Nel fine settimana è prevista neve. Omettendo per decenza le imprecazioni che sorgono spontanee, mi limito a considerare che, con molte probabilità, anche quest’anno la maratonina di Castel Maggiore sarà solo una classifica da consultare per mera curiosità. Peccato. Non tanto per un ipotetico risultato mancato, impensabile in questa fase esprimersi al meglio: peccato perché una gara sotto casa è sempre un’occasione golosa. Ma l’idea di avventurarmi su strade ghiacciate non mi sfiora minimamente. Del resto, la mia stagione si è conclusa domenica scorsa, a Savignano sul Rubicone. È la seconda volta, quest’anno, che gareggio in quella località a me ignota. Decisamente per dovere: quale piacere si potrebbe mai riscontrare nel macinare centinaia di chilometri per competere in contesti privi di qualsiasi attrattiva? L’interesse della società verso certe manifestazioni resta per me un mistero sul quale evito di scervellarmi. Di certo, avrei evitato tranquillante quest’ultima prova se non fosse stata decisiva per la mia posizione nella classifica annuale: ebbene sì, allo stato attuale delle cose devo tenere conto anche di certi dettagli. Quindi, corriamo questa Maratonina di Santa Lucia, e vediamo di correrla al meglio.
Tralasciamo il fatto che si definisca “maratonina” una gara di 14 km circa, e dimentichiamo anche la fatica della maratonina vera, corsa appena una settimana fa e scarsamente smaltita. Qui si tratta semplicemente di non farsi prendere dall’ansia di prestazione e di mantenere un ritmo il più possibile brillante: è nelle mie possibilità, quindi nessun problema.
Gomitate e imbottigliamento subito dopo lo sparo: calma, è tutto sotto controllo. Anzi, avere evitato una partenza a razzo può essere solo produttivo. Il plotone si sgrana di lì a poco, fate largo che passo io! La giornata è luminosa, fredda ma non gelata. Le gambe sembrano girare discretamente, centrare l’obiettivo è ormai una certezza. Mi metto in scia ad un compagno di società mai visto prima, ovviamente mantenendomi a distanza di sicurezza. Quando avverto un accenno di rallentamento, mi stacco e sorpasso. Il Rubicone è alla nostra destra, poi lo attraverseremo per tornare verso il punto di partenza. Il percorso non è male: lunghi rettilinei di campagna, come piacciono a me. Peccato che, dopo il giro di boa, un leggero venticello ci soffi in faccia: per debole che sia, si fa sentire. Comincio ad accusare. Una giovane podista in rosso mi supera quasi fischiettando. E ci si mette anche la solita gamba a farmi perdere secondi preziosi. È solo un momento, adesso passa e torni a procedere spedita, in fondo manca poco. Un altro chilometro, un altro ancora, poi ancora uno e infine l’ultimo. Che sarà mai? Stai superando un sacco di gente, non vedi? D’accordo, sono uomini quindi contano poco, ma è pur sempre una bella soddisfazione, no? Rientriamo in paese, ormai ci siamo. Mi affianco ad un ragazzo che mi incita, prova addirittura a spronarmi affinché riprenda la ragazza in rosso: grazie per la fiducia, ma quella mi ha superato chilometri fa, chi la vede più? Ovviamente, le mie risposte sono solo virtuali, mi guardo bene dal sprecare fiato. Non commento neppure la sua rincuorante segnalazione: Dietro non ne hai nessuna. Evviva, ma nei due chilometri che restano può arrivare il mondo intero. Ehi, che dico? A questo punto, quale che sia la mia posizione, non può più cambiare. Del resto sono ancora in buona spinta, anzi, posso persino provare a spingere un po’ di più. Mi infilo in una pista ciclabile che mi fa deviare dal percorso, costringendomi ad allungare di parecchie decine di metri: rischio!!! Fortunatamente non ho avversarie alle calcagna, poche centinaia di metri ed è fatta.
Ma sì, diciamocelo: sono stata bravina. Ho ottenuto ciò a cui ambivo, e questo dovrebbe bastarmi. Ovviamente c’è sempre qualcosa che non mi soddisfa, ma sappiamo bene che sarà sempre così. Ora andrei volentieri in letargo: è sicuro, nella mia prossima vita nascerò orso – del resto, in parte già lo sono.
4 commenti:
Conosco un bar dove servono solo bicchieri mezzo pieni...dovresti farci un salto ogni tanto! ;-)
Hai ragione, Filippo: mi dai l'indirizzo? Temo però che quando arriverò io avranno finito i bicchieri - tanto per non smentirmi... ;-)
Non è che gareggi troppo? Mi sembra che ti perdi il bello di godere di ogni risultato, soprattutto di quelli positivi.
Sempre con immutato affetto e sconfinata stima...
Fede
Fede, sempre dolcissimo.
Effettivamente sto gareggiando più del solito, ma non attribuisco la stessa importanza a tutte le gare quindi l'attenzione, più che al risultato in sè, è rivolta al rapporto tra aspettative-sensazioni-prestazione.
Comunque, sono un caso irrecuperabile: l'insoddisfazione è nel mio DNA...
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