un impegno diverso quindi meglio rinunciare alla competizione - sempre che si abbia un obiettivo preciso.
I tempi non li cito semplicemente perchè non mi sembra sia un dato rilevante (ma quale atleta fortissima?!...)
@ Filippo: grazie per la fiducia!
Ciao Vale. Complimenti, sinceri.
Io però preferisco un allenamento in assoluta solitudine... ;-)
Grazie Fede. Anch'io tendenzialmente sono come te, ma questo è un periodo eccessivamente buio e la mente tende a deviare troppo, condizionando così i miei allenamenti, quindi abbattendo ulteriormente il mio umore. La competizione mi aiuta ad essere concentrata sull'obiettivo - oltre a regalarmi qualche piccola gratificazione.
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